I – lui
quando li vidi mi resi conto che non era la prima volta che frequentavano il mio bar. marito e moglie, lui sui 40, vestito in maniera distinta e lei sui 30, elegante ma con qualche tocco ai limiti del volgare, come ad esempio degli stivali di pelle aderenti e sopra il ginocchio e con un tacco altissimo, un indumento quasi da sexy shop.
quella sera li osservai. dopo un po’ vennero raggiunti da un uomo abbastanza giovane, forse anche più di lei. era un bel ragazzo, dal fisico molto atletico. mi colpì come lei accolse il ragazzo e come si sedette vicino a lui, allontanandosi dal marito. quando mi capitò di andarli a servire colsi conversazioni di circostanza.
ad un certo punto la moglie e il ragazzo si alzarono e si recarono nei bagni. stettero via qualche minuto e poi tornarono. lei aveva stampato in volto un gran sorriso. il marito rimasto solo mi era sembrato nervoso.
a quel punto se ne andarono tutti e tre. mentre il marito pagava, la moglie e il ragazzo uscirono dal bar a braccetto.
II – lui
li rividi qualche mese dopo. lei era sempre tiratissima, con vestiti provocanti e scarpe col tacco. di viso non era bellissima ma il corpo che si intuiva sotto i vestiti era da infarto.
dalle mie osservazioni mi sembrò di intuire un cambiamento di comportamento quando venivano raggiunti dalla persona a cui evidentemente davano appuntamento. prima sembrava che a comandare nella coppia fosse lui, lo si capiva dagli atteggiamenti, dalle espressioni. quando arrivava un altro uomo, in quel caso era un affascinante quarantenne brizzolato, i ruoli si invertivano. lei acquisiva sicurezza e il marito diventava più dimesso.
con la coda dell’occhio notai lei che passo la mano, in modo discreto, sulla patta dei pantaloni dell’uomo accompagnando il gesto con una espressione eloquente. subito dopo si alzarono e se andarono, salendo su un’auto molto costosa.
III – lui
si ripresentarono dopo un paio di settimane. questa volta però la loro attesa si rivelò più lunga. guardavano nervosamente l’orologio e notai che provarono a chiamare qualcuno al cellulare inutilmente. l’ora di chiusura del bar si avvicinava.
quella calda sera lei aveva una minigonna che metteva in risalto le gambe e delle scarpe aperte con zeppa e tacco altissimo. alla caviglia notai una cavigliera dorata con un pendaglio.
“fra poco chiudiamo, signori, temo che dovrete aspettare il vostro ospite altrove.” dissi con loro.
“d’accordo.” rispose lui. “ma come sa che stiamo aspettando qualcuno?”
“perdoni l’invadenza signore, ma io presto sempre molta attenzione ai miei clienti. ho notato i vostri gesti e poi non è la prima volta che vi vedo qui.” lei mi guardò. non sembrò seccata, ma quasi curiosa.
“vedo che non le sfugge niente. è molto attento ai dettagli.” intervenne lei e percepii il cambio di ruoli. il marito si tirò all’indietro.
“se intende dettagli come la sua cavigliera non si sbaglia, signora.” risposi io sorridendo e facendo cenno a quel segno di riconoscimento per mogli disponibili.
“lei ha da fare dopo la chiusura del bar?” mi chiese lei. notai che lanciò diverse occhiate verso la mia zona pubica, come per cercare di intuire quanto fossi dotato.
IV – lui
aveva voluto controllare prima di portarmi con loro. eravamo andati un attimo in bagno ed io avevo abbassato i pantaloni. lei aveva lanciato un gridolino di piacere alla vista.
ci stavamo dirigendo con la loro auto verso un motel in zona. il marito, che aveva completamente assunto il ruolo di sottomesso, era alla guida. noi due dietro. lei mi stava succhiando il cazzo. ogni tanto si interrompeva e descriveva al marito quanto ce l’avessi grosso.
arrivati al motel ci dirigemmo subito nella stanza, accessibile dalla strada, che, evidentemente, avevano preventivamente affittato. il marito rimase in macchina. la stanza, come tutto il motel, era chiaramente pensata per incontri di questo tipo. l’arredamento pacchiano ma evocativo, gli specchi ovunque e il bagno con un immensa vasca idromassaggio erano lì a testimoniarlo.
lei fu insaziabile e disponibile. volle essere trattata da puttana e presa in ogni buco.
V – lui
quando si ritenne soddisfatta mi mandò via dicendo che il marito mi avrebbe riaccompagnato a casa. stupito e quasi imbarazzato mi ritrovai a fianco dell’uomo che, come se niente fosse, mi riportò al bar.
senza la moglie presente e pur in presenza di colui che la aveva appena scopata, riacquistò sicurezza e carattere. parlammo del più e del meno, di calcio soprattutto.
“forse ci rivedremo.” mi disse lui quando ci congedammo. “dipende da mia moglie.”