I – lui
marito e moglie, sui quarant’anni, gestivano un villaggio turistico sulla costa sarda. avevo letto che cercavano un maestro di tennis per la stagione estiva e mi presentai al colloquio. il club era abbastanza esclusivo e non nutrivo molte speranze di essere preso. conoscevo in zona altri possibili pretendenti e molti avevano più esperienza di me ed erano migliori di me come tennisti.
incontrai i due, nel villaggio che si preparava all’apertura estiva. mi presentai, come da richiesta, in tenuta da gioco. giocai con il marito per venti minuti. lui era un discreto tennista ma chiaramente non al mio livello. mi sforzai non tanto di batterlo quanto di giocare in bello stile.
successivamente vollero farmi una breve intervista. mi sarei aspettato che questa si sarebbe svolta nell’ufficio, invece cominciò subito nello spogliatoio adiacente al campo. anche la moglie entrò nello spogliatoio dopo che ebbero confabulato un po’ fuori dalla porta.
II – lui
“ci sembri molto adatto al ruolo.” esordirono così ma io pensai che fosse una formula di rito per dirmi che mi liquidavano. “ci sarebbero solo alcune domande a cui vorremmo che rispondessi. sono domande un po’ personali per cui sei liberissimo di non rispondere. sappi però che se le risposte ci soddisferanno il posto è tuo.”
strana richiesta, pensai. li invitai a farmele. non capivo cosa volesse dire “personali”. avrei valutato se rispondere o meno in base alla domanda.
“sei fidanzato?” chiese lui
“no” risposi.
lui sembrò subito indugiare, sembrò cercare parole che non trovava per farmi altre domande. intervenne la moglie, più spigliata.
“hai qualche preclusione nei confronti del sesso occasionale?” molto diretta
“mmmh… no.” mi chiesi dove avrebbe portato questa intervista. pensai che fossero una coppia dedita allo scambismo, ma mi sbagliavo.
“sei eterosessuale?”
“sì.”
“hai mai avuto rapporti omosessuali o semplici curiosità a riguardo?”
io guardai lui. pensai che volessero che scopassi con lui. luì capì la mia esitazione e intervenne.
“non pensare male. non vogliamo che tu faccia niente con noi. è per il lavoro.”
III – lui
mi spiegarono che era molto frequente che chi prendeva lezioni di tennis nel loro villaggio si aspettasse qualche extra oltre alla lezione. non sapevano se fosse una cosa normale o se il loro villaggio avesse acquisito questa fama grazie ad alcuni maestri particolarmente seducenti che avevano avuto in passato.
in ogni caso per quest’anno erano scoperti e cercavano qualcuno che oltre al tennis garantisse gli extra, che avesse quindi il phisique-du-role e l’attitudine giusta. io, seppur non fossi parso il migliore maestro, ero il più prestante, il più carino e il più sexy. poi avevano voluto controllare la “attrezzatura” rimanendo positivamente impressionati dalla mia dotazione. “ancora meglio di quello dell’anno scorso.” disse lui. “e me lo ricordo bene…” aggiunse lei.
“guarda, da noi viene gente facoltosa, in genere a prendere lezioni sono le donne, magari trascurate dai mariti ma spesso sono belle e anche giovani. non è raro che lascino anche delle buone mance al maestro. capita però che anche delle coppie vogliano lezioni e magari il maritino non vuole solo guardare o farsi la moglie insieme a un altro. ci sono anche uomini single. per questo sarebbe meglio se non ci fossero problemi in tal senso. è chiaro che non sei obbligato a far niente che non vuoi. ma i benefici ci sono anche per te. ti passi una estate scopando come mai nella vita e ti becchi un casino di mance. pensaci.”
avevo il cazzo duro mentre mi descrivevano l’incredibile situazione che mi si sarebbe presentata. firmai subito.
IV – lui
il primo giorno un ragazzo che lavorava al villaggio mi illustrò tutte le cose che dovevo sapere e mi mostrò il mio alloggio.
mentre io poggiavo le mie valigie mi guardava, appoggiato allo stipite della porta.
“e così tu sei il nuovo maestro di tennis.” commentò chiaramente inutilmente dato che già lo sapeva perchè così mi ero qualificato. “ho sentito dire che sei meglio di quello dell’anno scorso.” il tono faceva chiaramente capire cosa intendeva con quel “meglio”.
mi limitai ad annuire, per vedere dove volesse arrivare.
“però ho saputo anche che ‘contro i maschi’ non hai mai giocato. pensi di continuare a non farlo?”
“non lo so. vedremo chi saranno i miei possibili avversari.”
“ho capito. se vuoi qualcuno con cui fare qualche partita di allenamento, per non essere impreparato, io ci sono. con palle e racchetta ci so fare.” avevo avuto il sospetto fin da subito che fosse gay e ora ne avevo avuto la conferma.
lo guardai ed esitai. forse non aveva tutti i torti. forse avrei dovuto provare con qualcuno per vedere se ce la facevo o no. per non bloccarmi sul più bello.
V – lui
la prima settimana pensai di essere stato preso in giro. diedi lezioni tutti i giorni ma non colsi mai nessuna avance da parte nè di uomini nè di donne. io non volli farmi avanti in nessun modo, lasciavo solo la “porta aperta” nel caso avessero voluto. non volevo grane con clienti che magari si offendevano.
mi stavo rassegnando al fatto che forse l’evento si sarebbe verificato in modo molto sporadico quando arrivò la prima occasione. era una donna sui quarant’anni, molto appariscente e vistosa nel fisico e nel vestire. l’avevo vista in giro con un marito molto più vecchio di lei.
“sei nuovo, non sei quello dell’anno scorso.” mi disse un po’ delusa quando mi presentai al campo. però mi squadrò dall’alto al basso e sembro tornarle il sorriso. a tennis era una frana. non sembrava impegnarsi molto e non sembrava interessata alla lezione. ogni scusa era buona perchè io le andassi vicino e la guidassi nei movimenti. lei più che seguire le mie indicazioni si strusciava su di me.
dopo la lezione non feci in tempo a cominciare a spogliarmi che già si era presentata, nuda, nel mio spogliatoio. senza dire nulla mi si avventò contro.
“sei più grosso di quello dell’anno scorso, non ci credo!” disse compiaciuta quando mi abbassò i pantaloncini e si fiondò ad ingoiare il mio sesso.
una volta al giorno, per tutta la settimana, volle scopare nello spogliatoio, sotto la doccia, sul lettino per massaggi, sul campo da tennis la sera con le luci spente. non prese altre lezioni, veniva solo per scopare.
adorava succhiarmelo. poi voleva che ricambiassi a lungo.
VI – lui
quella donna sembrò aver dato il via alle danze. dopo di lei fu un continuo.
la ragazzina, di cui mi volli assicurare la raggiunta maggiore età, quasi spaventata dalle mie dimensioni, ma decisa a sperimentarle.
la coppia di amiche non sufficientemente in confidenza fra loro da farlo in tre, ma che mi invitarono nel loro bungalow per due sere di fila, una con ciascuna di loro.
arrivò anche la prima coppia con lui guardone che mi incitava a non farmi scrupoli a fottergli e a sodomizzargli la moglie davanti agli occhi.
le donne sposate erano le più frequenti. i mariti, forse ignari o forse no, le aspettavano altrove mentre io le scopavo nello spogliatoio, o nel bagno della discoteca del villaggio, oppure nei loro bungalow di giorno o in spiaggia di notte.
V – lui
arrivò anche il momento del rapporto omossessuale. un bel ragazzo, sposato, si fece avanti quando fummo entrambi nudi nello spogliatoio.
non mi feci trovare impreparato. alla fine avevo accettato di “allenarmi” con il collega del primo giorno. superai con lui pian piano le mie inibizioni, arrivando ad apprezzare le sensazioni fisiche, indubbiamente piacevoli, a prescindere dal sesso del partner.
mi ero preparato a fare tutto, ma quell’uomo preferì rimanere passivo, come anche gli altri che mi capitarono. in genere volevano essere scopati e trattati come delle troie, soprattutto quelli che si dichiaravano etero.
VI – lui
“sto sentendo parlare molto bene di te, sai?” mi disse la padrona un giorno. “qualcuna mi ha già chiesto se ci sarai anche l’anno prossimo.”
“da parte mia la disponibilità c’è.” risposi. “è il lavoro migliore che potessi trovare.”
questa promessa l’avrei volentieri mantenuta se non fosse stato per l’infortunio che subii durante un torneo a cui partecipai. la lunga riabilitazione non fu sufficiente per farmi tornare a giocare a tennis. dovetti trovare un nuovo lavoro, per mantenermi. l’esperienza al villaggio mi fu comunque d’aiuto. iniziai un po’ per caso, sfruttando anche alcune delle donne che mi scopai in quell’estate. mi proposi come gigolò. pian piano mi formai una clientela fedele e generosa. ovviamente accettavo clienti di ambo i sessi.