Sotto il vestito niente

I – lui

in mezzo alla confusione della festa la mia attenzione è catalizzata da una ragazza. le giro attorno più volte, cercando di non farmi notare e di non far vedere che lo faccio solo per osservarla. soprattutto devo fare tutto ciò senza che la mia compagna si accorga di niente.

è bellissima ed ha un fisico che è una bomba, ma la cosa per cui non riesco a toglierle gli occhi di dosso è il vestito. un vestito nero, aderente che parte dal collo e le arriva sopra le ginocchia. è un vestito particolare, coprente ma traforato. sotto ad esso, infatti, si intravede la pelle nuda.

è tutta la sera che cerco di togliermi il dubbio che mi ha colto appena l’ho vista. l’impressione che viene data da quel vestito è che sotto ad esso non abbia niente, ma penso sia impossibile che sia veramente nuda. per questo la scruto alla ricerca di un indizio che riveli della biancheria intima.

finalmente la mia ragazza si allontana per andare in bagno. lei è vicina ad un tavolo col buffet e ne approfitto per andare a prendere da bere, posizionandomi subito dietro di lei.

le guardo la schiena, le guardo le natiche. sotto al vestito non scorgo assolutamente nulla. il tessuto aderisce alla curva del sedere.

le giro attorno, sta parlando con un’amica, e faccio in modo di guardarla dal davanti. sul seno è inequivocabile l’assenza di reggipetto. osservo più in basso ma nell’ombra non si vede nulla.

rapito dalla visione non mi accorgo che hanno smesso di parlare e mi guardano a loro volta.

II – lui

“cerchi qualcosa?” mi chiede lei con tono duro.

io arrossisco e balbetto, colto con le mani nel sacco.

“se cerchi qualcosa puoi anche piantarla subito: non c’ho niente sotto.”

“no, ma… non volevo…” non so cosa dire. mi vergogno e spero che non torni la mia ragazza.

“ti ho eccitato?” mi viene vicino e mi parla nell’orecchio. “vorresti venire in bagno con me che ti dimostro che sotto al vestito non ho nulla?”

“eh?”

“sta arrivando la tua ragazza. aspetto che chiedo con lei se puoi venire.”

mi giro di scatto, terrorizzato. in effetti sta tornando. in un secondo cerco di riacquistare un espressione normale, sperando che il rossore del viso sparisca. faccio finta di niente e mi allontano da quelle due che intanto stanno ridendo alle mie spalle.

“tutto ok?” mi chiede la mia ragazza.

“sì, sì. mi è solo andato un po’ di storto lo spumante e ho tossito.” mi invento io per giustificare il mio evidente stato di alterazione.

III – lui

cercavo di non farlo più, ma continuavo a guardarla, rimanendo distante. spesso i nostri sguardi si incrociavano e lei mi faceva un sorriso o l’occhiolino. il mio cazzo non ne voleva sapere di andare del tutto a riposo.

cercai di distrarmi e di non pensare più a quella ragazza stupenda e tentatrice.

“dove sono i bagni?” chiesi ad un certo punto alla mia compagna.

“dentro la villa, c’è un corridoio sulla destra a fianco dell’ingresso. vai in fondo e li vedi.”

seguii le indicazioni. il bagno era composto da un antibagno con il lavandino e dal bagno vero e proprio. tutto molto lussuoso, in tono con il posto in cui si svolgeva quella festa.

IV – lui


“ooops. non sapevo che questo fosse il bagno degli uomini.
” disse la ragazza, girandosi verso di me che uscivo dal bagno e mimando teatralmente stupore e imbarazzo, portandosi la mano di fronte alla bocca aperta.

si era chiaramente infilata nell’antibagno mentre io ero al cesso e non penso proprio che l’avesse fatto per caso. evidentemente mi aveva seguito.

“è chiusa.” disse notando che il mio sguardo era andato istintivamente verso la porta. il suo tono era cambiato. se prima aveva finto ingenuità ora la voce era calda e sensuale.

si girò dandomi le spalle e spingendo in fuori il sedere. si guardava allo specchio, lavandosi le mani. ogni tanto il suo sguardo passava dal suo viso al mio, attraverso lo specchio. lo sguardo era, senza ombra di dubbio, invitante e provocante, ma mai quanto quel vestito.

V – lui

alzai con le mani il vestito facendolo salire fino alla vita e mettendole in mostra il culo, effettivamente nudo. lei contemporaneamente si abbasso la parte superiore. il vestito ora le cingeva soltanto i fianchi. non aveva nient’altro oltre a quello e alle scarpe col tacco a spillo altissimo.

mi slacciai, con foga, i pantaloni estraendo il cazzo che ormai mi scoppiava, poi mi feci avanti premendo il mio corpo contro il suo.

“fermo, fermo.” mi disse lei facendomi no col dito davanti agli occhi. “non stai dimenticando qualcosa?” con la mano pescò dalla sua borsetta e tirò fuori dei preservativi. “scegli pure quello che vuoi.” mi disse.

“giusto, giusto.” dissi e li guardai. “va bene questo?” ne presi uno e glielo feci vedere.

“perchè proprio quello?”
chiese lei in tono malizioso.

“perchè c’è scritto che è lubrificato, ed è meglio che lo sia per quello che ti voglio fare.”

“ottima scelta, allora.”
spinse il culo all’indietro appoggiandolo al mio sesso.

VI – lui

ci guardammo negli occhi attraverso lo specchio. fu uno spettacolo vedere le sue espressioni, prima di lieve dolore poi di goduria senza freni mentre il mio siluro di carne le esplorava le viscere.

finito il breve amplesso si rimise a posto il vestito e come nulla fosse se ne uscì dal bagno, dopo avermi confidato: “stasera sei stato il migliore. alla prossima.”

mi risciacquai e rinfrescai prima di tornare fuori.

“ci hai messo molto.” mi disse la mia donna.

“c’era la fila. sai, con tutto l’alcool che stanno bevendo molti hanno bisogno del bagno.” risposi io.

non la vidi più in giro per la festa, nè lei nè la sua amica. probabilmente se ne era andata subito dopo.

VII – lui

“ma tu l’hai notata quella tipa con quel vestito che sembrava quasi nuda?” mi chiese la mia fidanzata mentre in macchina stavamo tornando a casa dopo la festa.

“quale?” dissi io, mantenendo self control.

“dai, dimmi la verità, non ci credo che non l’hai notata.”

“ok, va bene. l’ho notata, non potevo non farlo, era molto vistosa.”

“ti piaceva?”

“in che senso? perchè me lo chiedi?”

“come pensi che mi starebbe un vestito del genere?”

VIII – lui

la guardai. mi sorrise. allungai una mano e la infilai sotto la sua gonna.

“sei eccitata?”

“se trovi una piazzola fermati. ho voglia di scopare. subito.”

ci fermammo poco più avanti.

“ce l’hai un preservativo?” mi chiese. io rovistai nel cruscotto. di solito ce n’era sempre almeno uno.

“temo di no.” risposi.

“cazzo. non posso farne a meno. va be’, prova a mettermelo dietro, ma fai piano.”

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