I – lei
“eccolo, è lui!” me lo indica tra la gente che sta uscendo dagli arrivi internazionali dell’aereoporto. non so che faccia abbia il suo amico americano, che ha conosciuto nell’anno in cui ha studiato negli stati uniti e che è venuto a farsi un giro in italia, per visitarla e per rivederlo. so solo che è di pelle scura, viste le origini portoricane. ma non può essere quel ragazzo, quell’unica persona di colore che vedo arrivare verso di noi. se è lui mi aveva tenuto nascosto una cosa: che il suo amico è un figo della madonna. sembra un modello, un metro e novanta di muscoli. sento le gambe molli. sento un languore nelle parti basse all’idea di dover dividere casa nostra con lui per 2 settimane.
II – lei
passai quei giorni sempre sovraeccitata avendo un fusto simile che girava per casa, spesso anche a torso nudo. oltretutto non riuscii a sfogarmi con il mio ragazzo che si negò adducendo stanchezza e la presenza dell’ospite che lo faceva sentire a disagio, nonostante le mie rassicurazioni che non mi sarei fatta sentire.
minacciai di tradirlo proprio con il suo amico, ma si mise soltanto a ridere e non servì a convincerlo.
III – lei
quei due passarono quei giorni sempre in compagnia, che fossero in casa o in giro. io invece non sempre ero presente, avendo anche altri impegni.
ci fu solo una mattina in cui il mio ragazzo doveva assentarsi e rimasi in casa da sola con il suo amico. la sera prima mi aveva fatto particolarmente arrabbiare. per questo motivo e per il fatto che mi stavo immaginando il suo amico che era sotto la doccia, decisi che si meritava un bel paio di corna.
entrai di soppiatto nel bagno e poi mi infilai improvvisamente dentro la doccia, già totalmente nuda. si spaventò, ma non gli diedi il tempo di far nulla saltandogli addosso. con la mano gli avevo afferrato il cazzo alla base. era impressionante quanto fosse grosso già da morbido. però rimaneva tale, non dava segni di risveglio. mi bloccò il polso.
IV – lei
“forse c’è una cosa che non hai capito.” mi disse.
“senti, so che il mio ragazzo è tuo amico, ma non me ne frega niente, mi attizzi troppo.”
“no, non mi sono spiegato. sono gay.”
lo guardai a bocca aperta per alcuni secondi. senza staccare peraltro la mano dal suo sesso.
“ma… ma lui lo sa?”
“e certo che lo sa…”
colsi una strana espressione mentre lo diceva. e mi venne un atroce dubbio.
“lo sa perchè glielo hai detto o lo sa per… altri motivi?”
V – lei
a prescindere dagli inaspettati sviluppi della situazione, ero comunque nuda sotto la doccia insieme ad un maschio con un fisico che, in effetti, col senno di poi, non poteva che appartenere ad un gay, tanto era scolpito e perfetto.
anche le rivelazioni di cui ero venuta a conoscenza mi avevano, in fin dei conti, eccitato. subito ero rimasta sconvolta, poi incazzata, ma alla fine l’idea che il mio ragazzo avesse rapporti omosessuali con il suo amico mi rendeva soltanto un po’ gelosa. gelosa non del mio ragazzo, ma del suo amico.
“ma se fai finta che io sia un ragazzo e mi scopi come scoperesti un ragazzo?” gli chiesi girandomi contro la parete della doccia, mostrandogli e offrendogli le terga.
VI – lei
mi organizzai per nascondermi in casa, nel classico armadio da cui spiare il letto, d’accordo con l’amico. lui avrebbe insistito per farlo nel nostro letto e, visto come mi aveva descritto il rapporto che c’era fra loro, lo avrebbe sicuramente convinto. doveva poi bendarlo, e non sarebbe stata comunque una novità, in modo che io potessi spiare senza problemi.
assistetti ad un rapporto animalesco e sconvolgente. rimasi colpita, ma non in modo negativo, da questa nuova propensione del mio ragazzo ad essere la parte sottomessa. mi aveva detto che non c’era mai stata inversione di ruoli fra loro.
era impressionante vedere l’enorme randello scuro farsi strada tra le chiappe. sembrava impossibile poterlo prendere senza problemi, eppure io potevo testimoniarlo in prima persona, perchè alla fine, sotto la doccia, ero riuscita a convincerlo.