Il racconto di una amica fa venire a galla delle voglie finora sopite. Provare una nuova esperienza può essere utile a capire cosa si vuole veramente.
I
“Quando fai quella faccia vuol dire che hai qualcosa da raccontarmi, ti conosco!”
Ero al bar con Anna la mia migliore amica, una con cui parlo di qualunque cosa, di cui conosco tutti i segreti e che conosce tutti i miei. Una amicizia forse insolita fra uomo e donna che non è mai sfociata in un rapporto sessuale pur essendocisi avvicinata molte volte. Di sesso tra noi parliamo molto, ci raccontiamo le nostre esperienze.
“Eh, sì…” rispose lei, lasciando la frase in sospeso e sorridendo maliziosa. Mi fece un cenno, per farmi capire che potevo indovinare da solo.
“No? Ci sei andata? Con lui?” lei annuì e poi diede un sorso alla sua birra, come per impedirsi di parlare e lasciarmi ancora macerare nella curiosità.
Lui era un tipo che frequentava la palestra in cui andavamo. Uno di quelli con la fila (di figa) alla porta. Uno che poteva permettersi di scegliere e di rifiutare le avances delle numerose ragazze che gli si proponevano, attirate indubbiamente dall’aspetto ma anche dalle voci che giravano a suo riguardo.
“Allora?” chiesi io.
Anna sorrise compiaciuta annuendo, esprimendo con l’espressione del viso un eloquente apprezzamento. Poi, scema, allargò le mani misurando nell’aria una dimensione decisamente ragguardevole e scoppiò a ridere.
II
Passarono pochi giorni ed io mi ritrovai sotto le docce della palestra insieme proprio a Mark, il ragazzo con cui era stata Anna. L’avevo già visto numerose volte nudo negli spogliatoi ed avevo già, distrattamente, notato la sua dotazione fra le gambe e il suo fisico scolpito e perfetto.
Quella sera, però, lo guardai con un occhio diverso. Mentre lo vedevo insaponarsi e passarsi le mani anche sul pacco non potevo non immaginarmelo nelle situazioni che Anna, dopo l’iniziale reticenza, mi aveva descritto con molti particolari.
Mi aveva raccontato come scopava, quali erano i suoi modi, quanto fosse instancabile e quanto fosse andato avanti tutta la notte, quali erano i suoi gusti e le sue predilezioni, come sapeva toccarla e come aveva saputo convincerla a fare cose per lei non usuali. Mi aveva cercato di descrivere, addirittura, il sapore del suo sperma.
Con questi pensieri in testa e con la visione del suo corpo nudo ed insaponato non riuscii a trattenere una erezione.
Con mio estremo imbarazzo lui la notò e non poté non intuire che lui ne fosse l’involontaria causa. Non ne sembrò seccato, anzi ne sembrò divertito.
Ed io? Strani pensieri si accavallavano in testa. L’erezione era totale e poderosa. Pensavo ad Anna e quello che sentivo era una strana forma, sottile, di invidia per quello che lei aveva avuto.
Eravamo praticamente soli nello spogliatoio e lui sembrò provocarmi. Dopo la doccia si mise di fronte a me, senza rivestirsi minimamente, ad asciugarsi i lunghi capelli con il phone.
Io dovevo nascondere due cose: i miei sguardi furtivi verso il suo sesso e l’erezione che non accennava a diminuire.
III
“Devo chiederti un favore. E’ una cosa molto particolare.”
“Dimmi.” Mi rispose gioviale Anna.
“Mi vergogno un po’ a chiedertela.”
“Dai, e che sarà mai? Noi due ci diciamo tutto, non ti preoccupare.”
“No, no, è una cazzata…”
Andammo avanti per diversi minuti. Ormai avevo lanciato l’amo e sapevo che lei non avrebbe mollato la presa. In fondo non volevo che la mollasse, era l’unico modo per riuscire a tirarmi fuori quello che avevo in mente di chiederle.
“Insomma volevo chiederti se potevi andare da Mark e chiedergli se, cioè, se lui va solo con le donne… oppure se qualche volta fa eccezione…”
“Cioè, fammi capire, tu vorresti sapere se Mark ha tendenze bisessuali?”
“Diciamo così…”
“Ok, ma immagino che la tua non sia una semplice curiosità, o sbaglio?”
Distolsi lo sguardo.
“Ooooh” mormorò lei teneramente prendendomi per mano. “Non me lo avevi mai detto di avere certe curiosità…”
“Infatti non le avevo ma… dopo il tuo racconto… dopo averlo visto…”
“Cazzo, hai ragione, a chi non verrebbe voglia di provare dopo quello che ti ho detto. Fai bene, cazzo, se devi sperimentare fallo con il migliore, no? Glielo chiedo di sicuro, anzi, cerco di convincerlo, te lo meriti!”
Sollevato da tanta comprensione mi cominciai ad eccitare ed iniziai a pianificare con Anna la strategia di approccio. Era tutto pazzesco.
IV
“Ma è proprio indispensabile?” chiesi prima di chinarmi come mi aveva chiesto Anna.
“Me lo ha detto lui esplicitamente. Ti vuole totalmente depilato, e quando ha detto totalmente intendeva totalmente.”
“Ok, ma anche lì?”
“Soprattutto lì. Quella sarà la zona più… diciamo così… sollecitata, no? Hai presente cosa stai andando a fare?”
“Ok, ok, ma stai attenta.”
“Attentissima.”
Mi chinai in avanti e mi aprii le chiappe con le mani per permettere ad Anna ed al rasoio che teneva in mano di rendere la pelle intorno all’ano priva di peli.
“Ok, ora girati.” mi disse. Io esitai un attimo. Non volevo farle vedere l’erezione che avevo, ma non potei esimermi.
“Ah però! Cosa abbiamo qui!” disse lei in tono canzonatorio. “Stavi già pensando a lui?”
“No, è solo… è il farmi depilare lì, il dare accesso ad una zona così intima…”
“Wow, se ti piace allora dobbiamo farlo più spesso, io mi sto divertendo!”
V
Ero fermo da cinque minuti di fronte alla porta chiusa. Il mio dito era a pochi centimetri dal campanello ma non osavo premerlo. Nei pantaloni il mio cazzo era duro. Fu solo il sentire che qualcuno stava salendo le scale che mi diede la spinta finale. Non potevo farmi trovare lì impalato. Suonai. Passò qualche secondo. Non sentii passi avvicinarsi alla porta (capii dopo il motivo: era scalzo) ma questa si aprì.
Aveva soltanto un asciugamano corto legato in vita. Per il resto era nudo. In quel momento al pianerottolo arrivò anche la persona che avevo sentito salire le scale. Era una ragazza. Si salutarono e notai che lei, dopo aver guardato lui mi squadrò. Io pensai che avesse capito benissimo cosa ero andato a fare lì. Probabilmente aveva sempre visto delle ragazze entrare nell’appartamento. Tutto questo mi fece arrossire e mi fece vergognare, ma aumentò la mia eccitazione.
Entrai. Lui mi precedette nel salotto. Non ci dicemmo una parola. Si sedette sul divano, si aprì l’asciugamano e rimase in attesa. Io mi spogliai lentamente, senza guardarlo in faccia, e poi, sempre lentamente mi avvicinai a lui e mi inginocchiai fra le sue gambe. Avevo il cazzo duro. Tutto ciò mi stava piacendo e mi buttai.
VI
Era mattina. Mark era sotto la doccia. Mi aveva risvegliato salendomi sopra per l’ennesima volta di quella interminabile notte. Io abbandonai totalmente il mio corpo e lasciai che lo usasse come meglio credeva. Anche Anna mi aveva descritto una sensazione simile.
Il culo mi doleva ma era proprio facendomi penetrare nuovamente che il dolore si attenuava almeno temporaneamente.
Ero stato preso. Ero stato usato. Mai mi ero sentito così. Una sensazione nuova. Una prospettiva nuova. Ero stato dominato.
Avevo capito che a Mark interessava poco il corpo che aveva sotto di lui. Aveva solo bisogno di uno su cui sfogare la sua libido inesauribile. Era un figo, aveva un cazzo maestoso e si scopava le più belle ragazze, ma non lo invidiavo. In lui avevo colto una sessualità povera, meccanica, priva di erotismo.
Anna aveva scommesso che alla fine non ci sarei andato e mi sarei tirato indietro. Le scrissi un SMS per rivendicare la mia vincita. “Non ce l’avrò come Mark ma ho una gran voglia di sfondartelo, per cui preparati!”