I – lui
ero ancora molto giovane. era estate e una mattina ero rimasto da solo nella casa al mare. ebbi voglia di provare una trasgressione, fino ad allora mai sperimentata. i balconi della casa avevano il parapetto di cemento per cui nascondevano alla vista, dalla strada o da case limitrofe, i propri occupanti, per lo meno fino alla cintola o poco più.
mi guardai attorno. valutai che non mi poteva vedere nessuno ed abbassai i boxer. era la prima volta che stavo nudo all’aria aperta, baciato dal sole. il mio cazzo era rosso e duro. rimasi appoggiato al parapetto. la gente che passava in strada poteva vedere solo un ragazzo a torso nudo, il mio sesso non era visibile ma tutto ciò mi eccitava.
con la mano spesso scendevo per brevi masturbazioni, tanto per tenerlo in tiro, sull’orlo della venuta.
II – lui
non avevo considerato per bene tutto il vicinato. attorno non vi erano case più alte, se non molto lontane, per cui mi sentivo sicuro. la casa era accoppiata ad un’altra, ma i piani erano leggermente sfalsati per cui dalle finestre o dai balconi allo stesso piano ero nascosto. le case però avevano un terrazzo comune a metà del tetto che quindi si trovava poco sopra e a lato del mio balcone.
stavo guardando delle ragazze passare in strada e mi segavo il cazzo. sentii un rumore provenire dalla mia destra. sul terrazzo c’era una donna, una vicina. la conoscevo di vista, tra i trenta e i quaranta, folti capelli ricci neri, fisico mediterraneo, bella e abbronzata.
III – lui
il nostro sguardo si incrociò per un istante. stava stendendo i panni sui fili del terrazzo. si era interrotta vedendomi. mi vedeva dalle ginocchia in su. lo sguardo le si posò sicuramente anche sul mio sesso eretto. sgranò per un attimo gli occhi e si portò la mano alla bocca come per reprimere una risata.
io rimasi per un attimo immobile. poi cominciai a venire. senza che lo stessi toccando in quel momento il mio cazzo cominciò a sputare fuori schizzi di sborra. una venuta molto abbondante. cercai di coprirmi e mi lanciai dentro casa continuando a lasciare tracce di me.
steso sul divano stavo riprendendo fiato e rivivendo le sensazioni miste tra vergogna ed esibizionismo. mi misi poi a cercare di ripulire tutte le macchie che avevo lasciato. fuori sentivo i rumori di lei che stendeva. si mise anche a canticchiare.