I
Da mesi tiravo fuori il discorso mentre facevamo l’amore nel nostro letto. Sfruttavo quei momenti di godimento, quando la mente razionale è annebbiata dal piacere e il desiderio di averne sempre di più spinge verso idee proibite. Cercavo di instillarle la voglia di trasgressione, di convincerla che potevamo farlo.
Quando le accennavo alla cosa in altri momenti ricevevo però sempre un invito, seppur con tono scherzoso, a lasciare perdere.
Qualcosa cambiò dopo che vedemmo un servizio televisivo che raccontava il mondo dello scambismo nei privee. Mia moglie mi chiese se era quello che volevo io e discutemmo della cosa per la prima volta in modo serio, senza liquidarla a priori come fantasia e senza ricamarci sopra durante un momento di eccitazione.
II
L’occasione fu Halloween. Io mi ero informato da tempo sui locali che non distavano troppo da casa nostra e avevo individuato quell’evento come possibile porta di ingresso per noi in quel mondo. Era una festa in un grande locale per scambisti e si poteva, anzi si doveva, andare mascherati. Questo avrebbe permesso a mia moglie (ma anche a me) di superare un po’ la paura di farsi vedere in un posto del genere.
Glielo dissi. Lei mi liquidò subito rifiutando, ma mi parve di cogliere una leggera esitazione, una minor convinzione. Insistetti per tutti i giorni successivi, la lavorai ai fianchi, alla fine cedette e acconsentì a provare. La rassicurai dicendo che potevamo anche non fare niente nel momento io cui eravamo lì. Avremmo fatto solo quello che ci sentivamo di fare.
III
Il viaggio in auto verso il locale fu pieno di tensione. Quasi non parlammo. Io guidavo ed i miei pensieri mi facevano venire una erezione.
Arrivati al parcheggio ci fu un momento di esitazione. Ci guardammo. Io stavo per dirle che se voleva potevamo ancora rinunciare, non so perché ma mi venne un po’ di paura. Mia moglie tirò fuori dalla borsetta una bottiglietta. Ne svuotò il contenuto tracannando il liquido trasparente.
“Andiamo!” disse convinta aprendo la portiera dell’auto.
“Cos’era?” chiesi io.
“Vodka.” rispose lei.
Camminando verso l’entrata mi tremavano le gambe. Feci quasi fatica a stare dietro a mia moglie che invece procedeva spedita, ondeggiando sui tacchi. Ci fu un momento di imbarazzo nel momento in cui dovemmo registrarci all’ingresso per diventare soci del club, lasciando tutti i nostri dati e mostrando i documenti.
“Avete le maschere? Stasera sono obbligatorie. Se non le avete possiamo fornirvele noi.” Ci disse la ragazza alla reception, con un leggero accento dell’est europa. Era molto carina e avrà avuto al massimo 20 anni. Avrebbe quasi potuto essere nostra figlia.
IV
Ci aggirammo spaesati e storditi per diversi minuti. Il locale era ampio, con molti spazi ad altezze diverse, una pista da ballo al centro, un bancone da bar e varie nicchie con divanetti e tavolini. Non c’era molta luce e la musica era alta.
C’era molta gente, alcuni che ballavano e tanti altri sui divani. Sulla pista c’erano quasi solo donne che si dimenavano e molti uomini le guardavano dai bordi. C’erano tante coppie solitarie che giravano oppure che si guardavano intorno dai divanetti. Si intuiva che alcuni erano impacciati come noi. Si notava anche qualche gruppetto che si lasciava andare a qualche effusione, ma, come ci avevano spiegato, chi voleva passare all’azione aveva una zona dedicata in cui recarsi.
Trovammo posto al bancone del bar. Rimanemmo lì per un po’, non sapendo cosa fare. Ci si avvicinò una coppia, lui sopra i 50, basso e con molta pancia, lei molto più giovane, bionda e bellissima. Bastò un cenno di rifiuto di mia moglie perché questi se ne andassero. Un po’ ci rimasi male, perché la ragazza mi attizzava non poco, ma fui sollevato dal vedere che le persone erano molto corrette e non invadenti.
V
Aveva ordinato un altro superalcolico e si era lanciata in mezzo alla pista. Ordinai anche io qualcosa per darmi la carica e osservai mia moglie che si agitava sensuale al ritmo di musica. Mi venne subito una erezione.
Dopo un po’ mi accorsi che aveva trovato dei compagni di ballo. Una coppia le ballava attorno, l’uomo davanti e la donna dietro, ed erano sempre più vicini e cominciavano a strusciarsi fra loro. Erano di bell’aspetto, circa della nostra età. Mia moglie ogni tanto ruotava su se stessa, ballando abbracciata alternativamente a lui e a lei. Tutto questo mi eccitava all’inverosimile.
Durante una breve pausa della musica vidi la donna chiederle qualcosa nell’orecchio e vidi mia moglie che mi indicava, dopo avermi cercato con lo sguardo. La donna, prosperosa e dai capelli rossi, venne verso di me e mi trascinò con lei in mezzo alla pista. Ballai con lei, mentre mia moglie ballava con il suo compagno. Si muoveva in maniera molto provocante e spesso aderiva il suo corpo al mio. Sembrò apprezzare molto la mia erezione contro i suoi glutei che premeva verso di me sculettando. Ad un certo punto ci fu un cenno di intesa fra quella coppia e ci trascinarono fuori dalla zona discoteca, in direzione dei privee.
VI
“Cosa volete fare?” ci chiesero
“Ma non so se siamo disponibili…” farfugliai guardando mia moglie per capire le sue intenzioni. Mi ritrovai a sperare che lei si tirasse indietro. Però sorrideva ed era ancora abbracciata all’uomo.
“Siamo venuti fin qua, a questo punto non possiamo tirarci indietro.” disse con tono allegro.
“Volete che ognuno inizi con il proprio partner? Volete farlo divisi? Volete farlo in quattro? Noi siamo entrambi bisex, per cui non c’è problema. Diteci voi.”
“Io farei divisi, eh? Che ne dici?” cinguettò mia moglie, molto su di giri, andando anche a tastare l’uomo in mezzo alle gambe.
Io rimasi immobile, inerte e non dissi nulla. Vidi mia moglie che si infilava in una stanzetta con l’uomo, ridendo eccitata. La donna mi prese per mano e mi condusse via.
“Su! Che fai lì imbambolato? Non mi vuoi prendere? Non vorrai far divertire solo tua moglie?”
Volevo fermare tutto, volevo andarmene. Volevo scopare con quella donna, volevo scopare con mia moglie. Volevo guardare mia moglie che si scopava un altro, volevo che non si facesse neanche guardare dagli altri uomini. Ero confuso, disorientato e volevo ogni cosa e il suo contrario.
VII
“Non lecchi male, ma, senza offesa, cercavo qualcosa di più.” mi disse la donna mentre si apprestava ad uscire dalla camera.
Ci eravamo spogliati, baciati ed eravamo andati sul letto. Lei aveva cominciato a leccarmi ma il mio sesso aveva subito fatto capire che c’era qualcosa che non andava. Non si alzava, non si induriva. Eppure lei era bella, sensualissima e affamata. Mi ero subito innervosito. Avevo provato a pensare a mia moglie con l’altro uomo ma non c’era niente di fare. Era stato rigido quasi tutta la sera, ma sul più bello aveva deciso di scioperare. Mi odiavo in quel momento. Avevamo provato un 69, senza risultati. Per cercare di rimediare allora mi ero dedicato totalmente a lei, leccandola a lungo e stimolandola con le dita. Avevo insistito molto anche nella zona anale e sembrò apprezzare. Credo che ebbe anche un orgasmo ma quando constatò che non c’era niente da fare mi abbandonò.
“Vado a unirmi al mio uomo e a tua moglie. Vieni anche tu, magari ci guardi.” disse uscendo. Io rimasi lì a struggermi e a maledirmi.
VIII
Andai via dalla zona privee e girai per il locale. Scambiandomi per singolo ebbi qualche invito ad unirmi a coppie, oppure qualche marito mi offriva la moglie. Tutto questo mi attirava e mi stimolava, ma non volevo mettermi di nuovo alla prova. Non volevo verificare se si sarebbe alzato o no. Non volevo rischiare una nuova figuraccia e rifiutai cortesemente tutti gli inviti.
Presi un altro superalcolico e tornai nella zona privee. Osservai alcune coppie o gruppetti impegnati a fare sesso. Mi venne anche duro guardandoli. Vidi varie configurazioni: dalla donna impegnata con tre uomini mentre il marito guardava, alla coppia che si teneva per mano mentre venivano entrambi scopati da dietro, ai due uomini che si masturbavano guardando le loro compagne impegnate in un 69 lesbico, alla donna impegnata in una fellatio a suo marito mentre offriva le sue terga a chiunque passasse di lì.
Non incontrai più mia moglie. Decisi che l’avrei aspettata in auto.
IX
Arrivò molto tardi. Era arruffata, con il vestito storto e spiegazzato, camminava con difficoltà scalza con le scarpe in mano. Era bellissima, eccitantissima. Appena la vidi mi venne una erezione. Si sedette con movimenti lenti facendo capire di dover fare attenzione a come si sedeva perché le doleva il sedere.
“Ciao, ti ho perso.” disse.
“Ti sei divertito?” Annuii con poca convinzione.
“Io sì, molto. Quando lo rifacciamo?” replicò allegra. “Vuoi che ti racconto?”
Io istintivamente mi aprii la patta dei pantaloni e lo tirai fuori. Sentivo il disperato bisogno che me lo succhiasse.
“No, ti prego, per stasera basta cazzi. Portami a casa…” disse stanca.
Io, incazzato, uscii dall’abitacolo e mi masturbai in mezzo al parcheggio. Qualcuno mi vide ma erano clienti che uscivano dal locale e me ne fregai. Venni dopo un attimo schizzando la macchina a fianco.