Sfizio

I

“Ah, però! Carino il tuo barista quest’anno!” a fare questo commento fu una del gruppetto di amiche quando eravamo andate una delle prime sere estive a trovare Silvia nel suo bar in riva al mare. Era un piccolo locale vicino al porticciolo, sulla spiaggia, sotto al lungomare. Da sola non riusciva a gestirlo, il marito non la aiutava e lei ogni anno si prendeva un aiutante. Quello di quest’anno era, in effetti, decisamente carino. Un bel ragazzo moro, dagli occhi verdi e dal fisico aitante.

“Eh sì, non per niente l’ho scelto io! Ho fatto una selezione accurata.” rispose Silvia, facendoci l’occhiolino con tono scherzoso. Tutte ridemmo, il tasso alcolico della serata era già alto nel nostro gruppetto di ultra trentenni scatenate.

La discussione degenerò con allusioni e doppi sensi sulle doti del barista e su come Silvia l’aveva scelto e sui suoi veri compiti all’interno del bar.

II

Si fece molto tardi, una ad una le amiche se ne andarono. Rimanemmo solo io e Silvia a chiacchierare nel bar vuoto. Mi raccontava dei problemi con il marito. Io le raccontavo dei dubbi sul mio futuro e imminente matrimonio.

“Ciao, Silvia, io vado.” disse Christian, l’aiuto barista. “Vuoi un passaggio a casa?” aggiunse mentre si infilava in testa il casco.

“No, grazie, sto ancora un po’ qui con la mia amica. A domani, buonanotte.”

Andato via il ragazzo rimanemmo un attimo in silenzio, poi Silvia diede un sorso all’ennesima birra e disse:

“Non stavo scherzando prima riguardo a Christian.”

“Cioè?” dissi non capendo bene a cosa si riferiva.

“Sai, le doti nascoste, il colloquio per sceglierlo, le sue mansioni aggiuntive oltre a quelle di barista.”

“Cioè?” ripetei io, senza fantasia.

“Me lo scopo. Cazzo se me lo scopo. Mi ha fatto riscoprire il sesso. E’ irresistibile. Pensa che quando si è presentato la prima volta dopo un quarto d’ora gli stavo facendo un pompino. E poi l’ho assunto.”

“Sei ubriaca?” le chiesi

“Sì, è per questo che ti racconto la verità.”

III

Effettivamente era un ragazzo magnetico. Bello come pochi e con una sicurezza nei modi di fare che ti induceva a concedergli tutta te stessa. Andai a trovare Silvia nel suo bar diverse volte le sere successive, anche senza le altre amiche. Mi resi conto che in realtà andavo per vedere Christian.

Non riuscivo a togliermelo dalla testa. Scopavo col mio futuro marito e pensavo che fosse lui sopra di me (pensieri che tra l’altro producevano esiti decisamente soddisfacenti sia per me che per il mio fidanzato).

IV

“Che fate? Dove andate?” provai ad indagare un po’ col mio fidanzato per sapere cosa gli avevano organizzato i suoi amici come addio al celibato.

“Non lo so, non mi han detto niente. Ma sai come sono. Penso che qualche cosa tipo spogliarello ci scapperà, ma tu non devi essere gelosa. Sarà tutto solo molto goliardico, stai tranquilla.”

V

“Quando è la serata libera di Christian?” chiesi una sera a Silvia, appena arrivata al suo bar.

“Il martedì, perché?”

“Senti, sto impazzendo e ti chiederò una cosa pazzesca, ma tu sei mia amica e devi capirmi. Non puoi dargli il venerdì la prossima settimana?”

“Il venerdì? Ma il venerdì c’è sempre molta gente, come faccio? Ma perché me lo chiedi? Cosa ti interessa a te?”

“Venerdì prossimo il mio futuro sposo ha l’addio al celibato.”

“E… allora? Cosa c’entra?”

“E… allora volevo usare quella sera per fare anche il mio di addio al nubilato.”

“Ma il tuo addio al nubilato è questo sabato. E poi… non riesco a capire, ma se io sto al bar non posso venire.”

“Non devi venire tu, deve venire Christian. E non è l’addio al nubilato di voi amiche. E’ un addio al nubilato personale. Uno sfizio che mi voglio togliere.”

“Con lui?” disse volgendo lo sguardo verso il bel barista.

“Pensi che accetterebbe?” le chiesi trepidante.

VI

Ero andata da lui, mi ero presentata, gli avevo detto di essere una amica di Silvia. Lui aveva risposto che si ricordava di me, mi vedeva spesso lì al bar. Gli dissi che io e Silvia eravamo molto amiche e lei mi aveva raccontato dei rapporti sessuali che intercorrevano fra loro. Lui non sembrò imbarazzato ma compiaciuto. Senza fare troppi giri di parole gli dissi che volevo essere trombata per bene, almeno una volta, prima di sposarmi. Volevo che fosse lui a farlo. Mi guardò e mi squadrò da capo a piedi. Mi sentii brutta e vecchia rispetto a lui. Pensai che non accettasse e ciò mi avrebbe ferito.

“Trombata per bene?” mi chiese

“Sì. Silvia mi ha detto che sei piuttosto bravo e… dotato.”

Rimase un attimo in silenzio. Stava asciugando meccanicamente un bicchiere.

“Va bene, ma devi fare tutto quello che voglio io. Fatti spiegare da Silvia come ti devi preparare.”

Io rimasi lì, un po’ interdetta e un po’ felice.

VII

“Cosa intendeva dire?” chiesi a Silvia riportandole le sue parole.

“Sei abituata a concedere la via posteriore?” io rimasi a bocca aperta. “Non te l’ho mai specificato ma con lui faccio quasi solo quello, lui lo adora. Probabilmente vuole assicurarsi che tu sia bella pulita, magari fatti un clisterino.”

“Ma… ma… quello era il mio regalo di nozze. La mia seconda verginità.”

“Eh, vorrà dire che tuo marito si troverà un regalo già scartato, ma non ti preoccupare, non si accorgerà di niente, anzi sarà meglio così, sarai più brava e sicura di te, dopo averlo fatto con Christian.”

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