I – lei
arrivate nel porto della città croata, luogo di partenza della crociera in barca a vela che ci eravamo regalate, attirammo molti sguardi. eravamo tutte tiratissime, in tacchi a spillo e trascinandoci dietro i nostri trolley, con abbigliamento certamente poco adatto ad una vacanza per mare.
eravamo quattro amiche della milano bene che, per festeggiare insieme i quarant’anni di tutte noi, avevamo deciso di fare una vacanza di trasgressione, lasciando a casa i mariti e gli amanti. questo fatto non escludeva la previsione di fare molto sesso durante la vacanza. avremmo trovato sul posto la materia prima. oppure ci saremmo arrangiate fra noi, nessuna di noi si tirava indietro di fronte ad un rapporto lesbo.
II – lei
in più, come ulteriore alternativa, c’era lo skipper della barca che, conoscendo una che lavorava nella società organizzatrice delle crociere, avevo espressamente richiesto che fosse giovane e carino.
ci accolse e ci fece togliere le scarpe prima che salissimo in barca. notammo subito che rimase colpito da noi quattro. probabilmente non gli capitava tanto spesso di avere quattro donne così belle e, anche se ancora non lo sapeva ma si poteva intuire, assatanate.
anche noi rimanemmo colpite da lui che era decisamente all’altezza delle aspettative. alto, moro, occhi verdi e con un fisico scolpito che si intravedeva sotto la maglietta aderente. e non più di 25-30 anni. mi annotai mentalmente di complimentarmi con la mia amica per la scelta.
III – lei
già il primo giorno gli chiedemmo espressamente di allontanarsi dalla costa, per rimanere al riparo da occhi indiscreti. appena un po’ al largo, noi quattro ci spogliammo completamente, per prendere il sole come più ci piaceva fare. lo skipper non rimase indifferente. dietro al timone e sotto al tessuto dei pantaloni si intravedeva un rigonfiamento.
non ci facemmo troppi scrupoli a fargli sentire i nostri discorsi come quando ognuna di noi elencò alle altre quali amichetti aveva portato. c’era quella che aveva il famoso coniglietto per una stimolazione completa. chi ne aveva di doppi, per un uso più fantasioso, e chi aveva portato quello grosso e nero.
IV – lei
una sera, tornate da un giro per discoteche in una cittadina in cui avevamo attraccato, ci demmo da fare, a coppie, ciascuna nella sua cabina. non facemmo nulla per evitare di farci sentire. immagino che lui passò la notte a masturbarsi ascoltandoci e figurandosi le evoluzioni che causavano i nostri gemiti di piacere.
per il resto rimaneva molto professionale. si capiva che non avrebbe mai azzardato la prima mossa, anche se noi lo provocavamo continuamente. ma si capiva anche che, se gli avessimo dato il via, non si sarebbe tirato indietro.
V – lei
decidemmo di dare spettacolo davanti a lui. in mezzo al nulla, nel mare piatto, lontani da terra e da ogni altra imbarcazione, cominciammo a toccarci a vicenda. dalle borse estraemmo i falli finti e iniziammo una vera e propria orga lesbo. poi lo invitammo ad unirsi a noi e lui, spogliandosi in un istante, lo fece senza indugi. ci avvinghiammo a lui, leccandolo e accarezzandolo ovunque. quattro donne in adorazione di un corpo maschile. un corpo che tutte queste attenzioni se le meritava decisamente, sesso compreso, le cui dimensioni erano tutt’altro che trascurabili.
VI – lei
fu la situazione, furono i nostri corpi che nonostante l’età curavamo maniacalmente, fu la sua giovane età che gli forniva ardore e resistenza, fatto sta che riuscì a penetrarci tutte, chi in un posto e chi un altro, venendo più volte ma recuperando presto l’erezione.
stava scopando la mia amica e io ne osservavo il lento movimento ondulatorio con cui la penetrava. ero affascinata dai suoi glutei che si contraevano ritmicamente. aveva un culo decisamente bello, rotondo e muscoloso. inoltre il contrasto tra il corpo scurissimo per l’abbronzatura da uomo di mare, e la zona bianca che gli aveva lasciato il costume, era tremendamente sexy. mi venne una idea e presi in mano il dildo che giaceva sul telo a fianco, cominciando ad incremarlo.
VII – lei
ebbe solo un sobbalzo. si girò e chiese cosa stavo facendo.
“lasciami fare”, dissi senza smettere di premere la punta del cazzo finto contro il suo ano, “non opporti. ti piacerà.”
“sì, dai, che bello, mettiglielo nel culo.” disse la mia amica che si divincolò da sotto di lui quando capì la situazione.
rimanemmo così noi quattro attorno a lui che, in posizione a quattro zampe, ci guardò e poi, quasi impercettibilmente inarcò la schiena, come aveva visto fare a tante donne.
“bravo.” gli dissi, stupita da quanto si mostrò docile. con una mano gli afferrai prima le palle e poi il cazzo, di nuovo durissimo, mentre con l’altra cominciavo a fare avanti e indietro.
VIII – lei
le altre mie amiche si toccarono assistendo a questo spettacolo. un uomo estremamente virile, dal corpo muscoloso e abbronzato, accoglieva tra i suoi glutei pallidi, uno dei nostri giocattoli erotici. e lo stava facendo mostrando di apprezzare la cosa, dato che venne copiosamente nonostante le precedenti venute, a causa del massaggio prostatico e della mia manipolazione sul suo cazzo.
non andammo in cerca di altri uomini durante quella vacanza. il calore che non ci davano i nostri falli di plastica ce lo forniva il nostro skipper che prosciugammo di ogni energia.
il giorno che partimmo alla volta di casa gli lasciai in regalo l’oggetto che gli aveva tolto la verginità anale. mi disse che l’avrebbe usato pensando a noi.