Vicini di tavolo

I – lui

“Mi raccomando, restate leggeri, non mangiate troppo. Vi voglio in forma… dopo.”

Fu questa frase ad attirare la mia attenzione, pronunciata dalla donna al tavolo vicino al nostro. Subito dopo arrivò la mia ragazza, di ritorno dal bagno e per un attimo fui distratto.

“Anche col vino, andateci piano. Lasciatelo per me, io ne ho più bisogno.” Rise mentre si riempiva il bicchiere. Sembrava già un po’ su di giri, dal tono di voce e dalle continue risatine. I due uomini seduti con lei le risposero, ma il loro tono era basso e non udii le loro parole.

II – lui

Tesi le orecchie per udirne i discorsi. I brandelli di conversazione che coglievo contenevano spesso doppi sensi oppure, in alcuni casi, riguardavano esplicitamente argomenti sulla sessualità.

“Stai ascoltando anche tu quelli dietro di me?” mi chiese ad un certo punto la mia ragazza, notando che ero un po’ assente.

“Chi? No, no!” mi affrettai a negare, con un ingiustificato imbarazzo.

“Bugiardo! Sei arrossito. Vuol dire che li stai ascoltando e penso che tu ti sia fatto la mia stessa idea.”

“No, che idea?”

“Be’, una donna, due uomini, certe battutine. Non so se sia l’alcool ma lei si sta lasciando piuttosto andare. Descrivimi come sono, che io non li vedo e non mi voglio girare a guardarli.”

III – lui

Alla mia ragazza non descrissi la donna come veramente la vedevo; cercai di sminuirne la bellezza per non farla ingelosire. Era una donna sotto ai 40, con un bel viso, abbondantemente truccato e una grossa chioma di capelli neri, folti e ondulati. Era molto affascinante e vestita elegante e provocante. La scollatura metteva in risalto un seno molto generoso e ne intravedevo le gambe, lunghe e sode e coperte da una minigonna e da calze a rete. Non riuscivo a scorgere le scarpe.

Fui più sincero sui due uomini. Entrambi più giovani di lei, probabilmente non raggiungevano i 30, ed entrambi ben messi di fisico. Uno lo vedevo solo di spalle e aveva i capelli neri tirati indietro col gel. Indossava una camicia attillata che ne evidenziava le spalle solide. Quello di fronte era pelato, con un tatuaggio sul collo. Era più rozzo di aspetto e sotto la camicia aperta si intravedeva un petto glabro e  muscoloso.

La mia ragazza sembrò molto interessata a questa descrizione.

IV – lui

Il tono di voce della donna, già normalmente alto, veniva ogni tanto amplificato dal suo stato di ebbrezza.

“Dai, su, corteggiatemi un po’. Non date per scontato quello che succederà stasera.” … “Per me è la prima volta. E’ un regalo che mi sono fatta per i 40.” … “No, lui non lo sa. Sospetta qualcosa, ma non si immaginerebbe mai…”

Ad un certo punto la osservai che si alzava e si recava, sculettando sensuale, verso la toilette. Mentre lei era via udimmo i due uomini scambiarsi qualche commento triviale.

V  – lui

“Quindi questa qua si è presa questi due sconosciuti per andarci a letto. E mi sembra di aver capito che sia pure sposata.” commentò con me a bassa voce la mia ragazza.

“E già.” aggiunsi io, un po’ a disagio perchè tutta questa situazione mi stava eccitando molto.

“Per festeggiare i 40, interessante, mi sa che lo farò anch’io.” scherzò la mia ragazza facendomi poi la linguaccia. “Qualcosa in contrario?”

Risposi tossendo per l’acqua che mi andò di traverso, ma non per le provocazioni della mia tipa, ma perchè vidi la donna che, tornando dal bagno, appoggiò sul tavolo, di fronte ai suoi due partner quello che era inequivocabilmente un perizoma di pizzo nero. Non lo dissi alla mia ragazza, fingendo sgomento per il suo scherzo.

VI – lui

Si alzarono da tavola prima di noi, uscendo dalla saletta abbracciati con lei in mezzo. Uno le teneva un braccio intorno alle spalle e l’altro intorno alla vita. Lei, invece, aveva una mano sulla chiappa di uno e una su quella dell’altro.

“Vuoi fare una passeggiata fuori?” chiesi alla mia donna, aspettandomi una risposta positiva.

“Uhmmmm, non lo so. Facciamola breve, però. Ho voglia di tornare in camera presto.” Disse questo lanciandomi una occhiata carica di lussuria.

“Wow. Che intenzioni hai?”

“Mah… vedremo. Mi è venuta una certa voglia… Anche se io dovrò accontentarmi di uno solo…”

VII – lui

“Come sei duro stasera. Stai pensando a loro?”

“No… penso a te… al posto suo…”

“Cosa staranno facendo adesso? Lei sarà fra loro due. Quando ne hai due a disposizione non puoi negare niente. Penso che neanche io riuscirei a dire di no a nulla.”

“Mmmm… vorrei essere il secondo, allora.”

“Lo faresti veramente?”

I rispettivi orgasmi interruppero le nostre fantasie ed evitarono concessioni di cui pentirsi poi.

VIII – lui

A colazione c’eravamo solo noi. Di sera l’albergo faceva da ristorante anche per chi non alloggiava lì e in quel periodo le camere occupate erano poche. Ad un certo punto scese anche la donna del trio, da sola. Aveva un’aria serena, soddisfatta. Ci scambiammo un saluto. Rimase seduta un po’ in silenzio, apparentemente sognando ad occhi aperti.

“Scusatemi per ieri sera. Mi sono accorta di aver dato spettacolo. Ero un po’ ubriaca.” pronunciò ad un certo punto queste parole. Non essendoci nessun altro i destinatari dovevamo per forza essere noi.

“Si figuri.” rispose prontamente la mia ragazza. “E’ stato, diciamo così, … interessante e anche un po’… stimolante.”

“Mi sono accorta di aver attirato la vostra attenzione. In fin dei conti non ero poi così brilla.”

“E come è andata poi la serata? Mi scusi se glielo chiedo, ma sono curiosa.” chiese la mia ragazza, sembravano già due amiche, io feci da soprammobile.

“E’ andata… bene. Molto bene.” Sorrise guardando verso l’alto. “Troppo bene.” Aggiunse poco dopo e il suo viso sembrò incupirsi.

IX – lui

Poco dopo, non so come, eravamo con lei in ascensore. Fecero tutto da sole, io assistetti alla loro conversazione. Due perfette sconosciute cominciarono a raccontarsi dettagli molto intimi. E venne fuori un altro desiderio che la donna voleva soddisfare. Mi chiesero l’assenso ed io ero troppo eccitato e stupito per opporre qualsiasi resistenza. Osservai la mia ragazza abbracciata alla donna. Non mi aveva mai espresso di avere fantasie omosessuali.

L’ascensore arrivò al piano.

“Ti avviso.” la donna si rivolse a me direttamente. “Quei due ieri sera hanno dimostrato di essere piuttosto… , diciamo così, … aperti di vedute. Se capisci cosa intendo. Spero che per te non sia un problema.”

“Non lo sarà.” intervenne la mia ragazza. “Nel caso ci penso io. So come convicerlo a fare qualsiasi cosa.”

Mentre lo diceva la sua mano mi stringeva il pacco da sopra i pantaloni. Quasi venni all’istante.

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