I
Rientro in casa tardi, dopo una lunga giornata di lavoro e di spostamenti fra Milano e Roma. Nell’ingresso di casa noto subito un paio di grosse valigie, appoggiate da una parte. Dalla cucina sento giungere delle voci. Una è quella di Giulia, mia moglie, mentre l’altra, sempre di genere femminile, non la riconoscono subito. Ridono e sembrano allegre. Io invece già non sono dell’umore giusto e l’idea di avere una ospite non mi aggrada molto. Mi affaccio in cucina e saluto, con poco entusiasmo.
“Ciao, amore.” Mi risponde mia moglie sorridendomi. Poi guarda verso l’altra persona. Vedendola la riconosco, è Elisabetta, una sua amica che io conosco poco. “Abbiamo ospiti.” Mi dice poi.
“Vedo.” Rispondo io, con tono abbastanza gelido. Poi proseguo lungo il corridoio. Voglio andare a togliermi giacca e cravatta e mettermi comodo. Sento mia moglie che mi viene dietro con passi svelti. Probabilmente ha colto il mio malumore e vuole venire a rimediare.
II
Mentre mi spoglio la guardo, aspettando che sia lei a dire qualcosa.
“Non ti ho avvisato perchè è stata una cosa abbastanza improvvisa. scusami. Ma tu non ti preoccupare, non sei obbligato a farci compagnia se sei stanco.”
“E’ in partenza?” chiedo, impassibile.
“Come?”
“Le valigie. Ho visto delle valigie nell’ingresso.”
“Uhmmmm. No, veramente si ferma un po’ qui da noi.” Risponde giulia un po’ imbarazzata.
“Si ferma? Un po’? In che senso?”
“Sì, è una cosa lunga da spiegare, ma è stata buttata fuori di casa. Le ho offerto ospitalità. Starà nella camera degli ospiti. Giusto il tempo che si riorganizzi. Non ti preoccupare, non darà nessun fastidio.”
“Buttata fuori di casa? Ma lei non era quella sposata con quel vecchio riccone?”
“Sì, sì, è una cosa complicata. Allora non ti dà troppo fastidio? Può rimanere?” Mia moglie mi fa gli occhi dolci mentre me lo chiede. Sa che io non resisto a quello sguardo.
“Darà fastidio, ma può rimanere.” Rispondo scocciato.
“Grazie, amore.” Mi stampa un bacio sulla guancia. “Mi farò perdonare.” Aggiunge maliziosa.
III
Mia moglie lavora in casa, fa la traduttrice. La sua amica Elisabetta è una nostra coetanea, quindi intorno ai 30 anni, ed è una ragazza molto bella e appariscente. Da quel che sapevo è anche abbastanza spregiudicata nelle relazioni. Si è sposata da poco con un tipo di molti anni più vecchio, uno piuttosto ricco e sgradevole. Credo che lei, oltre ai suoi soldi, non fosse interessata a molto altro di lui.
Nei giorni successivi all’arrivo a casa nostra di Elisabetta ho poche occasioni per avere a che fare con lei. Torno sempre tardi a causa del periodo pieno di lavoro. Non amo avere estranei per casa, ma devo dire che si comporta bene e cerca di dare meno noia possibile. Tra Giulia ed Elisabetta noto che c’è molta intesa, chiacchierano sempre molto. A volte, quando io sono in un’altra stanza, sento che abbassano il tono di voce e parlano di cose che forse io non devo sentire. Non ho ancora saputo bene come sono andate le vicende che l’hanno portata qui da noi.
IV
Passano un paio di settimane e ormai la presenza di Elisabetta in casa nostra sembra essere diventata la normalità. Io ogni tanto lancio qualche frecciatina per sapere se sta cercando casa, ma vengo ignorato.
Giulia, intanto, mi sembra cambiata. Non so se sia per farsi perdonare per la situazione che ha creato o per quale altro motivo ma ultimamente è più disponibile, più passionale, più calda. Da quando Elisabetta è in casa nostra abbiamo aumentato la frequenza delle scopate. Ed è spesso Giulia ha prendere l’iniziativa, cosa che prima era molto rara, e sembra anche più coinvolta, più partecipe.
V
E’ sopra di me e mi sta cavalcando. Io l’abbraccio e le afferro i glutei con le mani. Un mio dito scivola e va a stimolare il buchetto posteriore. La maggior parte delle volte che lo faccio mi respinge. Questa volta no. Sembra gradire ed il dito si insinua dentro per tutta la sua lunghezza. Giulia gode sopra di me, con il mio cazzo nella fica ed il mio dito nel culo.
“Ti è piaciuto, mi sembra.” Dico ed è implicito per entrambi a cosa mi sto riferendo.
“Sì. Questa volta sì.” Dice ansimante mentre si riprende dall’orgasmo. “Ho l’impressione che questa volta non te l’avrei negato.” Aggiunge con tono impassibile.
Io, sentendola possibilista verso una pratica che finora mi ha sempre negato, torno eccitato all’istante. Lei lo vede e ride.
“Stai buono. Ormai è passato il momento. Non farti illusioni.” Mi schiaffeggia bonariamente il cazzo mentre lo dice.
VI
“Buona giornata.” Mi dice Elisabetta quando entro in cucina. E’ domenica mattina, fa caldo. Lei è girata di spalle e sta preparando un caffè. Indossa una mia vecchia camicia, evidentemente in quelle valigione non c’era spazio per le camicie da notte, penso. E’ scalza ed essendo girata non vedo se indossa altro. Ha i capelli arruffati. La trovo molto bella e sexy. Il mio amico nelle mutande ha già un principio di risveglio, aiutato anche dall’orario mattutino.
Rispondo con un grugnito, e mi siedo. Lei si gira. La camicia è sbottonata ed aperta. Non indossa il reggiseno e le si vede l’incavo fra i seni. Il mio sguardo ne percorre il corpo, in maniera probabilmente troppo lenta ed evidente. Sotto porta delle mutandine nere, molto ridotte, tanto da farmi intuire che probabilmente si depila totalmente. quando il mio sguardo arriva al suo volto lei ha un sorriso sardonico.
“Dov’è dell’altro caffè?” mi chiede dopo qualche attimo di silenzio nel quale ci fissiamo negli occhi. Io le indico la dispensa sopra il frigorifero.
“Me lo puoi prendere tu?” mi chiede con tono eccessivamente supplichevole.
Credo di capire a che gioco stia giocando. Io indosso soltanto i boxer e lei deve aver capito la situazione che ora il tavolo le nasconde. Se mi alzo la mia erezione sarà evidente. Il modo in cui mi guarda non aiuta a placarmi. Alla fine mi alzo. Vedo che il suo sguardo punta subito lì.
“Agli uomini capita al mattino, non equivocare.” Affermo io non molto convinto.
“Già.” Dice sorridendo sotto i baffi.
Beviamo il caffè in silenzio. Giulia è di là che dorme. Elisabetta mi guarda in modo malizioso.
“Vi ho sentiti ieri sera.” Mi dice facendomi l’occhiolino mentre esce dalla cucina. “Complimenti.” Aggiunge.
VII
Elisabetta è mattiniera al contrario di mia moglie che, abituata a lavorare da casa si sveglia sempre tardi. Diventa quindi una abitudine che Elisabetta sia sveglia mentre io mi preparo per andare a lavorare e facciamo quindi spesso colazione insieme. Mi sembra che lei abbia iniziato con me un gioco eccitante e pericoloso. Tutte le mattine esco su di giri per i doppi sensi, gli sguardi carichi di malizia e l’aspetto sensuale della nostra ospite. La cosa però è solo accennata, non c’è mai stato nulla di esplicito dopo l’episodio della mia erezione mattutina.
Con mia moglie presente, invece, Elisabetta mi ignora e dedica le sue attenzioni tutte a lei. Sembrano molto amiche, anche qualcosa in più. Si abbracciano, si accarezzano molto. Mia moglie non ha mai espresso desideri lesbici ma a guardarle sembra che fra loro ci sia qualcosa. Ovviamente tutto ciò non fa che aumentare a dismisura la mia eccitazione latente. Per fortuna Giulia continua, ed anzi aumenta sempre più, la sua furia fra le coperte. Ormai mi sono convinto che la presenza di Elisabetta sia la causa scatenante di questa nuova versione disinibita di mia moglie.
VIII
“Posso farti una domanda indiscreta?” chiedo ad Elisabetta una mattina.
“Ormai sono qui da un mese, penso che tu abbia diritto a farmi qualche domanda.” Dice lei, come se se lo aspettasse.
“Mia moglie è stata sempre molto vaga sul motivo che ti ha portato a cercare ospitalità da noi. Posso saperne qualcosa in più?”
Lei sorride.
“Sapevo che me lo avresti chiesto. Giulia mi ha detto che eri curioso. Tu cosa sai?”
“Mi ha detto che sei stata cacciata dal tuo ormai ex, immagino, marito. Ma mi ha stupito questa cosa. Diciamo che da quel che sapevo del vostro rapporto non lo avrei mai pensato capace di liberarsi di una come te. Penso che tu per lui fossi molto di più di quello a cui poteva aspirare. Io non ti avrei lasciato andare via tanto facilmente.”
“In parte hai ragione.” Rispose. “Infatti è stato un po’ costretto a mandarmi via. Fosse stato per lui mi avrebbe tenuto, ed infatti ha cercato di rimediare in qualche modo. In fondo non era la prima volta che capitava. Ma questa volta l’ho fatta troppo grossa e lui non poteva, davanti a tutti, farmela passare liscia senza perdere del tutto l’onore.”
“Ma cosa hai fatto? Lo hai tradito?”
“L’ho tradito tante volte. E lui ha sempre fatto finta di non sapere. Forse in fondo gli piaceva anche. A lui bastava che ogni tanto concedessi il mio corpo anche a lui. Ma questa volta non ha potuto far finta di niente. Come ti ho detto l’ho fatta troppo grossa.”
“Grossa? Cioè?”
Non mi risponde. Si limita a sorridere.
“Non rischi di fare tardi?” dice dopo un po’ indicando l’orologio a muro.
“Cazzo! sì.” Mi alzo di scatto, ingurgito il caffè e corro via, con una erezione fra le gambe.
IX
“Allora? Credi che stasera possa essere un sì?” chiedo sussurrando nell’orecchio a Giulia mentre con le dita le massaggio il culo.
“Proviamoci.” Dice lei dopo un po’. “Cerca di essere delicato.”
Mi impegno, cerco di essere il più delicato possibile. Non sembra difficile. Lei si apre senza problemi per accogliere il mio membro nelle sue viscere. Vengo quasi subito, straeccitato per la novità.
Lei dopo si addormenta quasi subito. Io invece non riesco a prendere sonno. Mi alzo. Mi ricordo che abbiamo una ospite in casa per cui afferro dei pantaloncini, invece di uscire nudo come mi sarebbe piaciuto.
Esco nella terrazza, a godermi la serata fresca dopo la calura del giorno.
X
“Come è andata?” Sento la voce di Elisabetta alle mie spalle. Mi giro. Indossa una canottierina con le spalline sottili che le arriva a metà coscia. Viene avanti appoggiandosi sulla ringhiera girata verso l’interno della casa.
“Come è andata cosa?” chiedo io.
“Sai, noi donne ci confidiamo. So che stasera Giulia aveva nell’animo di soddisfare una tua voglia.”
“Non sapevo foste così intime.” Dico. Francamente non pensavo che Giulia rivelasse alla sua amica così tanti particolari della nostra vita sessuale e non immaginavo neanche che fosse tutto preventivato. Credevo ingenuamente di essere stato io ad essere più convincente del solito.
“Lo siamo anche di più.” Mormora Elisabetta e mi fa l’occhiolino. Sotto il tessuto si intravedono i capezzoli inturgiditi, non so se per il fresco della sera o per altro.
“Cosa vuoi dire?” Il mio cazzo intanto si è già ridestato.
“Non ti chiedi come passiamo il tempo quando stiamo in casa da sole?”
Il mio cazzo si indurisce del tutto, devo sistemarmelo sotto i pantaloncini. Lei ride vedendo la mia reazione.
“Mi sa che adesso te lo stai chiedendo…” La sua risata si spande nel silenzio della notte. Io temo che Giulia possa sentirla e svegliarsi.
XI
“Sei arrabbiato? Sei geloso?” Mi chiede Elisabetta dopo un po’ in cui sono stato in silenzio, ad elaborare la notizia.
“No, sono eccitato. Non sapevo che Giulia avesse queste tendenze.”
“Non lo sapeva neanche lei. Ma credo le sia servito. Penso tu sia più soddisfatto ora, di come è diventata a letto con te, sbaglio?”
“No, non sbagli. Devo ringraziare te anche per la novità di stasera?”
“Ringrazia tua moglie… che mi ha chiesto di prepararla, di allenarla. Ho una discreta collezione di oggettini adatti, sai?”
XII
“Ah, siete qua.” Arriva mia moglie improvvisamente. “Mi sono svegliata non ti ho visto nel letto e sono venuta a cercarti.”
Io cerco di nascondere l’erezione che mi tende i pantaloncini. Appaio sicuramente imbarazzato. Elisabetta e mia moglie si scambiano uno sguardo, con la coda dell’occhio vedo un sorriso ed un cenno di assenso.
“Gli hai detto qualcosa?” chiede Giulia ad Elisabetta.
“Sì. Qualcosa.” Ride.
Mia moglie mi guarda. “Tutto ok?” Mi chiede.
“Guardalo fra le gambe.” Suggerisce Elisabetta.
XIII
Elisabetta continua a restare in casa nostra e si inserisce in maniera intensa nel nostro rapporto. Lei e Giulia erano amanti ma lo facevano solo quando io non c’ero. Nel frattempo Giulia diventa sempre più esigente e disinibita, fomentata da Elisabetta. Cominciamo a frequentare locali per scambisti dove per la prima volta la vedo tra le braccia di un altro uomo. Ottiene il mio consenso a godere di questa libertà grazie a promesse come il poter assistere ad un rapporto saffico tra lei ed Elisabetta, oppure con la promessa di potermi scopare la sua amica.
Io sono felice, mi godo questa mia nuova moglie, porca e ninfomane. Nei momenti di lucidità sono spaventato dall’evoluzione del nostro rapporto, ma è sufficiente che il cazzo si indurisca al pensiero che non ragiono più e assecondo ogni sua voglia.
XIV
Una sera rientro in casa e vengo subito fermato sulla soglia da Elisabetta che, evidentemente, mi stava aspettando. E’ totalmente nuda a parte le scarpe con tacco. Mi fa cenno di fare silenzio.
“Cosa c’è?” chiedo.
“Hai presente il fatto che ha costretto mio marito a cacciarmi di casa?”
“No, non me lo hai mai raccontato.”
“Sei pronto a vederlo dal vivo?”
“Sì.” Deglutisco e rispondo senza pensare, con il cazzo durissimo.
“Mi prometti che lei non la cacci di casa?” Mi chiede Elisabetta facendomi l’occhiolino.
“Promesso.” Mi accompagna verso il salotto.
“Ecco, questo è quello che vide mio marito entrando in casa. Lui non era solo e, come vedi, neanche io lo ero.”
Mi abbassa i pantaloni e mi sega il cazzo che, dopo pochissimo, erutta un fiume di sborra.