Regalo di nozze

I

Stavo sistemando le ultime cose prima di chiudere il locale. Facevo il barista in un piccolo pub del centro. In genere rimanevo sempre io a chiudere. Silvia, la titolare, una bella donna sui 40, faceva l’apertura poi ci sovrapponevamo nell’orario di punta e infine lei se ne andava se la serata non era troppo viva.

Era rimasta una cliente solitaria, seduta ad un tavolo. Una bella ragazza intorno ai 30 anni che mi sembrava nervosa da come si guardava intorno. Durante la serata l’avevo vista chiacchierare a lungo con la mia titolare, per cui avevo pensato che fossero amiche.

Mi avvicinai.

“Sto per chiudere. hai bisogno di qualcosa?” le chiesi in tono amichevole.

“Sì, scusa.” mi guardò un po’ imbarazzata. “Ti volevo chiedere una cosa.”

“A me?” chiesi stupito.

“Sì. Lo so che non ci conosciamo, ma io sono Manuela, una amica di silvia che mi ha raccontato alcune cose su di te.”

Pensai di aver fatto colpo, mi capitava spesso, piacevo alle donne ed avevo un bel fisico. lL mia supposizione non era del tutto sbagliata, ma non mi aspettavo di sentire quello che mi avrebbe detto.

II

Quando silvia mi aveva preso a lavorare con lei era perchè aveva appena scaricato il suo compagno con cui prima gestiva il pub. Lo aveva sorpreso nel retro del locale mentre faceva un pompino all’aiutante senegalese.

Le prime settimane di lavoro lei era molto scossa per la separazione e soprattutto aveva una gran voglia di sfogarsi dal punto di vista sessuale. Si fece avanti con me ed io non rifiutai. Dopo il lavoro mi portò sempre a casa sua per farsi scopare in tutte le maniere possibili.

Dopo un po’ di tempo si placò e trovo pure un nuovo compagno, anche se questo non ha evitato che una volta ogni tanto, di solito nel pub dopo la chiusura, ci scappasse un pompino o una scopata. Mi ha sempre detto che un cazzo come il mio è difficile da trovare, e lo so anche usare molto bene. Dice che sono l’unico che riesce a fotterla nel culo.

Quando manuela disse che silvia le aveva raccontato alcune cose di me non pensai subito a questi fatti, pensai a discorsi più generali, al fatto che ero un tipo affidabile e serio, cose così. Invece mi sbagliai, le aveva raccontato proprio le nostre performance a letto (o sul bancone del pub).

III

“Silvia mi ha detto che sei bravo. Che sei… dotato. Scusa se mi permetto.” Il suo sguardo scese fra le mie gambe, dove qualcosa si cominciò a risvegliare.

“…” non seppi cosa ribattere.

“Sai, io fra un mese mi sposo.”

“Ah, congratulazioni.” mi sentii un po’ stupido a rispondere così.

“A te ti andrebbe di… insomma, io vorrei… cerco qualcuno che mi trombi come si deve prima di sposarmi. Un addio al nubilato, insomma.” Disse le cose in fretta, all’inizio senza guardarmi in faccia poi, una volta dichiaratasi mi guardò negli occhi, quasi sollevata per essersi tolta un peso.

IV

“Senti, ma quella tua amica…” Il giorno dopo arrivai presto al lavoro per parlare con silvia.

“Te l’ha chiesto?” mi rispose subito lei.

“Ah, quindi sapevi tutto? Glielo hai suggerito te?”

“No, era un suo desiderio. Io gli ho solo suggerito da chi poteva andare. Diciamo che è il mio regalo di nozze. Ho pensato a te. Di te ci si può fidare e poi scopi da dio. Ho fatto male?”

“Ma, insomma. Sono lusingato ma… lo sai che ho la ragazza!”

“Ah sì, il mese scorso non ce l’avevi?”

“Sì, ce l’avevo ma che c’entra?”

“Non mi sembra che fosse un problema quando mi hai spinto su quel tavolino e mi hai tirato su la gonna e mi hai sodomizzata.”

Mi venne duro al ricordo della nostra ultima scopata. Non aveva tutti i torti, in effetti.

V

“Cosa le devo dire, allora?” Silvia stava andando via. Io stavo servendo i clienti. Mi fece l’occhiolino.

Non le risposi niente. La guardai.

“Le dico che ci stai.” Non fu una domanda, fu una affermazione, alla quale non obiettai nulla.

VI

“Come è andata ieri?” Fu la prima domanda che Silvia mi fece quando arrivai al pub. Non ne avevamo più parlato, non sapevo conoscesse la data in cui io e Manuela avevamo fissato l’incontro.

“Mmmh, bene.” Fui evasivo. Nel pub c’erano già clienti e scansai ulteriori domande cominciando a lavorare. Durante la serata ogni tanto coglievo in Silvia uno sguardo carico di complicità e curiosità. Non se ne andò, aspettò la chiusura.

VII

Stavo pulendo il bancone. Lei era seduta ad un tavolino e stava fumando.

“Dai, racconta.” mi disse.

“Sono sicuro che sai già tutto, non c’è bisogno che ti dica niente.” Ribattei un po’ scocciato.

“Voglio sentire tutte e due le versioni.” Ammise lei.

VIII

Rividi manuela una sera, al pub, alcune settimane dopo. Mentalmente calcolai che doveva essere già sposata. Insieme a lei c’era un ragazzo che dedussi essere il marito. Si sedettero al bancone, lei mi salutò con molta naturalezza e mi presentò il marito. Gli strinsi la mano e ci guardammo negli occhi. Io mi sentivo in imbarazzo. La sua stretta di mano fu molto vigorosa, quasi troppo, ed il suo sguardo fu strano. Mi diede quasi l’impressione che sapesse qualcosa, che in lui ci fosse un misto di rimprovero, minaccia e nello stesso tempo ammirazione e complicità.

Ad un certo punto il marito andò al bagno. Ne approfittai per avvicinarmi a Manuela e chiederle nell’orecchio:

“Ma lui sa qualcosa?”

Lei scosse la testa e rise.

“Però mi sto organizzando.” disse. “Lui da sempre insiste per fare una cosa a tre con un’altra ragazza. Io voglio convincerlo ad aggiungerci anche un ragazzo. Stavo pensando a te e a Silvia. Che ne dici?”

Fece scivolare discretamente la mano in basso per tastare la mia reazione alla proposta che contraddisse in modo palese il mio rifiuto a parole.

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