Preso

I – lui

“ne ho trovato uno. stiamo arrivando.” così c’era scritto nel messaggio. non era la prima volta che lei usciva, andava a caccia e tornava con una preda. in genere erano ragazzi poco più che ventenni, con gli ormoni a mille, irretiti da una donna più vecchia di loro che si presentava così sensuale, così vogliosa e che prometteva disponibilità ed esperienza. girava i club di manhattan, vestita in modo provocante. si guardava attorno e cercava l’uomo giusto, per aspetto e inclinazione. poi conduceva lei il gioco seduttivo. raramente non coglieva nel segno.

diedi una controllata al funzionamento delle videocamere nascoste e mi nascosi in attesa del loro arrivo.

II – lui

era un bel ragazzo, dal corpo atletico. lo spogliò in un istante mentre lei rimase nuda soltanto nella parte superiore. si inginocchiò per prendergli il cazzo in bocca e, complice la estrema eccitazione di lui, in un attimo si ritrovò piena di sperma. si alzò e lo baciò in bocca, facendolo rimanere un attimo interdetto dal gesto che forse nessuna prima di lei gli aveva fatto. era un modo come un altro per mettere in chiaro chi aveva in mano la situazione.

toccò a lui dedicarsi al sesso di lei, che lo guidava, forse perchè un po’ inesperto, con le mani sulla nuca. lei era seduta sul bordo del letto, lui in ginocchio sul pavimento. lei si tirò su e cominciò, con le unghie, ad accarezzargli la schiena. pian piano sempre più in basso, fino a piantargliele nei glutei muscolosi.

III – lui

questa sera stava procedendo con calma. ogni tanto coglievo il suo sguardo verso una delle telecamere, segno che mi voleva coinvolgere. si fece scopare, e questa volta lui resistette di più. per un po’ sembrò che lei si lasciasse dominare, ma ogni tanto lei sussurrava qualcosa nell’orecchio a lui, che poi cambiava posizione. lui venne, schizzandole sul culo, per poi crollare sul letto. fu a questo punto che lei cominciò la seconda parte della serata. massaggiandolo prima delicatamente e poi con più decisione. spostò le sue attenzioni sul fondoschiena, arrivando ogni tanto, con tocchi rapidi e apparentemente casuali, a stimolarlo in mezzo ai glutei. lui lasciò fare, prima un po’ ritroso e poi abbandonandosi a lei.

IV – lei

“ti piace così?” gli chiesi interrompendo per un attimo le leccate sull’ano e sul perineo. un mugugno mi bastò, anche perchè la mia era una domanda retorica. il suo cazzo, di nuovo durissimo, già rispondeva per lui.

“così ti piacerà ancora di più.” annunciai prima di piantargli prima uno, poi due dita attraverso lo sfintere e andando a cercare la prostata.

non penso che si immaginasse questo quando mi ero fatta tampinare in quel club di manhattan, ma in quel momento non poteva desiderare di più. e invece io gli diedi qualcosa in più. sperai che le telecamere riprendessero bene il suo volto nel momento in cui il dildo di lattice si faceva strada, come mai nulla prima di allora, nelle sue viscere.

V – lei

percepivo in lui la vergogna per quello che era appena successo. nello stesso tempo era in estasi per sensazioni fino ad allora mai provate. prima che gli calasse l’eccitazione ed entrasse in lui il rifiuto per quelle pratiche solo in apparenza poco consone ad un maschio come lui, gli dovevo assestare il colpo finale, lo scopo per cui l’avevo condotto in casa nostra.

“ti è piaciuto?” gli sussurrai nell’orecchio. “credi che non si possa godere di più?” nascose il volto nel cuscino, rispondendomi involontariamente ma chiaramente.

“c’è qualcosa di più bello di un cazzo finto nel culo.” feci una pausa e un cenno a mio marito a farsi avanti da dove era nascosto. “uno vero!” conclusi afferrandogli il cazzo, che tornò duro per l’ennesima volta, e le palle.

VI – lei

si capiva che lo voleva, ma con se stesso fingeva di rifiutarsi. gli venni in aiuto proponendogli un compromesso. lui si sarebbe fatto sodomizzare dal grosso cazzo di mio marito, e dopo avrebbe potuto fare lui lo stesso a me. fino a quel momento l’unica cosa che non gli avevo concesso era il mio ingresso posteriore, che però lo stuzzicava parecchio.

come sempre adoro il momento in cui un uomo etero perde davanti a me la sua verginità anale, abbandonandosi ad un piacere così grande che gli fa superare ogni remora omofoba.

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