I – lui
il sole del mediterraneo inonda la stanza di luce. è ormai pieno giorno, ma io sono qui bloccato sul letto. un paio di manette mi legano i polsi alla testiera del letto. due legacci sono annodati alle caviglie. sono un uomo vitruviano nudo e a pancia in giù. nel pavimento della stanza giacciono alcuni oggetti di forma fallica che nella notte sono stati usati su di me da chi mi ha legato.
il tutto fra persone adulte e consenzienti. il marito della direttrice, col suo amico del nord europa, cercavano un ragazzo prevalentemente etero con cui divertirsi. ho accettato in cambio di un cospicuo regalo. e non mi è affatto dispiaciuto.
II – lui
da quando mi sono svegliato, però, non ho più visto nè sentito nessuno ed il problema ora è un altro. sarà ormai un’ora che ho un disperato bisogno del bagno. vorrei evitare di sporcare il letto.
sento dei rumori. qualcuno sta salendo le scale. finalmente qualcuno. dal rumore sembra avere indosso degli zoccoletti o qualcosa di simile.
penso per un attimo allo spettacolo che gli si presenterà quando arriva nella stanza. cerco di girarmi per vedere chi arriva.
una ragazza. giovane. molto bella. una folta chioma di capelli ricci castani. pelle ambrata, occhi grandi, sbarrati per la sorpresa, due labbra pronunciate. indossa effettivamente degli zoccoli col tacco e poco altro: uno striminzito bikini.
III – lui
“e tu chi sei? che ci fai lì nudo legato al letto?”
non mi sono preparato nessuna risposta. spero non ci siano in giro troppi falli di gomma.
“scusa, è una storia lunga. mi potresti liberare?”
si è appoggiata allo stipite della porta. appoggia un dito sulle labbra e mi guarda.
“sai, avrei una certa urgenza. dovrei andare in bagno. sai dove sono le chiavi delle manette? sai dove sono andati gli altri?”
IV – lui
si viene a sedere sul letto a fianco a me.
“io non so dove siano le chiavi. in casa non ho visto nessuno. sono arrivata da poco. saranno andati in spiaggia. ma tu sei il nuovo amante del direttore?”
“no, non sono il nuovo amante. è stata una cosa solo di una notte. potresti provare a cercarle? saranno qui da qualche parte.”
“ma tutti questi falli” ne ha preso in mano uno, “li hanno usati su di te?” mi sfiora una gamba
“senti, per favore, almeno cerca qualcosa in cui io possa farla”
V – lui
torna con un vaso da cui ha tolto dei fiori. me lo pone sotto di me, io inarco la schiena, lei mi prende in mano il pene e lo guida verso l’imboccatura. si indurisce e subito non riesco, nonostante l’urgenza.
“beh? ti sei eccitato perchè te l’ho preso in mano? ma non sei gay?”
“no, non sono gay….”
“dai su fai la pipì…” continua a tenermelo in mano mentre espleto il bisogno. poi me lo pulisce, quasi amorevolmente, con della carta igienica. l’altra mano l’ha tenuta costantemente sulla mia chiappa. va a svuotare il vaso.
VI – lui
“hai un bel fisico, e anche un discreto arnese, peccato che tu sia gay.”
“ti ho detto che non lo sono. al massimo bisex, se vuoi.”
“devi fare altro? da qui deve uscire qualcosa?” la punta del suo indice si fa strada fra le chiappe e preme sull’ano, entrando con la prima falange.
“no, ti stai divertendo?”
“sì” ride “non sono mai stata in una situazione simile.” ha ancora il mio pene in una mano.
VII – lui
“quasi quasi avrei voglia di provare anche io su di te uno di questi falli di gomma. ma è tardi, ho voglia di andare in spiaggia. ero qui da sola ma ora ho trovato un compagno, ti va di venire?”
io faccio come per alzare le spalle e indico con la testa verso le manette. “verrei volentieri, ma… come vedi…” le faccio tintinnare contro la testiera.
“oh, quelle, ora te le apro, la chiave è qui.” vedo che la prende, era sul comodino, dietro la lampada.
“che stronza!”
“zitto. o non ti libero.”
VIII – lui
“verrei ma non so dove sono finiti i miei vestiti. sai dove posso trovarne? e stavolta non dirmi che non lo sai.”
“vestiti? non ti servono. mettiti questo, è sufficiente.” mi passa un pareo.
mi ritrovo sul motorino, dietro di lei, aggrappato ai suoi fianchi. tenendo le gambe aperte il pareo risale e sono praticamente nudo. arriviamo in una spiaggia molto poco frequentata. è ancora bassa stagione in quest’isoletta dell’egeo.
IX – lui
mi spoglio subito rimanendo nudo, così come fa lei. non ha segni di abbronzatura, pur essendo già molto scura, indice che è abituata al nudismo.
mi chiede di spalmarle la crema. non mi faccio pregare. ha un corpicino sodo e ben fatto. due tettine impertinente e un culetto a mandolino.
mi accorgo che non è del tutto nuda. indossa un gioiello. ma lo porta in posto molto particolare. è un gioiellino anale. un mini plug con brillante per decorare la rosetta dell’ano.
X – lui
nella spiaggia lei si incontra con una coppia di amici stranieri. durante la discussione in inglese lei, senza chiedermi nulla, spiega come mi ha conosciuto. mi vorrei seppellire, mentre il mio sesso ha una reazione opposta e si mette in bella mostra. paiono divertiti e incuriositi. la ragazza in particolare mi fa molte domande. il ragazzo si finge meno interessato ma anche lui è tradito da una mezza erezione.
ci invitano a passare la serata sulla loro barca.
XI – lui
steso a prendere il sole sul ponte della barca, il mattino dopo, penso che sono più di ventiquattrore che non indosso vestiti e non so ancora quando rientrerò in possesso dei miei.
durante la notte ho scopato Vanessa, colei che mi ha liberato il giorno prima. la cosa curiosa è che ha voluto di nuovo reggermi l’uccello quando sono andato in bagno. ha detto che si è appassionata.