I – lui
io non so se è lecito vestirsi così. per fortuna siamo in pochi, ad agosto, a fare shopping in giro per milano.
dici che con quelle pantacalze, a vita bassa e che ti arrivano sotto il ginocchio, di solito ci vai in palestra.
viene spontaneo far scivolare lo sguardo. cercare un segno che non c’è. nulla è lasciato all’immaginazione. da lontano l’impressione è quella del body-painting.
II – lui
ti provi le scarpe. ti pieghi. cammini avanti e indietro. tacchi di altezza diversa ti fanno ancheggiare ancora di più.
pochi occhi maschili nel negozio. molti su di te.
un ragazzo poco più che adolescente fa movimenti assurdi per riuscire a guardati senza che tu te ne accorga. senza che io me ne accorga. e senza che la sua ragazza se ne accorga.
da te riceve un sorriso. da me una occhiataccia. da lei una gomitata.
III – lei
mi sento come se fossi nuda. mi guardano come se lo fossi.
a questo piano non c’è quasi nessuno. entri con me nei camerini. mi abbassi le pantacalze. lentamente. l’elastico accentua la rotondità del mio sedere.
tu sei in ginocchio. mi lecchi dietro. mi fai girare. mi lecchi davanti. vengo. tu esci. mi lasci lì. le pantacalze a mezzagamba. mi gira un po’ la testa.
oggi sei particolarmente generoso. mi paghi tutto. compro anche un po’ di intimo. te lo meriti.