I
Lo avevo conosciuto ad un aperitivo con degli amici. La sua ragazza era amica di una mia amica e per questo quella sera si erano uniti al nostro gruppo. Per un caso fortuito eravamo capitati seduti vicini mentre la sua ragazza era dall’altra parte del tavolo e non sembrava prestargli molta attenzione. Lui non conosceva nessuno e avevamo cominciato a chiacchierare fra noi, ignorati da tutti gli altri, con le solite domande di circostanza tipo cosa fai nella vita, eccetera.
Io iniziai spudoratamente a flirtare con lui, fregandomene non solo del fatto che era accompagnato ma anche che lei fosse lì presente. A mia discolpa devo dire che era un figo stratosferico. Facevo un po’ la sciocca, ridevo a tutte le sue battute e lasciavo che sbirciasse abbondantemente sia il mio decolté, sia le mie gambe che tenevo accavallate lasciando che la minigonna salisse.
Quando mi chiese che cosa facevo gli dissi che lavoravo in un centro estetico e facevo i massaggi, e già questo di solito stuzzica qualche idea nei ragazzi. Con lui tirai subito fuori anche il carico da 11, quello che di solito tengo nascosto.
“Sono specialista nei massaggi tantrici, sai cosa sono?”
II
Iniziammo un dibattito sulla veridicità delle varie teorie orientali. Lui opponeva la razionalità scientifica mentre io sostenevo le mie ragioni. La discussione era accesa, quasi un litigio, ma questo mi faceva gioco nel proseguire il mio lavoro di seduzione.
Insistetti molto sul fatto che avrebbe dovuto provare un massaggio prima di esprimersi e capii che, a parte il suo scetticismo, era parecchio incuriosito dalla cosa anche, per lo meno così speravo, per l’idea che a fargli il massaggio sarei stata io.
Gli lasciai il bigliettino da visita del centro in cui lavoravo e ci aggiunsi dietro il mio cellulare, in modo che mi potesse chiamare per far sì che il massaggio glielo facessi io e non una delle mie colleghe. Mi accorsi, con un pizzico di piacere, che mentre gli scrivevo il numero sul biglietto lui controllò spaventato che la sua ragazza non ci stesse guardando e subito dopo se lo intascò con un gesto rapido e colpevole.
Nella sua testa si stava già immaginando nudo insieme a me e già lo percepiva come un tradimento.
III
Passò qualche giorno. Pochissimo tempo. Lo avevo colpito, lo avevo incuriosito. Di sicuro era andato su internet a cercare informazioni sul massaggio tantrico. Mi ero assicurata che si ricordasse la parola Lingam, che indica il massaggio che coinvolge la zona genitale e perianale maschile. Tantra non significa sesso, ma molti uomini vengono a sperimentare quei massaggi proprio perché sanno che una donna li manipolerà in quella zona. Anche io il mio lavoro lo faccio seriamente, ma se c’è da sedurre un bel ragazzo so sfruttare l’erotismo insito nelle pratiche tantriche.
Si presentò un po’ imbarazzato, un po’ impacciato. Molto meno spavaldo di quella sera. E si capiva che provava già un senso di colpa.
Lo feci entrare nella stanza in penombra e gli spiegai di denudarsi e di rilassarsi steso sul futon, respirando profondamente con naso e bocca.
IV
Dopo qualche minuto rientrai e lo trovai nudo e disteso. Il suo corpo era uno spettacolo, così come si intuiva da vestito. Aveva un fisico perfetto e scolpito, privo di peli in ogni zona del corpo, anche sul pube dove evidentemente si depilava. Il sesso, molle e adagiato di lato, non era niente male, di dimensioni interessanti.
Anche io ero nuda, coperta solo da un pareo semitrasparente che avrei poi tolto durante il massaggio. Ero un po’ eccitata.
Iniziai il massaggio e fui più professionale possibile. Rispondeva bene, si era rilassato. Quando mi avvicinai con le mani alla zona genitale notai un sussulto e vidi che il suo sesso iniziava a gonfiarsi e indurirsi.
Quando cominciava ad assaporare un contatto fisico tra me ed il suo pene gli dissi di girarsi. Mi sarei occupata prima della parte posteriore.
V
Con i clienti normali non faccio allusioni e non li metto in imbarazzo, ma con lui era diverso. Lo feci posizionare a pancia in giù, con le gambe divaricate e un cuscino che gli tenesse verso l’alto il culo sodo e muscoloso.
“Non è un problema se ora ti tocco il sedere e ti accarezzo in mezzo ai glutei, vero? Ti sfiorerò anche il buchetto, non hai problemi a fartelo toccare da una ragazza, vero?”
Lui deglutì e notai che il cazzo gli si indurì.
“No, no, fai pure.” mugugnò.
Trattenni una risatina per il suo imbarazzo e scoprii di essere già eccitata.
Forse si vergognava di essere toccato lì da una quasi sconosciuta, ma in realtà capii che apprezzava per come rilassò i muscoli per lasciare il più accessibile possibile la zona.
Dopo poco mi fermai con la punta del medio sul suo ano, premendo leggermente.
“Ora sentirai il mio dito che si infila nel buchetto.” mi divertivo ad usare termini quasi da bambini. “Non ti preoccupare, è ben unto e non sentirai niente, anzi se resti rilassato sarà una sensazione piacevole, soprattutto quando andrò ad accarezzarti la prostata. ”
Mentre glielo feci gli accarezzai con l’altra mano lo scroto fino ad arrivare ad afferrargli il pene che era durissimo e, devo dire, bello grosso.
VI
Lo feci girare nuovamente per potermi dedicare alla stimolazione del suo fallo. Gli feci tenere le gambe piegate e appoggiate alle mie in modo che stessero divaricate e che rimanesse un po’ sollevato dal materasso per avere completo accesso alla zona perianale.
“Continua a respirare profondamente.” gli consigliai.
Fui molto delicata e gli massaggiai a lungo il pene che rimase costantemente in erezione. Facevo in modo di rallentare gli stimoli quando mi accorgevo che si stava avvicinando all’orgasmo, così andammo avanti molto a lungo. Era bellissimo ed io avevo voglia di scoparlo.
Ad un certo punto interruppi il massaggio e gli comunicai che la seduta era terminata. Capii che ci rimase male. Lo avevo tenuto sul limite dell’orgasmo troppo a lungo. Avrebbe voluto venire e pensava che l’avrei fatto eiaculare. Di sicuro gli era piaciuto e il lasciarlo parzialmente insoddisfatto faceva parte del mio piano seduttivo.
“Ma… è finito così?”
“Sì, perché? Cosa ti aspettavi?”
“No… niente… e solo che… niente niente…” era imbarazzato e si guardava il pene che puntava verso l’alto.
“Rilassati e quando vuoi rivestiti. Non c’è fretta, prenditi tutto il tempo che vuoi.”
Io uscii dalla stanza. Notai che scrutò attentamente il mio corpo nudo.
“Alla prossima.” gli dissi dalla porta. “Quando vuoi chiamami. Il mio cellulare ce l’hai. Se vuoi finire quello che abbiamo iniziato…”
VII
Mi chiamò il giorno dopo. Era impaziente. Voleva fare un altro massaggio, però si capiva che voleva chiedermi qualcosa in più ma non sapeva come farlo. Gli venni incontro e gli dissi che facevo anche massaggi per conto mio, a casa mia.
“Che ne dici di un massaggio thailandese? Sai quelli in cui la massaggiatrice usa tutto il suo corpo per massaggiare l’altro.”
Aderì alla proposta con entusiasmo.
VIII
Andammo avanti alcuni mesi. Lui veniva da me, la cosa inizia come massaggio ma nel giro di cinque minuti o io avevo il suo cazzo in gola o lui mi stava leccando la figa o entrambe le cose. Poi scopavamo, in maniera divina. Lui amava quando gli infilavo le dita nel culo, mi disse che ero stata la prima a farglielo e che si vergognava a chiederlo alla sua ragazza, così come si vergognava di chiederle che lei si lasciasse sodomizzare per cui anche questa pratica la faceva solo con me che invece ero ben contenta di farla.
Poi si sposò, e si trasferì, ma ogni tanto viene ancora per farsi fare un, chiamiamolo così, massaggio tantrico.
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