I – lei
all’epoca avevo 18 anni. ero giovane, ingenua ed inesperta. il mio ragazzo di allora, di una decina d’anni più vecchio di me, me la presentò come la cosa più naturale da fare fra due innamorati. ero curiosa e tutte le altre cose che mi aveva insegnato mi erano piaciute per cui non indugiai ad accontentarlo. e non fu un errore. mi piacque, mi piacque molto. col senno di poi devo dire che fu bravissimo nell’eccitarmi e nel prepararmi. il suo cazzo, di dimensioni che avrei poi fatto fatica a ritrovare in futuro, scivolò senza problemi dentro le mie viscere, facendomi godere. peccato che poi si rivelò stronzo sotto altri aspetti.
II – lei
commisi però un errore e fu quello di raccontarlo alle mie amiche. a me non sembrava una cosa così eccezionale, ma solo una bella esperienza da condividere. mi accorsi che qualcuna sembrava disapprovare. altre forse erano solo invidiose.
le amicizie a quella età, si rompono per un nulla, e così fu. le tue migliori amiche sanno essere anche le più perfide ed una di loro consumò la sua vendetta, per uno sgarbo che a suo parere le avevo fatto, andando in giro a raccontare quello che per me doveva essere un segreto fra amiche.
III – lei
la voce, giunta anche ad orecchie maschili, si propagò in fretta e nel giro di pochissimo tempo diventai famosa nella scuola per essere quella che si faceva scopare nel culo. questa nomea, seppur spiacevole, mi portò anche dei benefici. diventai corteggiatissima fra i ragazzi. per i più timidi e sfigati diventai ancora più irraggiungibile, ma penso che fui protagonista inconsapevole di numerose sborrate, nella solitudine dei loro bagni.
agli altri, i più carini e i più spavaldi mi sembrava brutto negare loro ciò che da me si aspettavano.
IV – lei
credo che la voce fosse giunta anche a qualche docente. mi ricordo lo sguardo del prof di matematica, che mi guardava il culo mentre io scrivevo alla lavagna le risposte alle sue domande. posso ora ben immaginare quali pensieri gli si affollavano nella testa.
per fortuna all’epoca non c’erano i social network di oggi e potei lasciarmi alle spalle la mia fama, cambiando città per l’università. non che smisi quella che ormai era una abitudine, per la gioia dei miei amanti.
V – lei
è stato strano tornare nella mia vecchia scuola, questa volta da insegnante, e trovare ancora, nei bagni della palestra le scritte che mi riguardavano. ed è stato interessante vedere gli occhi di quel professore di matematica, quando mi ha ritrovato, come collega, e mi ha riconosciuto e dopo un po’ ha collegato i ricordi.
davanti a certi alunni prestanti ho la tentazione di rifarmi una reputazione, ma poi desisto. però mio marito è contento quando, certe sere, torna a casa e i bambini sono dai nonni ed io lo sto aspettando con indosso uno dei miei completini.
mio marito era uno di quegli studenti sfigati. mi ha sognato per anni ed un giorno ci siamo ritrovati. ora, alla faccia di tutti gli altri, è l’unico ad avere l’accesso al mio retrobottega.