I – lei
lui non l’ha più vista dopo quella sera là. io sì, alcune volte nel suo hotel. mi sono guadagnata l’invito ad una delle sue feste private, ma non è stata molto prodiga di particolari.
c’è nebbia stasera. avanziamo come ombre preceduti dal rumore dei miei tacchi. entrambi elegantissimi. mi fai molte domande, ma non ti so rispondere. hai paura che finisca come l’altra volta? oppure ci speri?
consegno l’invito ed entriamo nell’atrio del palazzo. non c’è nessuno a parte la ragazza che ci ha accolto e che ci spiega le regole.
II – lei
ci dobbiamo dividere. ci sono due spogliatoi. là troveremo degli abiti carnevaleschi veneziani. possiamo scegliere quello che vogliamo, anche un costume che nasconda il nostro vero sesso. è obbligatoria la maschera, che non potremo mai toglierci, a differenza del costume. se lo desideriamo ci sono maschere che coprono completamente il viso e altre la cui parte inferiore permette maggiore libertà di utilizzo della bocca.
ogni membro della coppia entrerà nelle stanze superiori attraverso due scale diverse. potremmo quindi non incontrarci per tutta la sera. o incontrarci e non riconoscerci. sta a noi decidere quanto vogliamo scoprirci. ognuno è libero di trasgredire come vuole, sotto l’anonimato del travestimento.
sono elettrizzata. ti guardo. ti bacio. ti scruto mentre entri dalla tua parte. provo ad immaginare cosa farai.
III – lei
la mattina dopo mi sveglio con in testa le immagini della festa. sale sfarzose, donne e uomini vestiti solo da una maschera. altri più o meno vestiti. gruppetti impegnati in rapporti in cui l’accoppiamento di genere appariva più una casualità che una scelta. coppie che copulavano su divani lussuosi. eleganti dame che rivelavano sotto la gonna più di quel che ci si immaginava. ragazzi completamente nudi, dai muscoli oliati, su piedistalli al centro delle stanze a simulare statue classiche. tra questi c’era anche James, che ho salutato stringendogli il cazzo.
tu al mio fianco ancora dormi. allungo una mano verso il basso per svegliarti. nonostante le fatiche della sera prima, reagisce subito.
IV – lui
è sempre bellissimo svegliarsi in quel modo, ma per un attimo mi fa pensare che i ricordi della sera prima fossero solo un sogno che stavo facendo.
non abbiamo parlato ieri sera, tornando verso casa tua. troppo sconvolgenti e fresche le sensazioni. ora però mi fai domande. non so quanto posso raccontarti.
mi fai un pompino dolce. non mi vuoi far venire. vuoi solo leccarmi e insalivarmi il membro. quasi come per lenire lo stress che ha subito la sera prima. per quello forse dovresti leccarmi anche dietro, ma non te lo dico.
V – lei
il sole illumina la nostra stanza. restiamo a poltrire sotto il piumone tutta la mattina. mi hai detto quante e come te le sei scopate nell’orgia di ieri. hai detto di avermi visto e di esserti messo in fila per sodomizzarmi. nel farlo hai colto in me un modo di reagire diverso. hai percepito come scopo con gli altri.
io invece non ti ho detto di averti visto, sul tardi, in una stanza dell’ultimo piano. tu non me lo hai raccontato, ma c’eri tu su un grande letto con attorno diverse donne. non me lo hai raccontato perchè forse stonava col resto delle cose da macho che mi hai detto di aver fatto.
avevano in mano ognuna un grosso dildo. e, a turno, te li infilavano nelle viscere.
VI – lei
mi chiama Silvye mi chiede come è andata. benissimo. dice che mi ha riconosciuta. ha visto che mi sono data molto da fare. lei, in quelle occasioni, preferisce guardare, controllare ed osservare cosa fanno tutti i suoi ospiti. ha visto anche il mio uomo. mi chiede cosa lui mi ha raccontato.
“non ti ha detto proprio tutto” ridacchia. “venite a cena da me stasera, glielo tireremo fuori con le pinze”
VII – lui
ognuno di noi ha fatto un resoconto. Silvye e suo marito non sono stati molto attivi ieri sera. insistono con molte domande. mi interrogano. le domande sono sempre più mirate. sanno cosa ho fatto e vogliono che lo ammetta davanti alla mia donna.
alla fine, a denti stretti, dico che sì, in effetti, ho avuto anche dei contatti omosessuali la sera prima.
“davvero? racconta, racconta” è la reazione della mia ragazza. non so ancora perchè mi faccio dei problemi.
VIII – lei
mentre lui parla mi tocco da sopra i pantaloni. cosa avrei dato per vederlo mentre si avvicinava a James, nudo e in posa sul piedistallo, ed esitante e timoroso allungava la mano per provare a toccarlo. a toccare per la prima volta un membro maschile che non fosse il suo. apprezzarne la turgidezza, la stessa che avevo apprezzato io. poi, scendere, soppesarne i coglioni e strisciare la falange sulla rosellina dell’ano, quasi ad esprimere un desiderio, a ribadire comunque un ruolo da maschio dominante, reso incerto dal gesto precedente.
IX – lui
ho un sussulto quando scopro che il corpo maschile che ho apprezzato, accarezzato e desiderato era quello di James, uno degli amanti della mia donna. rievoco il modo con cui lei lo aveva conosciuto. voglio essere presente al loro prossimo incontro, ma non so in che ruolo.
ho dovuto poi ammettere la sodomia alla quale mi hanno sottoposto quelle donne e Silvye ne ha approfittato per raccontare al marito il nostro precedente incontro.
X – lui
ho taciuto, invece, la sorpresa che ho avuto nel vedere un ragazzo che prendeva il posto di una donna impegnata a succhiarmelo e nel constatare che nel cambio non ci avevo rimesso.
e ho taciuto anche di aver accolto l’invito di una donna che porgeva le terga appoggiata ad un divano, con ancora indosso l’abito da dama veneziana, e di aver scoperto, alzata la gonna, che non di donna si trattava. il mio pene eretto, avendo addocchiato un sedere comunque tondo, perchè muscoloso, non è stato troppo schizzinoso nel violarne e riempirne il forellino.