La babysitter

I – lui

rientro in casa tardi. getto la valigietta nel corridoio. vado in cucina, da dove proviene la luce intermittente e il rumore della tv accesa. la nostra babysitter è in ginocchio sulla sedia, con gli avambracci appoggiati al piano del tavolo. entrando ne ammiro il fondoschiena coperto solo da un paio di pantaloncini aderenti. è scalza e indossa una canottiera. in casa è caldo.

mi saluta distrattamente, rapita da ciò che sta guardando in televisione. io mi reco al frigorifero per dissetarmi. mi siedo pesantemente sul divano, esausto per la giornata di lavoro.

“dorme?” le chiedo

“sì, si è addormentato un’ora fa.” e mi indica il piccolo monitor sul quale si vede il piccolo che dorme nel suo lettino.

II – lui

rimango un attimo a guardare la tv senza però riuscire a concentrarmi su ciò che vedo. lei ogni tanto distoglie lo sguardo da essa e mi guarda girando la testa. è una ragazza molto carina. è ai primi anni di università ed io e mia moglie l’abbiamo presa come babysitter per le numerose sere in cui sia io che lei torniamo molto tardi dal lavoro.

“perchè mi guardi?” mi chiede sorridendo.

ero sovrappensiero e mi coglie alla sprovvista. non rispondo.

“stai bene in giacca e cravatta.” mi dice.

“grazie” rispondo e, come se mi rendessi conto solo in quel momento di essere così vestito, mi allento un po’ la cravatta, per sentirmi meno soffocare.

“ti ha pagato la scorsa settimana?” le domando.

“no.” mi risponde.

III – lui

mi alzo e prendendo il portafoglio mi siedo al tavolo, di fronte a lei. conto le banconote e le appoggio davanti a lei. nel farlo mi cade l’occhio nella scollatura della canottiera. a causa della posizione intravedo le sue tettine. alzando lo sguardo mi accorgo che forse lei ha notato dove io abbia indugiato con lo sguardo e me ne vergogno. lei comunque sorride. sembra quasi compiaciuta.

non prende subito i soldi. mi fissa negli occhi, con un sorriso che mi sembra pieno di malizia.

“vanno bene?” chiedo vedendo che non li prende. “sono sufficienti?”

“sì…” dice dopo qualche istante e poi aggiunge: “a meno che non ci siano altre cose che posso fare…”

ci guardiamo negli occhi. ho il terrore di avere equivocato ciò che ha appena detto e non so cosa dire per uscirne. in realtà ho anche il terrore di non aver equivocato.

IV – lui

ha fatto tutto lei. mi ha preso per la cravatta e mi ha riportato sul divano. poi si è inginocchiata fra le mie gambe, mi ha slacciato la cintura e i pantaloni. mi ha tirato fuori il cazzo, già completamente duro, lo ha manipolato un po’ e poi, fissandomi negli occhi in un modo tremendamente sexy, lo ha preso in bocca cominciando a succhiare e poi leccare.

mi ha fatto venire premendo ripetutamente con la lingua sul frenulo.

“dove l’hai imparato questo?”

“con il mio ragazzo.” ha detto senza mostrare il minimo imbarazzo.

mi sono vergnognato mentre tiravo fuori una cospicua mancia e l’aggiungevo alla sua paga da babysitter. cosa direbbe mia moglie se sapesse che una ragazzina di una decina di anni più giovane mi ha appena succhiato il cazzo?

V – lui

per un paio di settimane non è più capitato di ritrovarmi da solo con lei ed ormai pensavo che quello che consideravo un “incidente” sarebbe rimasto tale.

poi mia moglie è dovuta andare via qualche giorno per lavoro. ha chiamato lei la babysitter chiedendole la disponibilità per le sere successive. mentre ascoltavo la telefonata mi sentivo ribollire dentro. per scacciare una eccitazione che mi faceva sentire in colpa quella sera mi sono dedicato totalmente a mia moglie, facendola godere come poche altre volte.

la prima di quelle sere, mentre giravo le chiavi per rientrare in casa, sentivo in me una frenesia quasi adolescenziale, ma, mi dicevo e promettevo: “non deve succedere niente.”

VI – lui

stava mettendo a letto il nostro bambino. dopo chiacchierammo del più e del meno. c’era una strana calma nell’aria. era come se entrambi facessimo finta di non sapere cosa era successo l’ultima volta che eravamo stati soli. sperai che superato questo imbarazzo iniziale poi tutto sarebbe stato dimenticato. ma, in qualche posto più profondo del cervello, volevo ardentemente rivivere e ripetere la cosa.

fu lei, con molta naturalezza, a rompere gli indugi. la maledii e la adorai allo stesso tempo.

“vuoi rifarlo?”

VII – lui

mi aprì i pantaloni. ma questa volta non lo prese in bocca. si rialzò e si spogliò, completamente nuda davanti a me. mi infilò un preservativo, che evidentemente aveva in tasca pronto per l’uso, e si impalò su di me, cavalcandomi e porgendomi il seno in modo che lo leccassi.

scopammo. scopammo la sera dopo. e quella dopo ancora. non volle più la mancia però.

VIII – lui

ero in piedi nudo, al telefono con mia moglie, e mentre parlavo guardavo il corpo nudo della babysitter, steso sul letto, sudato e spossato. la conversazione si spostò su argomenti piccanti, eravamo abituati a fare del cosiddetto sesso telefonico. io mi segavo il cazzo, tornato subito duro, grazie alla pazzesca situazione. venni quando la ragazza, accortasi della cosa, si inginocchio sul letto ponendo il viso subito sotto di me, a portata degli schizzi.

IX – lui

“domani torna. noi dobbiamo smetterla. non possiamo continuare. ci siamo detti che è solo sesso e può anche rimanerlo, ma è meglio fermarsi.”

lei annuì, consapevole della pericolosità della possibile evoluzione della situazione.

“voglio solo un’ultima cosa da te. sono disposto a darti una mancia elevatissima. un ultimo regalo per entrambi.”

“ho capito cosa vuoi, ma non l’ho mai fatto. col mio ragazzo abbiamo provato, ma mi faceva male. e tu ce l’hai più grosso del suo.”

“fidati di me. ci vuole esperienza. sarò delicatissimo. poi vedrai che superata la paura riuscirai a farlo anche col tuo ragazzo e lui sarà molto felice di questo.”

“va bene, proviamoci.”

X – lui

io e mia moglie stavamo passeggiando per il centro, spingendo la carrozzina.

“guarda chi c’è!” mi disse lei indicando davanti a noi.

incontrammo la babysitter, anch’ella in giro a fare shopping con il suo compagno. le due ragazze si misero a chiacchierare, mia moglie volle sapere come andava con l’università. l’altra fece una gran festa al mio bambino. dopo quella serata non aveva dato più disponibilità per noi, adducendo come scusa la necessità di un maggiore impegno nello studio.

mia moglie in quell’occasione le disse che non avevamo più trovato una brava come lei a fare la babysitter. chiese la mia conferma e non potei che annuire.

ci salutammo. quando mi baciò sulla guancia mi sussurrò qualcosa all’orecchio: “il mio ragazzo ti ringrazia, anche se non lo sa…”.
mi venne duro.

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