I – lui
la vidi, dopo diversi anni, in fila per entrare nella discoteca. eravamo stati insieme per circa un anno poi ci eravamo lasciati per incompatibilità fra i nostri due caratteri. peccato perchè l’intesa sessuale era sempre stata ottima.
era ancora bellissima e, per quel che avevo intravisto, vestita in maniera molto seducente, con un vestito che lasciava intuire che splendido corpo avesse.
una volta dentro la individuai e rimasi ad osservarla a distanza. sembrava insieme a degli amici. non vidi nessun ragazzo che dava l’impressione di essere il suo.
II – lui
sulla pista la puntai. mi feci largo tra le persone fino ad arrivarle vicino. era attorniata da molti uomini, ma nessuno le si avvicinava. io mi assicurai che non avesse al fianco un compagno e mi feci avanti cominciando a ballarle molto vicino.
subito non fece caso a chi ero ma non sembrò infastidita dalla mia presenza. poi, giratasi verso di me, mi vide. ci guardammo per un attimo negli occhi, continuando a ballare. a quel punto cominciò a muoversi in maniera ancora più sensuale, premendo più volte le sue terga su di me.
andammo avanti qualche minuto, poi io mi allontanai. non ci eravamo detti niente anche perchè il volume della musica non lo avrebbe consentito. la vidi che mi cercò con gli occhi ma mi perse, in mezzo alla calca.
III – lui
“ciao.” le dissi nell’anticamera dei bagni. l’avevo tenuta d’occhio con lo sguardo, dalla parte rialzata della discoteca, e quando l’avevo vista dirigersi in bagno l’avevo seguita.
“ciao.” rispose lei, sorpresa, e un po’ imbarazzata.
“come va?”
“bene, grazie. e tu?”
“sei in compagnia?”
“sì, sono con degli amici e con… il mio uomo.”
“non avevi nessuno al fianco quando abbiamo ballato.”
“sì, lui non balla.”
“pensi che ci abbia visto?”
“mmmh, no. spero di no.” abbassò gli occhi.
“perchè non vieni un attimo fuori. facciamo due chiacchiere.”
“no, no, non posso.”
IV – lui
“sei ancora meglio di quanto ricordassi.” le sussurrai mentre con la mano le premevo leggermente la nuca, accompagnandone i movimenti. eravamo nella mia auto, nel parcheggio della discoteca. mi aveva seguito, ci eravamo detti due banalità sulle nostre vite e poi io mi ero slacciato i pantaloni. lei, senza obiettare nulla, si era chinata ed ora me lo stava succhiando e leccando come ai bei tempi.
“mmmm” mugolò in risposta.
“vuoi che ti venga in bocca, così poi quando baci il tuo uomo sente il sapore di quanto sei troia?” lei si rialzò.
“sei sempre uno stronzo.”
“una volta ti piaceva quando ti parlavo così.”
“ok, basta.” si staccò da me ed aprì la portiera dell’auto. io scesi dalla mia parte e girai attorno all’auto per intercettarla, il tutto con il cazzo che penzolava fuori dai pantaloni. la bloccai contro l’auto e la feci girare in modo che mi desse la schiena.
“ti piace ancora farlo in quel modo? da lui te lo fai fare?” scosse la testa, non so di quale domanda era la risposta, ma spinse indietro le natiche, come a sentire meglio il mio cazzo che le premeva contro.
V – lui
le alzai la gonnellina ed abbassai il perizoma. con una mano la tenevo schiacciata contro l’auto, con l’altra le infilai due dita in bocca.
“insalivamele bene. non voglio farti male.” obbedì senza fiatare.
con le dita le inumidii la zona dell’ano. poi gliele infilai nella fica, molto umida, per usare anche i suoi umori come lubrificante. infine la penetrai.
“ti piace? ti ricordi quanto ti piaceva?”
“cazzo quanto è grosso. che bello…” biascicò dopo vari mugolii e urletti.
eravamo in una zona defilata del parcheggio, ma sicuramente qualcuno ci vide ed era inequivocabile quello che stavamo facendo.
VI – lui
dopo averle riempito l’intestino di sborra mi staccai, lasciandola aggrappata all’auto, con le mutande a mezza gamba. lei impiegò un po’ a riprendersi.
“ciao e… grazie.” mi disse prima di tornare verso la discoteca dove forse il suo uomo la stava cercando.
sembrò volermi dire altro. ma poi scosse la testa e rinunciò.
osservai il suo culo adultero e ondeggiante mentre si allontanava camminando sui tacchi.
perche’ sempre gocciolanti adoranti del tuo sesso queste donne manichino? e’ cosi’ importante? piu’ importante di qualsiasi cosa? tutti quelli che ho letto dicono una cosa sola: il tuo cazzo penetra ovunque senza mai fallire, in tutti sensi.
mi dispiace se le donne appaiono come manichini. in realtà io le vorrei raffigurare (nella maggior parte dei racconti) come la parte più forte (quella che decide) di una relazione.
per il resto, come ho già detto, voglio scrivere racconti che rispecchino delle fantasie e le fantasie sono prive di fallimenti, di problemi e di imperfezioni.
beh si manichini. hanno sempre le stesse caratteristiche. caratteristiche fisiche, forti? non ne delinei la personalità. ma solo un aspetto, quello della seduzione fisica che deriva da una sorta di perfezione fisica, una voglia irrefrenabile e una totale compiacenza. guarda che si vede bene che sei tu che le dirigi, alla fine soddisfano sempre il tuo desiderio. o, se vuoi dire il loro…corrisponde sempre al tuo.
forse dico troppo dovrei leggerne di più, ma ne ho letti un po’.
aspettavo di leggerne di nuovi, magari i commenti dei tuoi lettori ti hanno influenzato un po’.
ma in quanto tempo ne hai scritti così tanti?