Bugia a fin di bene

I – lei

quando la mia amica, durante una serata alcolica fra amiche, aveva confessato quel loro segreto di coppia avevo fatto l’indifferente, anzi quasi la scandalizzata. invece la rivelazione di quella pratica insolita mi aveva turbato, mi aveva incuriosito. il fatto poi che il suo ragazzo fosse il classico macho muscoloso, da noi tutte sospettato di cornificarla appena possibile, rendeva tutto più intrigante. chi l’avrebbe mai detto che, invece, tra le lenzuola era docile come un agnellino, quasi più propenso a ricevere che a dare. immaginarlo nelle situazioni da lei descritte mi faceva quasi, per così dire, venire l’acquolina in bocca.

nei giorni successivi avevo indagato su internet, scoprendo un mondo di trasgressioni, all’apparenza meno rare di quel che mi aspettavo. mi documentai ed ebbi modo di esplorare un aspetto delle mie fantasie sessuali che era rimasto, fino ad allora, sopito. più ne leggevo e più cresceva in me una strana voglia.

II – lei

passai diverso tempo a studiare il mio ragazzo. ad immaginarmi come l’avrebbe presa, come avrebbe reagito. non dissi mai nulla di esplicito e non riuscii mai ad accennare l’argomento. nelle parole rimaneva un tabù. intanto nella mia testa cresceva il desiderio.

mi capitò di passare una serata in compagnia dell’amica che aveva fatto quella rivelazione e del suo moroso. non riuscii per tutta la serata a togliermi dalla testa le loro evoluzioni erotiche. mentre gli parlavo me lo immaginavo in quelle situazioni e questo mi fece stare tutta la serata su di giri, con un lago fra le gambe. il mio ragazzo fu felice quando rientrammo in casa. raramente ero stata così focosa a letto, ma non seppe il motivo di tanta eccitazione.

III – lei

il giorno dopo mi convinsi a fare il passo. qualche clic su un sexy shop online che già avevo abbondantemente esplorato e non rimaneva che aspettare l’arrivo del pacco.

avevo preparato una seratina coi fiocchi. cenetta romantica in casa e poi subito in camera da letto dove lo stupii spogliandomi e mettendo in mostra della lingerie altamente erotica, ordinata anch’essa su quel sito.

la temperatura della serata si alzò subito e lui si fece audace. ad un certo punto mi chiese una cosa che mi fornì l’appiglio che stavo cercando.

dai, stasera mi sembri dell’umore giusto. perchè non mi lasci provare?” mi chiese mentre con il ditino si infilava tra le mie chiappe, stuzzicandomi l’ano. da tempo mendicava l’accesso al mio posteriore ma io mi ero sempre negata. in quel momento capii che quella poteva essere la chiave. uno scambio equo.

IV – lei

non gli risposi subito e lui insistette. intanto il dito era diventato più audace, entrando ormai tutto nel mio ano.

“facciamo così.” gli sussurrai con voce roca all’orecchio. “tu mi lasci fare una cosa a te e io ti concedo il mio culetto.”

avevo il suo cazzo in mano e lo sentii sobbalzare.

ridillo.” mi ordinò.

“ti ho proposto uno scambio equo. se ci stai mi faccio inculare.”

oh, sì. qualsiasi cosa. voglio il tuo culo.

“sei sicuro? sei disposto a tutto pur di poter sodomizzare questo mio culetto vergine?” lo provocavo apposta, sperando che poi non si sarebbe tirato indietro. in fondo mai come in questo momento lo capivo, eravamo in sintonia perfetta.

“allora vado a prepararmi” gli dissi andando un attimo in bagno, dove avevo nascosto il mio acquisto.

V – lei

indossai una vestaglia prima di tornare in camera. andai verso di lui che era seduto al bordo del letto, appoggiato sui gomiti con il cazzo bello in tiro. appoggiai un ginocchio fra le sue gambe e lasciai che la vestaglia si aprisse. lui sgranò gli occhi alla vista di quel cazzo finto che penzolava fra le mie gambe. deglutì e mi guardò.

e qu-quello co-cos’è?” balbettò.

“a te cosa sembra?” risposi io un po’ sarcastica.

cosa vorresti farci?

“voglio la stessa cosa che vuoi tu da me. mi sembra uno scambio equo.” sorrisi.

rimase immobile e muto. vedevo in lui timore e indecisione. non sapeva cosa dire. guardai il suo cazzo che non si era sgonfiato di un millimetro e lo interpretai come un buon segno. pensai che nel profondo lo voleva, doveva solo riuscire ad ammetterlo con se stesso.

“ricordati cosa ti dò in cambio…” gli dissi roteando su me stessa e sbattendogli il mio sedere in faccia.

VI – lei

fai piano.” disse lui.

“fai piano.” gli avrei detto io pochi minuti dopo.

“lo senti? è entrato tutto.” gli dissi io.

lo senti? è entrato tutto.” mi avrebbe detto lui.

dai, scopami.” mi incitò.

“dai, fottimi il culo.” l’avrei incitato io.

“è stato bellissimo. eri docile ma virile con il mio cazzo finto su per il culo.” gli dissi io al termine.

è stato bellissimo. eri troppo sexy mentre lo prendevi nel culo.” mi avrebbe detto lui, esausto, al termine.

VII – lei

ti ho guardato il culo stamattina, prima di uscire, mentre ancora dormivi. era così perfetto… non avrei mai detto che la sera prima fosse stato violato. lo rifaremo?

mi scrisse questo sms il mattino. dopo.

“quale delle due cose vuoi rifare?” gli risposi io.

tutte e due.” rispose immediatamente, evidentemente senza pensarci.

VIII – lei

incontrai quella mia amica che aveva dato inizio a tutto, con il suo racconto che aveva generato in me quelle voglie. volevo in qualche modo ringraziarla e avevo bisogno di condividere con qualcuno quelle sensazioni.

“ti ricordi quella sera, quando ci hai raccontato cosa fai con il tuo ragazzo?”

“oh, quello.” sembrava imbarazzata. “scusami per le cose che ho detto. ero ubriaca. ora mi vergogno. mi sono inventata un po’ di cose.”

“inventata? vuoi dire che…”

“speravo ve ne foste dimenticate. mi volevo vendicare perchè lui aveva raccontato delle cose su di noi ai suoi amici, ingigantendole e facendomi passare come una ninfomane. allora anch’io ho un po’ esagerato. diciamo che non sono andata al di là di un ditino mentre glielo succhiavo. tutto il resto è inventato.”

“oh…” faticai a nascondere la mia delusione.

“ma perchè lo hai ritirato fuori?”

“ah, niente, niente. ecco era proprio perchè mi sembrava inverosimile. sai, quelle cose, il tuo ragazzo. non mi sembrava il tipo.” cercai di rifugiarmi in angolo.

“eh, sì, sì… no, no, era tutto falso.” si mise a ridere.

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