I – lei
lui è uno di quelli che in palestra si permette di fare il prezioso. bellissimo e con un corpo scolpito, è rincorso da metà delle ragazze e donne della palestra, che siano single, fidanzate o sposate. con alcune è anche uscito. con tutte queste ci ha scopato. ma raramente ha concesso un bis.
in compenso lui cerca le poche che, chi per paura, chi per orgoglio, chi per malizia, si mostrano a lui indifferenti. io sono fra queste. non perchè non me lo farei, ma perchè mi devo fare desiderare. devo cuocerlo a fuoco lento.
II – lei
“stasera vedremo se sarà all’altezza” dico con la mia amica, ridendo, mentre ci insaponiamo sotto la doccia.
“avrà l’ansia da prestazione, sono mesi che ti viene dietro.”
“ah, non credo sarà un problema…”
“sì, sai come eccitarlo…”
sorrido in modo diabolico, ma non credo che lei possa lontanamente immaginare cosa ho in serbo per stasera. e lui? lui nemmeno, altrimenti non si starebbe bullando con gli altri, negli spogliatoi maschili della palestra.
III – lei
gli aperitivi sono ottimi come preparazione al sesso. non appesantiscono come una cena e non costringono a troppe chiacchiere di circostanza. lui non è del tutto a suo agio. di solito è lui, di fatto, la preda. è lui che conduce il gioco, che concede il suo corpo perfetto a donne da troppo tempo insoddisfatte. questo suo atteggiamento mi fa ben sperare per la sorpresa che gli farò. credo la gradirà. gli piace concedersi.
faccio un po’ la ritrosa. giusto quel tanto per fargliela sudare un po’.
IV – lei
sta ordinando da bere, quando mi avvicino e gli sussurro nell’orecchio: “mi sto annoiando. andiamo a casa mia? è qua vicino.” mi segue imbambolato.
in ascensore lo abbraccio, lo bacio in bocca. “ho voglia di vedere il tuo corpo nudo. in palestra posso solo immaginarlo.” sono io che lo dico a lui. ora sembra a suo agio. è di nuovo nel ruolo di uomo oggetto. si lascia palpare, quasi non cerca di ricambiare. è perfetto.
lo spingo sul letto. “perchè non ti spogli. io vado un attimo in bagno a rinfrescarmi. ti voglio nudo quando torno”. i nostri ruoli sembrano invertiti. di solito è la donna che si spoglia per l’uomo.
V – lei
mi fermo sulla porta. con la luce alle mie spalle sono solo una silhouette per lui. non vede il mio viso, intravede solo la vestaglia leggera che mi copre. lui è seduto sul letto. nudo con il cazzo in tiro. se lo sta anche toccando.
mi avvicino e, entrando nel cono di luce della abat-jour, lascio scivolare a terra la vestaglia, mostrandomi tutta a lui.
vorrei avere una foto dell’espressione che ha fatto quando mi ha guardato in mezzo alle gambe. e ha visto un cazzo finto penzolante.
VI – lei
“e quello cos’è?”. stupore. paura. curiosità.
“è per te, tesoro.” sarcasmo. potere.
“non credo di essere venuto per quello.”
“lo so, ma perchè non provare? credo ti piaccia essere preso. ne ho conosciuti tanti di uomini a cui piace. non avrai mica paura? non sarai mica meno uomo di loro? non mi ha mai detto nessuno di no, alla fine. fate sempre i ritrosi ma in realtà non vedete l’ora di provare. su, non perdiamoci in chiacchiere. non c’è bisogno che fai finta di non volerlo fare. il tuo cazzo è duro. lui non mente. dai mettiti sul letto. credo che tu sia molto bello a pecorina.”
VII – lei
non mi guarda in faccia. non dice niente. probabilmente è di fronte ad una sua fantasia, ma forse era una fantasia di cui si vergognava. il suo cazzo gli sta dicendo di non fare lo stupido e di non perdere l’occasione. pian piano si posiziona.
“fai piano”. dice.
“fra poco non dirai così”. mi sto divertendo. “lo sai che sei sexy da morire. se ti vedessero quelle della palestra vorrebbero tutte essere al mio posto. sono così belli i tuoi muscoli. un corpo così forte che si abbandona al piacere.”
ha un sussulto quando sente le mie dita che lo ungono.
VIII – lei
è molto femminile nel modo in cui si offre, con la schiena inarcata e i glutei aperti. nello stesso è molto maschile, nel corpo e nel modo di muoversi. i ruoli di chi penetra e di chi viene penetrato sono invertiti, ma che lui sia l’uomo e io la donna non è in discussione. niente mette in dubbio il suo orientamento sessuale. infatti non era quello che volevo. volevo solo che fosse veramente un uomo oggetto.
“rilassati, lasciate andare”. sussurro mentre faccio avanzare la punta attraverso lo sfintere.
IX – lei
gli tocco appena il cazzo che è durissimo. “caspita, se siamo eccitati! allora ti piace proprio!” sembra quasi provare fastidio, si ritrae di colpo e nel farlo viene indietro. io sto ferma. in pratica si sta sodomizzando da solo.
il suo culo che viene violato è sicuramente un bello spettacolo e l’eccitazione mentale e lo strapon che preme sul mio clitoride mi provocano anche un orgasmo. ma la parte più divertente è dopo, quando lo costringo a descrivermi le sue sensazioni.
X – lei
dopo abbiamo scopato anche in maniera canonica. il suo membro meritava di essere provato.
gli ho detto che non ci sarà una seconda volta. se vorrà ripetere l’esperienza dovrà essere lui a chiederlo a qualcuna delle sue donne.
gli dico che però non mi dispiacerebbe vederlo scopare con il mio uomo. una cosa a tre ma in cui loro interagiscono anche fra loro. l’idea di quei due corpi avvinghiati mi fa bagnare. ma lui non ha più forze, nemmeno per una sveltina.