La segretaria

I – lui

“quindi niente accordo?”

“al momento non ci sono le condizioni. certo, ci sarebbe la sua segretaria.”

“in che senso scusi?”

“nel senso che è una ragazza molto bella e sono sicuro che è molto brava nel suo lavoro, magari non solo come segretaria.”

“quindi lei dice che se la coinvolgessimo nella trattativa potremmo superare le divergenze?”

“esattamente”

II – lui

accompagnatolo alla porta lo osservai mentre usciva. lanciò una occhiata verso la mia segretaria che lo salutò con un sorriso. lui non rispose in maniera particolarmente cordiale. le fantasie che si era fatto su di lei sarebbero rimaste tali.

la guardai. effettivamente rispondeva a tutti gli stereotipi della segretaria bella e disponibile. d’altronde non l’avevo scelta a caso.

sorrise anche verso di me. la camicetta tesa sui seni. le gambe accavallate, coperte da calze nere, si intravedevano grazie al piano in vetro della scrivania.

III – lui

erano giorni pieni di lavoro. ogni sera rimanevo fino a tardi in ufficio. ogni sera mi chiedeva se avevo bisogno di qualcosa prima che andasse via. quella sera la fermai, per parlare. espressi i miei apprezzamenti per il suo lavoro, anticipandole che avrebbe ricevuto dei bonus.

“sai che sei apprezzata molto anche dai nostri clienti?”

“in che senso, scusa?”

le raccontai che uno di loro avrebbe desiderato approfondire la sua conoscenza, ma non dal punto di vista lavorativo. non sembrò particolarmente turbata o indignata da questa richiesta. non le dissi chi era stato.

“perchè non hai accettato?”

“per rispetto verso di te, verso il nostro lavoro e quindi anche verso me stesso.”

IV – lui

la conversazione virò, pericolosamente, verso argomenti sessuali. disse che con certi clienti ci sarebbe andata anche senza bisogno di un ritorno. parlammo di fedeltà. le feci capire che nella mia coppia era un problema molto relativo. lei dichiarò di non avere tutta questa libertà, ma che era da un po’ che voleva prendersela. ultimamente con il suo compagno non andava molto più al di là di una sveltina alla missionaria. parlammo di fantasie, di desideri. della distanza fra essi e la pratica. parlammo di situazioni erotiche, di fantasie stereotipate. ad esempio del clichè del rapporto segretaria-datore di lavoro. di come viene visto dalle due parti. di come la banalità di certi stereotipi possa comunque generare molta eccitazione.

V – lui

il passo fu breve. inginocchiata sotto la mia scrivania mi stava praticando una fellatio.

“tu continua a lavorare.” disse soltanto. io ci provai quel tanto che bastava a distrarmi per non farmi venire. l’intento di lei non era comunque quello. lo leccava e lo succhiava dolcemente, per prolungare il più possibile.

VI – lui

la feci risalire, volevo ricambiare. sempre per rimanere nei classici la feci appoggiare alla scrivania a pancia in giù in modo che assumesse una posizione a novanta gradi, con il culo che sporgeva.

le abbassai calze e mutandine. che avesse un bel culo era evidente anche da vestita. in ginocchio la leccai da dietro sul clitoride, infilai la lingua tra le grandi labbra, risalii fino al buchetto posteriore che, come scoprii, era ancora inviolato.

VII – lui

squillò il mio telefono. lei interruppe i mugolii, allungò la mano, prese la cornetta e, adottando il suo solito tono professionale rispose.

“sì, è ancora qui in ufficio. adesso te lo passo. ciao.”

era la mia ragazza. per rispondere dovetti interrompere la mia attività ma mi alzai e appoggia il mio cazzo fra le natiche di francesca, la segretaria. lei allungò le mani dietro per afferrarlo e condurlo nella sua vagina ben lubrificata. lentamente andavo dentro e fuori.

“sì, sto ancora lavorando, cosa credi che stia facendo, che mi stia scopando la segretaria?”

VIII – lui

dopo poco fummo di nuovo interrotti. stavolta era il suo cellulare che lei tirò fuori dalla borsetta appoggiata sulla scrivania.

“sì, sono ancora al lavoro. fra poco esco…. ah, sei qui sotto?… no, no, non salire, adesso scendo… sì, sì, arrivo. sì, sto venendo.”

mentre lei teneva buona il suo fidanzato cornuto io feci una mossa un po’ stronza, che l’avrebbe messa in difficoltà. mi venne così spontanea. spostai la cappella contro lo sfintere anale e feci un po’ di pressione. lei si ritrasse, con una mano me lo caccio via e girandosi mi diede una occhiataccia, pur continuando a parlare normalmente al telefono.

IX – lui

“oh ma sei stronzo? cosa pensavi di fare?”

“scusa non ho resistito, pensavo ti sarebbe piaciuto prenderlo nel culo e dover far finta di niente al telefono.”

“no, cazzo, non l’ho mai preso lì.”

“davvero? peccato perchè merita. il tuo ragazzo non ci ha mai provato?”

“ci abbiamo provato ma non è mai riuscito ad eccitarmi abbastanza.”

“strano, mi sembrava quasi che stessi riuscendo ad entrare senza troppa difficoltà.”

arrossì un po’ e distolse lo sguardo: “ho detto che sei stronzo, non che non mi piaceva quello che stavi facendo. dai, avrei urlato al telefono. avrebbe capito.”

X – lui

la guardai riassettarsi e ricomporsi. parlava quasi da sola.

“cazzo, ora sono straeccitata. spero che sia pronto, ora vado a casa e me lo scopo come dico io. spero solo che non sia troppo sospetta questa mia smania.”

“non ti preoccupare. quando abbiamo il cazzo duro non capiamo nulla. dagli il culo e sarà solo contento. pensami mentre ti prende la verginità.”

“hai ragione, mi sa che questa è la sera giusta. se va tutto bene poi te lo do anche a te. ciao, ci vediamo domani.”

1 commento su “La segretaria”

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