I – lui
“Ciao, come stai?” lo accolsi in casa, stringendogli la mano.
“Non c’è male, dai. Voi, tutto bene?”
“Sì, sì, accomodati.” Vidi che si guardò attorno, come per cercare qualcuno.
“E’ ancora di là.” dissi intuendo la sua richiesta.
“Si sta preparando, sai com’è…”
“Già. Di solito però è una attesa che vale la pena fare.” Sorrise.
“Dove andate stasera?”
“La porto al LustForLife. Dovrebbero esserci un paio di amici.”
“Uomini? O una coppia?”
“Uomini. Sono fidati, tranquillo.”
“Lei lo sa?”
“No. E’ una sorpresa.”
II – lui
“Wooow!!!” urla e fischi di approvazione accolsero l’arrivo di mia moglie in sala da pranzo.
Erano ore che si preparava, si lavava, si depilava, si truccava e si vestiva. Il risultato era una splendida trentenne, con un trucco leggero, capelli tirati su, un vestitino aderente e luccicante chiuso a fascia intorno al collo con una apertura fra i seni – niente reggiseno, dunque – e che lasciava la schiena scoperta; più sotto finiva con una gonnellina al ginocchio sempre aderente ma con tante frange che si muovevano ad ogni minimo movimento. Non glielo avevo mai visto, doveva essere un nuovo acquisto. Le gambe lisce, lunghe e perfette, finivano con delle scarpette dal tacco a spillo che lasciavano praticamente nudo il piede, avendo solo delle sottili fascette per chiudersi. Aveva una borsettina a tracolla e niente altro. Pensai proprio che probabilmente non aveva addosso niente altro, neanche qualcosa nascosto dal vestito. Mi venne una erezione istantanea, a vederla.
III – lui
“Allora ciao e divertitevi ma… mi raccomando.” guardai più lui che lei.
“Tranquillo.” mi fece cenno col pollice.
“Dai, tesoruccio, non ti preoccupare.” mi fece mia moglie. “Non aspettarmi alzato però, non so a che ora torno.”
“Probabilmente ci fermeremo da me.” aggiunse lui.
“Allora a domattina.” disse lei. “Tu che fai qui tutto solo, stanotte?” sapeva la risposta, ma voleva sentirselo dire.
“Credo che mi tirerò delle seghe, pensando a te.” era la verità.
“Oooh, poverino.” fece lei con tono di scherno “Stavolta cerco di bere di meno, così magari mi ricordo più cose da raccontarti, sei contento?”
“Tranquilla che stanotte non te la dimentichi.” fece lui, generando in mia moglie una reazione di eccitazione, si strusciò su di lui, lo baciò in bocca e gli palpò il pacco, tutto lì davanti a me.
Stavano uscendo, lui ovviamente la sospingeva con una mano sulla chiappa. “Ah, in bagno ho lasciato un po’ di casino, se non ti dispiace… scusami…” disse lei da fuori dalla porta.
IV – lui
Mia moglie era una persona ordinata e non avrebbe mai lasciato in disordine il bagno se non per un motivo preciso. Faceva tutto parte del nostro gioco di complicità, del mio essere cornuto consapevole e consenziente. Non era un caso quindi che avesse lasciato lì, in bella vista, la peretta che usava per farsi i clisteri. Non che ci fosse bisogno di quell’indizio per immaginarlo, ma in quel modo metteva bene in chiaro le sue intenzioni per la serata, umiliandomi ancora di più. Mentre riassettavo riflettei sul percorso che ci aveva portati in quella situazione delicata. Le prime corna non erano state concordate, anzi la colsi sul fatto sorprendendo però me stesso per la reazione che ebbi. Quando avevo la mente lucida mi odiavo per questa mia inclinazione ma non riuscivo a resistervi. Mi piaceva, mi eccitava sapere che mia moglie la dava ad altri, anzi che faceva proprio la troia più con altri che con me. All’inizio lei era rimasta molto stupita poi aveva accettato di buon grado queste mie fantasie. Cercammo subito di indirizzare la cosa in modo che non ci sfuggisse di mano e lei si creo una stretta cerchia di amanti affidabili.
V – lui
“Ciao, amore, come va?” capitava spesso che mi chiamasse durante le sue uscite.
“Eh, ero su internet che chattavo con uno. Gli stavo raccontando che mia moglie era in giro a fare la troia.” avevo un tono un po’ seccato, ma recitavo.
“Oh, mi dispiace. Io mi sto divertendo. Sai, abbiamo incontrato due amici di Mario. Ora stiamo andando a casa di uno di loro. Ha una villetta in riva al mare. Ha detto che ha anche una piccola piscina.”
“Come sono?”
“Sono carini. Siamo in auto e io sono dietro in mezzo a loro. Gli ho chiesto se si abbassavano i pantaloni per farmi vedere come erano messi ma hanno detto che devo aspettare. In compenso mi stanno accarezzando dappertutto. Si sono accorti che non ho le mutandine. Dici che rischio di passare per una facile?”
“Hai già fatto qualcosa?”
“No, abbiamo ballato, mi sono strusciata un po’ addosso a loro e addosso ad altri. Ah, sì, va be’, all’andata ho fatto un pompino a Mario, ma quello non conta.”
“…”
“Che fai? Non dici nulla? Ti stai masturbando?”
“Sì, sei una troia. Ho visto il clistere in bagno. Era proprio necessario?”
“Ssssh, dai che ti sentono, sei in viva voce.”
VI – lui
“Su, è tardissimo.”
“Dammi solo il tempo di farmi una doccia. Non vorrai che venga al pranzo con addosso l’odore dei maschi che mi hanno scopata stanotte, no?”
“Ok, ma sbrigati.”
La osservai a lungo durante il pranzo domenicale con tutti i parenti. Era elegante e sobria, come una perfetta mogliettina. L’amavo e mi sembrava incredibile la metamorfosi sua e del nostro rapporto nel giro di poche ore. Poco prima, in chiesa durante la cerimonia della comunione di uno dei nostri nipotini, mi erano venuti pensieri poco consoni al luogo e, con un impeto trasgressivo, le avevo sussurrato nell’orecchio:
“Non mi hai ancora raccontato nulla di ieri sera.”
“Ah, non ti preoccupare, l’ho raccontato al prete, prima, in confessionale. Mi ha assolto dai miei peccati.” mi guardò con un sorriso diabolico – in chiesa! – e pensai che non fosse vero, anche se… qualche momento prima si era in effetti assentata per un po’…
VII – lui
“Allora? Posso sapere qualcosa?” le chiesi mentre in auto tornavamo verso casa, al termine della festa domenicale.
“Mmmmmh.” si lamentò. “Lo sai che devo essere ispirata per raccontarti quelle cose. Stasera, mentre scopiamo.”
“Ma lo sai che se me le racconti mentre lo facciamo io poi vengo subito!”
“Non ti preoccupare che poi so come risvegliarti.” sorrise maliziosa.
“Dai, non mi vuoi dire proprio niente?” insistetti.
“Ok, allora ti dico questa: Jason, uno degli amici di Mario…”
“Ah, era straniero?”
“… di colore, e non aggiungo altro. Dicevo che Jason mi ha dato una idea: una cosa che potrebbe migliorare ancora il nostro rapporto, se sei d’accordo.”
“Dimmi.”
“Quando ha capito che rapporto c’era fra noi due mi ha chiesto se di solito tu fai da schiavo agli uomini che io mi scopo. In che senso?, gli ho chiesto io. In tutti i sensi, ha detto lui, anche dal punto di vista sessuale. Cioè? gli ho chiesto e lui mi ha detto che una volta una che si stava scopando davanti al marito ha voluto che lui gli prendesse in bocca il cazzo, per ripulirglielo e poi ha voluto che il marito si facesse anche sodomizzare. Tu che ne pensi? Ti piacerebbe partecipare in questo modo? Perchè ti stai fermando?”
Accostai a bordo strada. Le parole di mia moglie mi stavano facendo impazzire.
“A te piacerebbe?” riuscii a dire
“Be’, ci ho pensato, penso proprio di sì. Con Jason ti vedrei bene.” Venni nei pantaloni, per il solo sfregare contro il tessuto.
VIII – lui
Avevo provato ad oppormi ma senza poi troppa convinzione. Mia moglie partiva una settimana di vacanza, con Mario, alle Baleari. I suoi tradimenti non si erano mai spinti fino a più di una serata, al massimo una giornata fuori con l’amante. Pretesi un resoconto giornaliero delle loro avventure. Alla fine mi fidavo quasi più di Mario, che ormai era un amico, che di mia moglie. In genere mi chiamava alla sera, prima che uscissero per l’ennesima notte brava. Quel giorno il telefono squillò intorno ad ora di pranzo.
“Non puoi immaginare cosa è successo!” sentii la voce di mia moglie. Sembrava divertita, ma un po’ preoccupata. “Ero seduta ad un bar sulla spiaggia. Mario si era attardato e non mi aveva ancora raggiunta. Mi sento salutare da una voce che dice ‘Sei proprio tu? Non ci posso credere!’. Era Lucilla, ti ricordi?, la mia ex-collega, con una sua amica che conoscevo di vista. Mi ha sommerso di parole, stupita dal fatto che ci incontrassimo lì in Spagna. Ad un certo punto mi ha chiesto di te, come stavi, se ci eravamo poi sposati. Io lì per lì non ho avuto la prontezza di spirito ed ho detto di sì. Quando poi mi ha chiesto se c’eri anche tu lì sono sbiancata ed ho balbettato. Proprio in quel momento, ovviamente, è arrivato Mario. C’è stato un po’ di imbarazzo. Ci siamo guardate. Lui ci ha guardato e non capiva. Lucilla invece ha capito ed ha sorriso sotto i baffi.”
“Ma, quindi…?”
“Be’, io ovviamente non ho specificato che tu eri al corrente di tutto, mi sembrava più onorevole farti passare per semplice cornuto. Ti dispiace? Comunque stasera dovremmo rivederla. Ci siamo date appuntamento in una discoteca. Sai lei è qui con l’amica e sono chiaramente in caccia di avventure. Ho notato come hanno guardato Mario e secondo me ci hanno fatto un pensierino. Non sarebbe male l’idea. Ti ricordi Lucilla quanto è figa? L’amica non è da meno. L’esperienza lesbo ancora mi manca…”
IX – lui
“Oh, finalmente! E’ un giorno che provo a contattarti ma non rispondi mai. Dov’eri finita?”
“Ehm… chi parla?” voce di donna
“Ma… sono il marito di Paola. Non è il suo cellulare quello?”
“Sì, ma… io non sono Paola. In questo momento non c’è.”
“E dov’è? Sono ore che la cerco…”
“Non so dove sia. Ha lasciato qui il cellulare.”
“Ma… tu chi sei? Sei Lucilla?”
“Ah… sì. Quindi ti ha detto che ci siamo incontrate. Ciao, ti ricordi di me?”
“Sì, sì, mi ricordo. Ma dove è andata?”
“Ma veramente non lo so. Io sono a casa di un nostro amico. Lei ha lasciato il cellulare qui. Ma non siamo insieme in vacanza. Ho visto che insistevi e ho risposto.”
“Senti, Lucilla. Parliamoci chiaro. Puoi dirmi tranquillamente dove è andata. Non ti preoccupare. So con chi è in vacanza mia moglie. E’ difficile da spiegare.”
“Cioè vuoi dire che…?”
“Voglio dire che so che mia moglie mi tradisce. Sono consapevole. E anche consenziente. So che può sembrare pazzesco, ma è così.”
X – lui
“Ho saputo che hai parlato con Lucilla.” mi disse mia moglie quando finalmente riuscii a parlarci.
“Non voleva crederci. Le ho confermato tutto. Ha detto se quando torniamo a Milano usciamo insieme qualche volta. E’ molto curiosa, vuole parlare con noi di questa cosa. Credo di aver capito che un uomo come te, che accetta una cosa del genere, la attizzi. Non so perché. A volte penso che non siamo noi i più strani.”
“Ok. Ma mi vuoi dire una buona volta dove sei stata tutto questo tempo?”
“Ero in barca con della gente che abbiamo conosciuto qui. Degli olandesi. Scusami se ho dimenticato a terra il cellulare. Sai, non ho preso su molto bagaglio. Quando me ne sono accorta era tardi e poi avevo da fare.”
“Ma erano tutti uomini questi olandesi? Cosa hai fatto?”
“No, c’erano delle ragazze. Delle strafighe bionde. Ho faticato a tenere alta la nomea delle donne latine. La cosa più bella è stata scopare di notte, in acqua, in mezzo al mare, aggrappati ad un salvagente. Abbiamo fatto anche delle foto. Gli ho dato il tuo indirizzo email. Dovrebbero spedirtele.”
XI – lui
“Ma sono io? E’ colpa mia? Non ti piaccio? Non ti eccito?” Lucilla osservava con commiserazione il mio pene che non ne voleva sapere di irrigidirsi.
“No, Lucilla, tu sei bellissima. E’ colpa mia. Credo sia il senso di colpa.”
“Come il senso di colpa? Per cosa?”
“Perché sto tradendo mia moglie…”
“No, ma aspetta un attimo. Non mi avete detto che lei può tradirti come e quanto vuole, che va in giro a farsi scopare da chiunque… e tu ti senti in colpa perché la stai tradendo?”
“Non è proprio così. Me lo dice prima. Mi tiene informato. Io non le ho detto niente. La sto tradendo.”
“Ma tu sei scemo! Fregatene di lei. Pensa un po’ a divertirti anche tu… e, poi, non credere che ti racconti veramente tutto, quella troia…”
“Come?”
“Ti ha parlato del francese?”
“Che francese?”
XII – lui
Era passato qualche anno dall’ultima volta che l’avevo visto. Dopo il divorzio non l’avevo più sentito. Avevo recuperato il suo numero di telefono e l’avevo chiamato. Fu stupito della chiamata ma dopo un attimo di imbarazzo e di convenevoli glielo chiesi.
“Ma tu l’hai più rivista?”
“No, guarda. Lei mi ha cercato ma io ho pensato che non era più il caso. Anche perché ho capito che il suo nuovo uomo non è come te, scusa se te lo dico. Tu non hai più contatti con lei?”
“No, ogni tanto ricevo una lettera dal suo avvocato. Questioni di divorzio.”
“E ora come ti va? Avevo sentito che ti eri messo con…”
“Con Lucilla, sì. Con lei tutto bene, anzi è proprio per questo che ti chiamo.”
“Cioè?”
“Be’, sai, so che l’avevi conosciuta in quella vacanza. Qualcosa più che conosciuta, se non ho capito male.”
“Eh, sì. Era single all’epoca.”
“Non ti preoccupare, lo sai che non sono geloso. Anzi volevo sapere se ti andava di… Come ai vecchi tempi… Sì, insomma vorrei trovarle un amante, uno fidato. Ho pensato a te.”
“Sei sicuro?”
“Sì, sono sicuro.”