I – lui
avevo appena cominciato a prendere il ritmo. il mio cazzo, lucido per l’abbondante lubrificante usato, entrava e usciva quasi completamente da quel culo, vergine fino a poco prima, che ormai aveva cominciato ad apprezzarlo. la visione che avevo davanti agli occhi era quella di un bel corpo maschile, appoggiato sulle ginocchia e sulle mani, impegnato, oltre che a godersi la sodomia, a succhiare il sesso di un mio amico.
improvvisamente notai che il mio amico e il ragazzo fra di noi avevano avuto un sobbalzo ed entrambi guardavano verso la porta della stanza. sentii contrarsi lo sfintere e ne venni spinto fuori. sulla porta della stanza una ragazza ci guardava inorridita e urlava. il ragazzo sgusciò via e cominciò a rincorrerla, proclamando una sua, quantomeno dubbia, innocenza.
eravamo rimasti lì, immobili. uno di fronte all’altro, coi peni eretti e ci venne un po’ da ridere.
“la conosci?” mi chiese lui.
“devo averla vista nella stessa palestra.”
II – lui
passò qualche settimana nella quale lui non si vide più in palestra. non incontrai neanche la ragazza, che comunque incrociavo meno di frequente, fino ad un giorno in cui, a quanto mi sembrò, fu lei ad aspettarmi fuori dalla palestra.
“vorrei parlarti.” disse e ci presentammo.
seduti ad un tavolino di un bar, dopo qualche imbarazzante convenevolo, mi spiegò il motivo dell’incontro.
“premetto che non ce l’ho con te per quello che è successo. ho quasi perdonato il mio ragazzo per quello che gli ho visto fare, ma ho bisogno di sentire anche da te come è andata. lui mi ha raccontato la sua versione. vorrei sentire la tua.”
III – lui
non so da chi avesse saputo che facevo sesso indifferentemente con uomini e con donne. é più probabile che la voce l’avesse messa in giro qualcuna delle ragazze della palestra con cui saltuariamente scopavo, perchè i ragazzi difficilmente avrebbero fatto emergere quel loro vizio segreto. me lo chiese un giorno, sotto la doccia, a bruciapelo.
“è vero che tu sei bisessuale?”
“sì” gli risposi con tutta la naturalezza del mondo. seguì un momento in cui apparentemente non sapeva cosa dire, per cui proseguii io: “perchè? sei interessato?”
rispose di no, ma era del tutto evidente che la verità era un’altra. fu anche costretto a darmi le spalle per nascondere un principio di erezione.
IV – lui
mi aspettò vicino alla mia moto, nell’ombra. sbucò fuori quando era sicuro che nessuno ci vedesse. mi disse che era curioso. voleva provare. sapeva di essere sicuramente eterosessuale però aveva questo sfizio che si voleva togliere e voleva farlo con qualcuno che conosceva ma nello stesso tempo che non fosse un suo amico. e con qualcuno che sapesse già come era da nudo.
gli chiesi cosa aveva in mente. cosa voleva fare.
“preferirei essere passivo. vorrei sentire come è essere… presi.” indugiò sull’ultimo verbo.
“se vuoi vengo insieme ad un amico. ti faremo impazzire.”
deglutì e rimase turbato da questa proposta. non riuscì a dire nè sì nè no.
“lascia fare a noi.” gli dissi. “non te ne pentirai”.
V – lui
“poi per il resto hai visto come è andata.” dissi per concludere il discorso. lei rimase pensierosa per un attimo.
“quindi tu non sei gay? vai con entrambi.” io annuii e lei continuò: “gli posso dire di tutto ma di certo non che non abbia scelto bene con chi farlo.”
la guardai per capire dove volesse arrivare.
“io… vorrei chiederti una cosa che forse non ti aspetti. già ci pensavo prima di venire qua. dopo quello che mi hai detto direi che posso chiedertela. in tutta questa storia, tra i tanti sentimenti di ogni tipo che ho provato per il mio ragazzo ce n’è anche uno che non mi sarei mai aspettata. provo una sottile invidia nei suoi confronti. quando l’ho visto per un attimo ho pensato che avrei voluto esserci io al suo posto. eravate… eravate bellissimi.” parlò in fretta e senza respirare poi, dopo una pausa: “è bisex anche il tuo amico?”
VI – lui
“abbiamo iniziato così: lui si è messo in mezzo fra noi ed abbiamo cominciato a spogliarlo.” io le slacciai i bottoni della camicietta, scoprendo il reggiseno. il mio socio, abbracciandola da dietro, le abbassò la zip dei pantaloni, proprio come aveva fatto con il suo ragazzo. in breve fu nuda fra noi due.
“ho cominciato a masturbarlo.” dissi e feci la stessa cosa con lei anche se invece di segare un cazzo le accarezzai il clitoride e le infilai le dita dentro. il mio amico le palpava i glutei.
dopo un po’ le spinsi le spalle verso il basso, invitandola a slacciarmi i jeans e ad occuparsi del mio cazzo.
“lui ci ha pensato molto più a lungo prima di prendere in bocca il suo primo cazzo.” le dissi quando lo fece lei.
VII – lui
“ha reagito così anche lui.” dissi quando lei improvvisamente abbandonò il mio cazzo, sorpresa dalla lingua che le si stava insinuando fra le chiappe. si dimenticò di me, godendosi la sensazione.
“lui a me non lo ha mai fatto. nè io a lui. è pazzesco che se lo sia fatto fare da voi.” disse ansimando.
dopo questo ci scambiammo le posizioni ed io andai dietro di lei. ne ammirai lo splendido fondoschiena. con una mano ripresi a masturbarla e con l’altra feci per spalmarle il lubrificante intorno e dentro all’ano.
“un attimo.” mi fermò e si alzo. “cosa pensi di fare?”
“il tuo ragazzo non ha reagito così.” dissi sorridendo. “preparo il tuo culo alla penetrazione. qualcosa in contrario?”
VIII – lui
“aspetta! d’accordo che a lui glielo avete messo nel culo, ma non potevate fare altro. a me potete scoparmi in modo tradizionale.”
la guardai.
“non lo hai mai fatto?” le chiesi.
sembrò vergognarsi ed arrossire, un po’ paradossale per la situazione in cui eravamo.
“abbiamo provato, ma non è andata bene.” sussurrò.
“anche lui era vergine e non ha fatto storie. mettiti giù, lasciami fare. non ti farò male. dopo ti chiederai come hai fatto a rinunciarci fino ad ora.”
ebbe la stessa reazione che lui ebbe alla proposta di farlo in tre. troppo eccitata e curiosa per dire di no. troppo impaurita e inibita per dire di sì.
IX – lui
“è a questo punto che sei arrivata tu e ci hai beccato.” le dissi mentre il mio cazzo entrava e usciva proprio come allora. non so se mi sentì, persa come era nel suo godimento. teneva il cazzo del mio amico fra le mani. la bocca era impegnata ad urlare di piacere. lui le venne sul viso, io, sfilato il preservativo, le ricoprii i glutei.
questa volta, senza interruzioni, potemmo andare avanti. prima con lei che cavalcava il mio amico accogliendolo inevitabilmente nel culo e che succhiava me. poi di nuovo sodomizzata da me, stavolta appoggiata sulla schiena e con le caviglie appoggiate alle mie spalle.
“questo mi è dispiaciuto non poterlo fare con il tuo ragazzo.”
X – lui
“come va con la tua tipa?” gli chiesi qualche mese dopo, sotto la doccia, in palestra.
“bene.” disse secco, ma sembrò voler aggiungere qualcosa ma non averne il coraggio. mi si avvicinò e mi parlò all’orecchio.
“sai, ha comprato un cazzo di gomma e abbiamo cominciato a divertirci con quello. dice che se è lei a mettermelo nel culo almeno non vado con gli uomini. poi da allora si è mostrata molto più disponibile. sono riuscito a convincerla a farsi sverginare il culo ed ora lo facciamo molto spesso. un giorno quando trovo il coraggio le chiedo se possiamo fare una cosa in tre con te. o anche in quattro.”
“volentieri” dissi e sorrisi. è curioso come anche lei mi avesse confessato lo stesso desiderio e la stessa titubanza, l’ultima volta che era venuta a cercarmi per farsi scopare.