La prossima volta che lei proporrà di andare a fare shopping lui risponderà certamente di sì. Anzi dovrà fare attenzione a contenere l’entusiasmo. Per non insospettirla.
I
Sabato pomeriggio di inizio estate. Questa volta mi tocca: shopping in centro con la mia fidanzata. Per fortuna, e grazie probabilmente alla bella stagione, nei negozi non c’è la ressa di altri periodi dell’anno. Il mio compito è quello di strisciare la carta alle casse, di dare sporadici consigli sui vestiti da scegliere e di reggere in mano le sporte dei negozi già visitati. Per il resto passo il tempo guardandomi attorno e studiando l’umanità consumista.
II
La vedo uscire dal camerino a fianco di quello in cui è appena entrata, carica di vestiti da provare, la mia fidanzata. E’ una ragazza che non definirei bellissima, ma è molto appariscente. Capelli biondi, probabilmente tinti, lisci e a caschetto. Viso dai lineamenti un po’ volgarotti, ma di quel volgare sexy. Un brillantino sul lato del naso. Corpo ultrasexy: non magro, ma con tutte le curve al punto giusto. Due seni forse rifatti per quanto sembrano grossi e sodi. Un culo sporgente, alto e rotondo. Due gambe piene e toniche con ai piedi due scarpe col tacco altissimo che le slanciano. Esce dal camerino, per farsi vedere da una sua amica, con indosso un vestitino cortissimo sopra, cortissimo sotto e aderente.
Non riesco a non guardarla. Cerco di non essere esplicito, fingo indifferenza e la guardo con la coda dell’occhio. Mi guardo attorno, non c’è nessuno. Non ci sono altri uomini che possono godere della vista. La mia fidanzata è dentro al camerino, non ne uscirà per un po’. Posso rischiare e godermi un po’ lo spettacolo.
III
Si prova altri vestiti entrando e uscendo dal camerino. Ognuno è più sexy dell’altro. Mi passa sempre molto vicino, ne riesco a sentire anche il profumo. Devo veramente trattenermi, avrei voglia di allungare la mano e tastare quelle chiappe sode, appena coperte dal mini-abito. Ho un principio di erezione.
Ogni tanto la mia ragazza fa capolino dal camerino, mi chiama, mi chiede consiglio. Ogni volta ho un sussulto, temendo che mi becchi a spiare quell’altra tipa. Ho visto che l’ha notata anche lei, ho visto il disprezzo nel suo sguardo.
Io sono sbrigativo, ma gentile. Non voglio darle sospetti.
IV
Incrocio lo sguardo della tipa. Mi ha beccato che la stavo fissando. Mi sorride.
Al giro successivo, con il nuovo vestito che lascia poco all’immaginazione (a proposito tutte le volte ho cercato di individuare il segno della biancheria sotto i vestiti e non l’ho mai visto, possibile che…?) chiede un parere all’amica. Lei non sembra convinta, l’amica invece le dice che sta benissimo. Guarda verso di me, che ormai la sto fissando senza pudore. Mi viene spontaneo farle il gesto del pollice verso l’alto, accompagnato da una espressione che esprime forte apprezzamento per ciò che vedo. Lei mi sorride, ringraziandomi silenziosamente.
V
“Io vado al piano di sopra. Non ho ancora deciso cosa prendo, tienimeli tutti questi vestiti, per ora.” mi dice la mia ragazza e mi scarica fra le braccia un cumulo di capi di abbigliamento.
“Vieni?”
Quando me lo chiede ho un colpo di genio. C’è una panca nel corridoio dei camerini.
La guardo e dico: “Guarda, ti aspetto qui. Sono stanco e mi siedo un po’.”
Mi sento un verme mentre lo dico perché lo scopo di rimanere lì non è certo quello di riposarmi ma di continuare a fare il guardone. Forse sentendosi in colpa per il tour de force di shopping o forse impaziente di andare a caccia di altri acquisti non si mette a discutere e mi lascia stare.
Io mi siedo e mi metto a sbirciare. La tipa è di nuovo dentro al camerino, le scorgo i piedi che spuntano da sotto alla tenda. Vedo che si sfila un vestito. Il mio amico dentro i pantaloni si agita, se la sta immaginando nuda.
Ho un sussulto quando mi passa a fianco l’amica della tipa e va verso il camerino. Apre leggermente la tenda e guarda dentro. La visione dura pochi decimi di secondo: intravedo un angolo dello specchio e vedo un pezzo di schiena nuda. Sto sudando. Sento che le dice che non va bene il vestito che ha preso. Ne deve andare a cercare un altro. L’amica sparisce e lei rimane dentro.
Da lei mi separa solo una tenda, dietro alla quale lei è, presumibilmente, nuda o quasi.
VI
L’amica ci impiega molto a tornare. Evidentemente non trova il vestito giusto.
Lei si spazientisce e fa capolino con la testa fuori dal camerino. Ci sono solo io e mi guarda. Ci sorridiamo e ci salutiamo. Mi fa dei cenni, verso il camerino dentro al quale fino a pochi minuti prima c’era la mia ragazza, come per chiedermi se è lì dentro. Io scuoto la testa. Mi fa segno di avvicinarmi e io, come un automa, vado verso di lei. Mi apre la tenda del camerino e mi tira dentro.
E’ lì davanti a me. Ha indosso soltanto le scarpe con il tacco a spillo che la rendono alta quanto me e un reggiseno che fatica a contenere le sue tette. Sotto non ha nulla. Mi spinge contro la parete del camerino e mi fa segno di fare silenzio. Come se avessi intenzione di farmi sentire. Con una mano va subito a palparmi tra le gambe e mi trova duro. Mi tira giù la zip e mi tira fuori il cazzo dai pantaloni.
Si inginocchia. Mi guarda.
Non so come faccio a non sborrarle in faccia all’istante.
VII
Sta lavorando abilmente di lingua quando improvvisamente si apre la tenda del camerino. Io mi giro terrorizzato. Lei non fa una piega.
“Oh, scusate.” dice l’amica, evidentemente abituata a questo tipo di situazioni in sua compagnia.
Lo spavento mi ha fatto un po’ ammosciare. Lei cerca di darsi da fare per farmi riprendere, e non avrebbe difficoltà se io non sentissi un rumore di tacchi a me familiare. E’ tornata la mia ragazza.
“Scusa hai visto un tipo che era seduto qui?” sento che chiede con l’amica.
“E’ andato a fare un giro poco fa, sarà qui da qualche parte.” risponde lei, complice, ed io la ringrazio mentalmente.
Sento che la mia ragazza rientra nel camerino. Evidentemente ha trovato altri vestiti da provare. Io mi sono ammosciato. Neanche la sua maestria nell’arte della fellatio riesce a farmi riprendere.
Allora si alza. Vedo che fruga nella borsa. Estrae un preservativo, me lo passa e poi si gira, dandomi la schiena appoggiandosi alla parete del camerino. Mi guarda vogliosa e questo mi basta per farmelo rizzare di nuovo. Mi appoggio a lei, punto il cazzo fra le sue chiappe.
“Posso? Qui?” le sussurro all’orecchio premendo il glande sul suo ano.
“Devi.” mi risponde lussuriosa e spinge il culo all’indietro aprendosi con estrema facilità.
VIII
Mi lascia il numero di cellulare, poi dà una rapida occhiata fuori dal camerino e mi fa cenno che posso uscire. Mi fiondo fuori e mi siedo sulla panca. Proprio in quel momento esce la mia ragazza con un vestito nuovo.
“Ah, sei qui. Dov’eri finito?”
“Mi ero stufato e mi sono fatto un giro al piano di sotto.”
“Come mi sta?” fa una piroetta facendo alzare la gonnellina del vestito.
“Benissimo, sei bellissima!”
“Grazie, sei molto gentile. E stasera, per la tua gentilezza avrai una sorpresina. Nel reparto lingerie ho preso una cosina che ti piacerà…”
Il mio cazzo, nonostante gli sforzi appena compiuti si ridesta felice.