I – lei
“stanza 204” mi dice Silvye, la direttrice dell’hotel. “sei bellissima”.
in ascensore mi controllo nello specchio. ho degli stivali che arrivano alle ginocchia. sopra una gonna a portafoglio. dagli spacchi si intravedono le autoreggenti. sopra una camicetta e una giacca. i capelli raccolti. trucco leggero.
busso. “servizio in camera”.
bell’uomo, distinto e imponente.
II – lei
si siede sul letto. “benvenuta.” estrae il portafoglio. conta dei biglietti da cento. ho un brivido lungo la schiena. è la prima volta, il mio primo cliente.
“la cifra è questa, no?” chiede appoggiando le banconote sul comodino. annuisco. fa per mettere via il portafoglio e poi ci ripensa. ci guarda dentro come per vedere quanto ha ancora.
“per il culo il sovrapprezzo è 100?”
altro brivido, questa volta più in basso. mi giro continuando a guardarlo e mostrandogli le terga.
“non so, giudica tu quanto vale” ammicco cominciando a scoprirlo tirandomi su la gonna.
tira fuori delle banconote e le appoggia sulle altre.
III – lei
“dai spogliati per me. poi vieni qui a succhiarmelo.”
armeggia con i pantaloni per estrarre un cazzo di tutto rispetto. io mi spoglio, con lentezza e con sensualità. rimango solo con gli stivali e le autoreggenti.
con la sua grande mano sulla nuca mi dà il ritmo del pompino.
“come sei brava. a mia moglie fa schifo farmeli. tu invece vuoi bere la mia sborra, vero?”
IV – lei
“allora ti posso chiamare altre volte?” mi chiede Sylvie.
“se me li selezioni tu, sì.”
“tranquilla. la clientela del mio hotel è tutta di un certo livello. dimmi solo se ci sono cose che non sei disposta a fare.”
“non saprei… decidi tu, se tu lo faresti allora posso farlo anche io.”