I – lui
a dire la verità non mi ricordavo come si chiamasse. si era presentata all’inizio della festa di laurea della mia fidanzata ed era una sua compagna di corso, ma non avevo memorizzato il nome. avevo solo notato che era decisamente carina e che quel vestito le strizzava le tette in maniera interessante
la festa era nel pieno del suo svolgimento, la gente ballava ed era su di giri nella discoteca che era stata affittata, grazie alla generosità dei facoltosi genitori della mia ragazza.
ero un po’ in disparte e mi si avvicinò, puntando diretta su di me. non usò tanti giri di parole. l’alcool che aveva in corpo le dava sicuramente spregiudicatezza, ma mi sembrava comunque ancora abbastanza sobria.
II – lui
“sai, lei mi ha detto cose interessanti su di te. mi piacerebbe verificare se raccontava la verità o no.”
“che cosa intendi, scusa?”
“una sera dopo qualche bicchiere di troppo ci ha descritto come sei fatto. come sei nelle parti intime. me lo fai vedere?”
rimasi spiazzato. istintivamente cercai con lo squardo la mia ragazza, che era in pista impegnata a ballare. la sua amica vedendo questa mia esitazione intervenne:
“non ti preoccupare. sta ballando e nessuno si accorgerà di noi, se andiamo un attimo nei bagni.”
“ma tu non hai il ragazzo?” chiesi ricordandomela insieme ad un tipo.
“è già mezzo ubriaco. lui non è un problema. ti aspetto nei bagni. vieni in quello per disabili, tanto stasera non ce ne sono e nessuno ci disturberà.”
se ne andò sorridendomi maliziosa e lasciandomi un po’ combattuto sul da farsi. la cosa mi stuzzicava non poco, ero parecchio esibizionista e la dotazione che avevo fra le gambe giustificava questa mia vanità.
III – lui
“lascia fare a me.” disse mentre si inginocchiava e mi slacciava i pantaloni. mi abbassò i boxer dai quali spuntò il mio cazzone, già un po’ in tiro anche se non del tutto. mi stampai nella mente la sua espressione piacevolmente stupita. rimase a guardarselo ammirata.
“non so se sia grande quanto diceva lei, ma effettivamente è proprio bello e… imponente.”
mentre diceva questo il mio pene acquistò la durezza totale ed ora svettava verso l’alto.
“posso toccarlo?” chiese guardandomi negli occhi.
“prego, fa pure.” lo accarezzò, sfiorandolo leggermente, poi lo afferrò con decisione e lo strinse.
si rialzò. “grazie. è stato bello.”
“ma…” rimasi con i pantaloni calati, quasi più interdetto di prima.
IV – lui
“cosa ti aspettavi? che ti facessi un pompino?” chiese lei vedendo che io ero, come dire, rimasto male.
“be’… in tutta sincerità… pensavo di sì.”
“ma per chi mi hai preso? non vado mica in giro a fare pompini al primo che incontro.” dal tono si capiva che stava scherzando, perchè comunque la richiesta che mi aveva fatto non era certo da educanda.
“scusa, ma non mi capita tutti i giorni che una ragazza voglia vedere il mio cazzo in un bagno pubblico. pensavo…”
mi tornò incontro. aderì con il suo corpo al mio, premendomi il seno contro il petto, afferrandomi con una mano le palle e mettendo il viso a pochi centrimetri dal mio, con uno sguardo molto sensuale.
V – lui
“io stasera non ti faccio niente. se tutto ciò ti ha eccitato e ti vuoi sfogare fatti una sega.” mi sussurrò all’orecchio. “però il tuo cazzo mi è piaciuto assai e non mi dispiacerebbe provarlo. lasciami il tuo numero e uno dei prossimi giorni ci troviamo e scopiamo con tutta calma. che ne dici?”
“ok.” fu l’unica cosa che riuscii a dire.
“e lì ti prometto che te lo succhierò e mi farò scopare fino a farti chiedere pietà. poi, sempre grazie alla tua fidanzata chiacchierona, so che hai una predilezione particolare. non ti farò mancare neanche quella. non vedo l’ora di sentire il tuo bastone su per il mio culetto. sono abituata al cazzetto del mio ragazzo, sarà come farlo di nuovo per la prima volta.”
effettivamente mi feci una sega prima di tornare fuori da quel bagno. a fine serata lei mi salutò e volle fortemente presentarmi il suo ragazzo, ignaro di cosa era accaduto e di cosa avevamo concordato fra noi.
peccato. peccato che poi non mi abbia più telefonato.