Cambio di genere

 L’amica ha cambiato genere di fidanzati e anche lui sperimenta un cambiamento di genere…

 

I

Ero carico di aspettative sul mio soggiorno ad Amsterdam da Julie, una mia carissima amica. Con lei mi vedevo circa una volta all’anno e spesso in una città diversa visto che il suo lavoro la portava a girare tutta l’Europa. Dopo aver passato due anni a Londra, si era da poco spostata nella capitale olandese. Per me era un’ottima occasione di unire la sua compagnia a del turismo in città che non conoscevo.

L’ultima volta, poi, complice il fatto che si era appena lasciata con il suo fidanzato, la nostra amicizia era andata un po’ oltre. Dopo una serata in cui avevamo bevuto entrambi un po’ troppo eravamo finiti a letto ed avevamo scopato. Dopo non eravamo tornati su quell’episodio nelle nostre conversazioni via email. Io non ero innamorato di lei, non si poteva neanche ipotizzare una storia fra di noi, vista la distanza geografica, ma Julie era una bella ragazza e, se non comprometteva la nostra amicizia, io sarei tornato volentieri a letto con lei.

Ovviamente non ne avevo fatto cenno, ma la mia speranza era che nella settimana in cui mi avrebbe ospitato da lei ci scappasse qualche altro approccio sessuale.

II

“Ssssh! Fai silenzio che Mark starà dormendo.” mi sussurrò entrando in casa. Era venuta a prendermi all’aeroporto, il volo era arrivato molto tardi.

“Mark?” feci io, non capendo a chi si riferiva.

“Sì, ok, non te l’ho detto. Ma è una cosa recente.” Si giustificò e sembrò imbarazzata.

“Ma chi è?”

“E’ il mio nuovo ragazzo, più o meno.”

“Come? Più o meno? E’ una cosa recente? E dorme già a casa tua?” risposi un po’ piccato e geloso.

“Beh, sì, ci possiamo solo vedere alla sera e… durante la notte. In questo periodo sto lavorando molto.” Non era riuscita a trattenere un sorriso mentre diceva “durante la notte”.

Io appoggiai le mie cose e preparai il divano sul quale avrei passato la notte successiva e anche le seguenti. La mia speranza di finire nel letto di Julie era naufragata.

“Dai, domani vi conoscerete. Io esco molto presto, così poi posso venire via dall’ufficio prima e passiamo la serata insieme. E’ simpatico, se vuoi fatti portare in giro da lui. Tanto oltre ad andare in palestra non ha niente da fare.”

“In palestra?” chiesi io un po’ stupito.

“Sì, beh, diciamo che ho cambiato un po’ genere. Non è il solito artista intellettuale o scienziato come gli altri.” Rise nervosamente e sembrò vergognarsi della cosa. Io mi sentivo molto geloso.

III

Mi svegliai ed andai verso il bagno. La porta era aperta ed entrai. Dentro c’era Mark. Mi dava le spalle e si stava asciugando. Era completamente nudo. Rimasi impressionato dal fisico: una schiena muscolosa, la pelle color caffelatte, numerosi tatuaggi e due glutei sodi, sporgenti e rotondi dai quali non riuscii a distogliere lo sguardo. Pur essendo decisamente mascolini mi suscitarono la stessa attrazione che solitamente avevo per quelli femminili.

Sì girò, avendomi sentito entrare, ma il mio sguardo rimase puntato verso il basso e quindi verso il suo sesso che ora mi mostrava giustamente senza nessun pudore. Giustamente perché non aveva nulla di cui vergognarsi fra le gambe. Compresi per bene i sorrisini e gli ammiccamenti di Julie la sera prima. Capii in cosa Mark si differenziava dai suoi precedenti fidanzati e perché le interessava tanto passare insieme a lui le notti.

Deglutii nervosamente. Mark mi allungò la mano e mormorò un saluto in olandese. Incrociammo lo sguardo. Io istintivamente lo distolsi e ripercorsi tutto il corpo nudo e muscoloso che avevo di fronte per poi tornare a fissarlo negli occhi. Lui aveva osservato il mio gesto e mi sorrise, senza staccare la stretta di mano.

IV

A sera con Julie fui evasivo su come avevo trascorso la giornata. Dissi di essere stanco dal viaggio e quindi di non aver girato. Incassai quindi qualche sfottò sulla mia presunta debolezza. La serata fu piacevole. Io e Julie da soli a passeggio per le vie di Amsterdam a chiacchierare.

Rientrammo a casa. Io andai a dormire sul divano mentre Julie raggiunse Mark nella loro stanza. Non passò molto tempo prima di cominciare a sentire provenire dalla camera dei rumori inequivocabili. Sentii Julie godere, anche se era evidente che cercava di non farsi sentire. Io li ascoltai masturbandomi, ma i miei pensieri andavano più a quello che era successo durante il giorno che ad immaginare quello che stava avvenendo al di là della porta.

Andarono avanti a lungo, mi addormentai io prima di loro.

V

Il giorno dopo era sabato e Julie poteva dedicarmi tutto il giorno. Visitammo in modo approfondito la città, ridendo e scherzando come i vecchi amici che eravamo.

Ad un certo punto, mentre eravamo su un battello che faceva il giro dei canali, Julie mi domandò a bruciapelo:

“Ieri sera Mark mi ha raccontato delle cose strane riguardo alla giornata di ieri. C’è qualcosa di vero?”

Io sentii il mio viso avvampare di calore e le gambe cedermi. Dalla mia bocca uscì qualche suono indistinto somigliante ad un “no, no”.

“Uhm, non c’è bisogno che mi rispondi. Dalla tua reazione direi che ho capito. Ma non ti devi preoccupare. Non ti devi vergognare, a me puoi dirlo.”

“No, no. E cosa dovrei dirti?”

“Beh, che sei di gusti… aperti. E’ del tutto normale. Non è un problema. Anche Mark lo è e per me non ci sono problemi.”

“No, ma guarda che io non l’avevo mai fatto.”

“Davvero? Era la tua prima volta con un uomo?”

“Sì, sì, è successo così, per caso. Io non volevo.”

“E’ stato Mark che ti ha costretto?”

“Sì, no, no. Non mi ha forzato, ma io non volevo. Cioè sì lo volevo, ma non lo volevo. Me lo sono trovato davanti, così, nudo ed era così…”

“Irresistibile. Già. Ti capisco. Per me è stato uguale, anche se era vestito. L’ho incontrato in un bar. Dopo cinque minuti eravamo nei bagni e gli stavo facendo un…” si interruppe. Certi discorsi ci imbarazzavano ancora.

Restammo in silenzio per i successivi cinque minuti. Poi lei mi mise un braccio intorno alla vita.

“Non fartene un problema. Hai fatto bene. Nella vita certe esperienze vanno fatte.”

“Sì. Beh, è stato… direi… bello.”

“Sai cosa mi piacerebbe?”

“No.”

“Guardarvi.”

VI

La richiesta di Julie era di rifare esattamente quello che avevamo fatto la mattina precedente e fu una buona idea sia perché mi tolse dall’imbarazzo di non sapere cosa fare e sia perché il rivivere la cosa mi portava ulteriore eccitazione.

Quindi iniziammo a baciarci, quasi con rabbia, in bagno, mentre Mark mi spogliava avidamente. Poi mi spinse sul divano dove si inginocchiò per prendermelo in bocca. Io dopo un po’ cercai di fermarlo, di alzarmi e di rivestirmi. Avevo avuto un attimo di pentimento. Lì lui fu quasi brutale. Mi prese e con la maggiore forza di cui disponeva mi mise a pancia in giù contro il divano. Non fu violenza perché io non mi opposi ed anzi sentii il desiderio di farmi prendere. Quella seconda volta mi stupii di quanto facile era stata la prima.

Il copione fu rispettato fino in fondo perché dopo una breve pausa per riprendersi io cercai una sorta di rivincita, invertendo i ruoli. Come il giorno prima fu evidente che Mark si lasciò sopraffarre senza opporre la resistenza che avrebbe potuto opporre. Ma proprio questo fatto rese la cosa così eccitante. Percepii la voglia di essere preso che poteva avere un maschio così dominante.

Fare tutto ciò di fronte agli occhi divertiti ed eccitati di Julie fu semplicemente meraviglioso.

Quella sera non dormii sul divano.

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