Io sono la persona più giovane, la più bella e anche la più sveglia del gruppo. E sono l’unica donna.
Sono in giro per lavoro con i miei colleghi. Forniamo consulenza di alto livello per grandi aziende e multinazionali.
Io ho circa 30 anni. Con me ci sono Giulio, che ha poco più della mia età, Carlo e Giacomo, intorno ai 40 e Gianni, il capo, che va verso i 60.
Io sono quella di grado più basso, sono quella che guadagna meno, sono quella che spesso trova le soluzioni più giuste.
Io sono quella che spesso dal cliente viene trattata come se fossi una segretaria, una segretaria gnocca.
Io spesso ho ragione, ma non vengo ascoltata. Io sono quella che ha meno voce in capitolo, ma quasi sempre si fa come dico io. Ma per ottenerlo non basta spiegare il mio punto di vista.
Io faccio fare quello che voglio ai miei colleghi perché sono bella. Gliela faccio annusare, gli faccio credere, a livello inconscio, di essere disponibile e me li manovro come voglio.
Non si fanno scrupoli a fare battute da caserma, anche in mia presenza. Ma io non mi scandalizzo, rispondo per le rime e rimangono scioccati.
Quando mi vesto scelgo capi che mettano in risalto la mia femminilità ed il mio fisico da pin-up. Non rinuncio mai a scarpe aggressive con tacchi altissimi.
Mi accorgo quando camminiamo e trovano delle scuse per rimanere qualche passo dietro di me. Sento i loro sguardi sul mio culo e allora tendo ad ondeggiare ancora di più i fianchi.
Quando mi parlano vedo che il loro sguardo scende nella scollatura della camicetta per poi ritornare su imbarazzato dopo pochi secondi. In genere è in quel momento che mi danno ragione.
Mi diverto a tormentare Giulio che è timido ed impacciato e tutte le volte che mi guarda so che si sente in colpa nei confronti della sua fidanzatina. Con lui, complice anche l’eta simile, sono molto più aperta e generosa che con gli altri. Gioco a fare l’ingenua e nello stesso tempo gli faccio intuire quella che è la mia indole fra le lenzuola. Di sicuro faccio parte delle sue fantasie masturbatorie.
Con Carlo e Giacomo, che si vantano di essere dei donnaioli, sono più perfida. Ogni volta che posso stronco le loro velleità e le loro pretese. A loro faccio credere che la mia disponibilità sia solo questione di tempo. Li tengo sulla corda, ma ogni volta che la mollo un po’ poi li stronco. Si sono anche fatti avanti in maniera esplicita e la mia risposta è rimasta sul vago.
A Gianni non manco di far notare che potrei essere sua figlia e gli faccio crescere dei sensi di colpa. Non gli ho mai dato modo di pensare che potrei essere disponibile, ma sono sempre molto carina con lui. Consapevole dei suoi limiti penso che si accontenti di potermi ammirare e venerare. Alla fine è quello che riesco a manipolare meglio, pur usando meno armi sessuali.
A loro piace andare in trasferta con me. Gli altri uomini mi guardano e loro si bullano di essere in mia compagnia. Con i clienti, poi, immagino che appena esco dalla stanza gli facciano credere chissà cosa sul mio riguardo.
Vivo in un mondo maschilista, lavoro in una società maschilista. Per tutti gli sforzi che potrò fare niente eguaglierà la mia capacità seduttiva e i benefici che può portare.
Lotto con le armi che funzionano, che non sono tutte quelle di cui dispongo.
Quasi sempre gli uomini che incontro non sono alla mia altezza, ma per dominarli devo usare la sensualità.
bello, complimenti, eccitante,
grazie