I – lui
richiedevano un fisico ben scolpito, pochi peli corporei, un sesso di notevoli dimensioni e nessuna remora nel farsi fotografare dal marito mentre ci si faceva la moglie.
dopo l’invio delle prime foto mi risposero chiedendomene delle altre e specificando alcuni dettagli e scritte che dovevano essere presenti, in modo da essere sicuri che il fisico e il pene raffigurati appartenessero veramente a me. si scusavano, ma dicevano che ricevevano molti falsi.
superai anche quell’esame e cominciammo ad accordarci per fissare un incontro.
II – lui
la località della costa azzurra, frequentata da nudisti, era più o meno equidistante, loro provenivano dalla spagna ed erano frequentatori abituali del luogo. ci incontrammo in spiaggia. erano belli come promettevano le foto. lei in particolare aveva un corpo che rasentava la perfezione, tonico e con le curve al posto giusto e con una sensualità innata. chiunque in quella spiaggia, comprese molte del gentil sesso, se la sarebbe portata volentieri a letto. per questo, mi dissero, erano così selettivi.
gli chiesi come mai lui fosse disposto a condividerla con altri. “mi eccita”, mi rispose semplicemente, “e ho capito subito che non avrei potuto pretenderne l’esclusiva. così almeno siamo complici e mi diverto a fotografarla.”
III – lui
mi dissero che non ero l’unico con cui avevano appuntamento per quella settimana. aspettavano una coppia francese, appassionati scambisti, e un singolo, sempre francese. “un mulato” sussurrò lei, leccandosi le labbra. se mi fossi comportato bene in quel primo incontro poi avrebbero potuto invitarmi anche agli altri.
nella loro terrazza avevano una sorta di letto a baldacchino, con le tende per essere coperti da sguardi indiscreti.
“comportati naturalmente”, mi disse lui, “lei è qui per te, scopatela come fosse la tua donna. ti disturberò solo ogni tanto, se ho bisogno che tu stia fermo per fare qualche foto particolare.”
IV – lui
capii subito anche io che lui non avrebbe potuto averla in esclusiva. era insaziabile, ma aveva ragione a non esserne geloso. lei scopava con me, ma lo faceva per lui, per il suo obiettivo. cominciammo con una lunga sessione di sesso orale, prima lei su di me, poi io su di lei, poi in contemporanea. quando mi mise il preservativo era il segno che voleva essere penetrata. volle cambiare spesso posizione, interrompendo ogni volta la mia eccitazione e dandomi modo di durare molto a lungo. quando la presi a pecorina lei attirò a se il marito, per fargli un pompino mentre lui continuava a scattare.
venni diverse volte, sempre aiutandomi con la mano, per schizzare sul corpo di lei, sul seno o sul culo.
V- lui
il giorno dopo venni invitato per partecipare all’incontro con la coppia francese, la cui donna era se possibile ancora più bella della spagnola e il cui uomo aveva un cazzo che da non eretto faceva impressione, ma per fortuna non aumentava quasi di nulla quando era duro. le donne ci fecero uno spettacolo lesbo per poi accoglierci. tutti e tre venimmo coinvolti e chi, a turno, rimaneva fuori dalla mischia si occupava di scattare fotografie agli altri.
la francese ci volle tutti e tre dentro di lei nel medesimo istante. io riuscii ad accaparrarmi la posizione posteriore per entrare in quello stupendo deretano, ben abituato ad accogliere grossi calibri.
VI – lui
i francesi si fermavano solo un paio di giorni, ma arrivò poi jacques. la pelle era color cappuccino, rasato e depilato ovunque, con muscoli da atleta. nella spiaggia attirava gli sguardi di chiunque.
erano così belli da vedere scopare insieme che il primo giorno rimasi a fianco del marito, come semplice spettatore. ad un certo punto visto che non mi facevo avanti, mi passò la fotocamera e si unì alla moglie e al francese.
mi resi conto di essere quasi ipnotizzato da culo, rotondo e muscoloso, di jacques che andava su e giù e si contraeva. lo fotografai da diverse angolazioni.
VII – lui
stavamo camminando lungo il corridoio, per rientrare ciascuno nei rispettivi appartamentini. arrivammo alla sua porta. lui stava entrando e facemmo per salutarci. ci fu un attimo di silenzio. ci demmo virilmente la mano, ma ci fu un attimo di imbarazzo. fece un cenno con la testa, come per invitarmi ad entrare. abbozzai qualcosa, non riuscii a guardarlo e me ne andai.
cinque minuti dopo ero in bagno e mi stavo tirando una sega. ripensavo alle scene della serata. il pensiero che mi fece avere l’orgasmo non fu il corpo della spagnola, non fu il culo della francese, ma la fantasia di avere jacques sotto di me mentre lo inculavo.