Proposta bi-indecente

Tutti hanno un prezzo, si tratta solo di stabilirlo. Tutti sono in vendita, anche chi non lo aveva preventivato.

Si era avvicinato a noi in un bar che dava sul porticciolo. Subito affabile e affabulatore lo avevamo inizialmente ascoltato con piacere. Era un uomo sulla sessantina dai modi eleganti e con vestiti firmati. Non si era fatto problemi nell’ostentare la sua ricchezza, poco dopo l’inizio della conversazione ci aveva indicato il suo yacht, ormeggiato poco distante.

Ben presto ci invitò a visitarlo, vincendo con la sua arte oratoria la nostra diffidenza. D’altronde non capivamo bene le sue intenzioni, il suo farsi avanti con una coppia di trentenni sconosciuti. Ovviamente avevamo dei sospetti ma in fondo sapevamo che avremmo potuto rifiutarci qualsiasi proposta ci avesse fatto.

Saliti sulla barca i suoi discorsi si fecero più chiari ed esplicitò le sue intenzioni. Lo fece comunque mantenendo la sua affabilità e non mettendoci subito a disagio. Iniziò un discorso sul fatto che qualunque persona aveva un prezzo. Alle nostre timide e poco convinte obiezioni fece un esempio.

“Vi sbagliate. Poniamo che io offra alla signorina 100 euro per passare una notte d’amore con me. Lei cosa risponderebbe?”

La mia fidanzata rise un po’ nervosamente.

“Rifiuterebbe, ovvio.” intervenni io.

“Lasci rispondere lei.” disse lui, dandoci l’impressione di potercela cavare facilmente in quella discussione.

“Ma certo che rifiuterei, per chi mi ha preso?” rispose lei un po’ stizzita.

“Vedete, tutti hanno un prezzo.” sembrò concludere, prima di bere un sorso dal calice di champagne che ci aveva offerto.

“Ma, scusi, non ha dimostrato un bel niente. La mia ragazza non si è venduta.” cercai di replicare io, cascando nella sua trappola.

Lui mi guardò sorridendo sornione.

“Certo, ha rifiutato. Proprio perché anche lei, come tutti, ha un prezzo.”

“Come sarebbe a dire?”

“Un concessionario non mi venderebbe una Ferrari a 100 euro, ma ciò non toglie che una Ferrari ha un prezzo.”

“Ah, sì, e quello della mia… della mia Ferrari, quale sarebbe?”

“Non sono qui per fare una trattativa e forse neanche lei vorrebbe saperlo, ma, signorina, cosa risponderebbe alla stessa domanda di prima se la cifra fosse 1 milione di euro?”

Rimanemmo un attimo interdetti entrambi, non sapendo come obiettare. Poi lei farfugliò che avrebbe rifiutato, ma con così poca convinzione che nessuno di noi ci credette, tanto che lui ci sorrise e disse:

“Avete visto. Ognuno ha il suo prezzo. E vi dirò di più. Il prezzo della sua fidanzata è diverso dal prezzo che lei stesso attribuirebbe alla sua fidanzata.”

“Ma come si permette?”

“Facciamo così: pensateci. Tornate domani sera con una cifra. Sono proprio curioso di sapere quanto vi valutate.”

La serata si interruppe così bruscamente. Noi tornammo al nostro alloggio contrariati con il comportamente tenuto da quell’uomo. Ma il tarlo nella nostra mente lo aveva inserito. Sembrava un uomo veramente ricco. Cosa sarebbe stato in fondo una sola notte di sesso? Entrambi avevamo questi pensieri ma nessuno dei due osava dirlo all’altro.

Fu la mia ragazza, più tardi, a letto, mentre saliva su di me e si penetrava dolcemente a chiedermelo.

“Secondo te quanto posso valere?”

Il mio cazzo si ingrossò dentro di lei. La fantasia ci eccitava entrambi.

***

Lo cercammo la sera dopo, sul lungomare. Non trovandolo passamo davanti al suo yacht. Lui ci vide e ci fece cenno di salire.

“Allora, qual è il prezzo?” ci chiese dopo lunghi convenevoli con i quali ci aveva messo di nuovo a nostro agio, dato che ci aveva visto molto nervosi.

Gli passai un bigliettino, sul quale avevamo scritto una cifra. Ci avevamo pensato e riflettuto per tutta la giornata, ma ci vergognavamo a dirla a voce. Lui la osservò per qualche istante. Sorrise. La cifra era molto alta, per noi. In quel momento mi maledii pensando che non ce l’avrebbe mai data e forse avremmo potuto accettare anche meno. Ed ero stato io a volerla alzare, la mia ragazza avrebbe accettato anche molto meno.

“D’accordo.” disse lui.

“D’accordo?”

“Sì. Ma…”

“Ma cosa?”

“Scommetto che questo è il prezzo che ha messo lei, non quello che avrebbe messo la sua fidanzata, dico bene?”

“Effettivamente sì.”

“Perché la sua fidanzata era disposta anche a meno, giusto?”

“Sì, però il prezzo è quello.” dissi io stizzito.

“Certo, stia tranquillo, il prezzo è questo. Anche perché questo è il prezzo per lei, non per la sua fidanzata.”

“In che senso, scusi?”

“Io sono interessato a passare una notte di sesso con lei, non con la sua fidanzata.”

Rimanemmo a bocca aperta.

“No… ma… come?”

“Ognuno ha un prezzo, ricorda? Ce l’ha la sua fidanzata ma ce l’ha anche lei. E questo è il suo.”

“No, veramente…”

“Cosa mi vuole dire? Che lei era disposto a che la sua ragazza facesse sesso con me, nonostante io non le piaccia per niente, ma invece lei non lo farebbe? Signorina, il suo fidanzato non mi pare che la rispetti molto, cosa ne dice?”

Lei, sentendosi usata ancora più di quanto si era sentita usata fino a quel momento, convenne con le ragioni dell’uomo. In breve li avevo entrambi contro di me, anzi avevo sia loro sia la comunque allettante cifra che avrei potuto guadagnare.

“Cosa vuoi che sia? E’ solo per poco, poi non gli tirerà neanche, si addormenterà subito…” avevo detto lungamente alla mia ragazza per convincerla quando lei, nei momenti di lucidità, sembrava voler abbandonare e rifiutarsi.

Furono le stesse parole che mi ripetè lei mentre discutevamo, sullo yacht dell’uomo che intanto ci osservava dalla distanza avendoci lasciato chiarire la cosa fra noi.

***

“Signorina, lei è comunque ospite della nave, si senta libera e, se si sente sola, si rivolga pure al mio equipaggio, la tratteranno come una regina, può chiedere tutto ciò che vuole.” disse lui ammiccante mentre mi teneva sottobraccio e mi conduceva nella sua lussuosa ed enorme cabina.

Il suo equipaggio, nella figura di due bellissimi giovani si palesò, scortando fuori la mia fidanzata, mentre noi entravamo nell’alloggio dell’uomo.

“Spogliati, entra nella vasca,” mi disse indicando una vasca idromassaggio al centro della stanza, “io ti raggiungo subito.” e sparì nella stanza da bagno attigua.

Poco dopo tornò. Era nudo, non un gran bel corpo, e duro. Il suo sesso non era brutto, dovetti ammettere, e soprattutto non indifferente come dimensioni.

Con lei non ne parlai mai di quello che feci con lui, e soprattutto mai ammisi che in fondo la cosa non mi dispiacque. Lui fu molto bravo, molto dolce, e mi condusse alla scoperta dei piaceri omosessuali. Si prese per lui il ruolo di attivo e mi scopò, grazie sicuramente all’uso del viagra, per tutta la notte.

A lei non chiesi mai come aveva passato la notte. E non le dissi che in certi momenti di silenzio avevo sentito una donna godere, in qualche altra cabina. Non volli sapere quale dei due giovani mozzi avesse scelto, anche perché probabilmente non ci fu nessuna scelta.

Di sicuro uscimmo entrambi convinti di una cosa, che da quella serata avevamo guadagnato. Fin troppo.

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