La casa con piscina

Una casa con piscina. Una notte calda.

Io ed il mio fidanzato stavamo passando qualche giorno di vacanza in una casa nelle colline toscane. La casa, isolata in campagna, disponeva di una piscina e di due alloggi. Gli altri ospiti della casa erano una coppia un po’ più grande di noi che avevamo incrociato durante il giorno proprio durante le ore passate a sguazzare in piscina. Erano di origini tedesche ma lui, un bell’uomo dal fisico muscoloso essendo un ex sportivo professionista, parlava benissimo l’italiano.

Faceva caldo, molto caldo e nonostante la casa fosse una di quelle vecchie case di campagna con i muri spessi che mantenevano all’interno una certa frescura io, quella notte, faticavo a prendere sonno.

Decisi di uscire un po’ all’aperto, mentre il mio fidanzato dormiva, per fare una passeggiatina confidando nella frescura notturna. Andai verso la piscina, nel buio della notte. Mi sedetti su uno degli sdrai, fermandomi ad ammirare il cielo stellato.

Improvvisamente un rumore di acqua mossa alle mie spalle mi fece sobbalzare. Nell’ombra vidi qualcosa nella piscina ed udii un saluto. Era il tedesco, che nuotava nell’acqua. Mi tranquillizai mentre lui si avvicinò al bordo, fermandosi appoggiando gli avambracci e tirandosi un po’ fuori dall’acqua.

“Anche te qui per fare il bagno di notte?” mi chiese.

“No, è che facevo fatica a dormire, con questo caldo e ho deciso di fare un giretto all’aria aperta.”

“Ah, scusa, forse ti abbiamo disturbato anche noi, abbiamo fatto un po’ di rumore.”

Effettivamente fino ad un’oretta prima avevo sentito provenire dal loro alloggio, grazie alle finestre aperte, dei rumori inequivocabili. Avevo udito lui e la moglie che facevano l’amore. I grugniti di lui, i gemiti e alcuni urletti da parte di lei. Qualche parola inintelligibile in tedesco. I rumori erano durati parecchio e mi avevano anche fatto venire voglia. Mi ero strusciata un po’ contro il mio fidanzato, per svegliarlo, ma lui, evidentemente troppo stanco, non aveva risposto in modo positivo. Allora mi ero masturbata seguendo il loro ritmo, silenziosamente, sperando che servisse anche a farmi prendere sonno.

“No, non ho sentito nulla.” mentii spudoratamente e forse non molto credibilmente.

“Sai, con questo buio non posso vedere che tu sia diventata rossa, ma capisco bene che non stai dicendo la verità.” rispose lui, sornione e compiaciuto di avermi sgamato.

“Sì, è vero vi ho sentito.”

“Scusa di nuovo, allora.”

“Non devi scusarti, non è stato spiacevole sentirvi.”

“Ah, spero che siamo stati fonte di ispirazione, magari.”

“Eh, no, ci ho provato col mio fidanzato, ma era troppo stanco dopo l’escursione di oggi.”

“Ah, mi dispiace.”

Passò qualche secondo di silenzio, un po’ imbarazzante, almeno da parte mia.

“Non ti tuffi allora?”

“Ah, no. Non pensavo di fare il bagno. Non ho il costume.”

“Se è per questo neanche io.” rispose, “Ma tanto con questo buio non vedrei molto di più di quello che ho visto oggi al sole, quando eri in costume.”

“Ah, e cosa hai visto oggi?”

“Ho ammirato un bel corpo.”

“Ah, grazie…” arrossii di nuovo, ma per fortuna non poteva vederlo.

“Dai, allora ti butti?”

Ci pensai un attimo. Avevo voglia di farlo. Ma forse non era opportuno. Il dialogo tra noi ci aveva portato in sentieri pericolosi. C’erano state troppe allusioni che però avevano contribuito a farmi venire voglia di spogliarmi, nuda, e di entrare nella piscina insieme ad un uomo che non era il mio, anche lui nudo e con un fisico spettacolare. Mi sentivo eccitata, la masturbazione di prima non aveva placato i miei desideri, anzi forse li aveva solo amplificati.

Lui, forse per togliermi dall’imbarazzo si immerse in acqua e nuotò verso l’altra sponda, sparendo nell’oscurità. Mi guardai attorno e guardai verso la casa, verso la finestra della nostra stanza dove dormiva il mio fidanzato.

Furtivamente mi tolsi la canottiera e i pantaloncini che indossavo. Una bava di vento sfiorò il mio corpo nudo provocandomi un leggero piacere. Mi sedetti sul bordo della piscina e scivolai in acqua. Era una bella sensazione quella di essere nuda, in acqua, al buio. Non vedevo più dove fosse il mio compagno di nuotata notturna, probabilmente si era fermato all’altro lato, dove era ancora più buio.

Nuotai lentamente, godendomi il fresco. Le ultime bracciate le feci immergendomi fino a quando toccai il bordo e risalii. Mi guardai attorno. Lui era seduto sul bordo a gambe larghe, fuori dall’acqua con tutto il corpo eccetto i piedi. Io gli ero arrivata proprio a fianco. L’oscurità non mi impediva di cogliere il suo profilo e le sue forme.

“Oh mio dio.” mormorai alla vista del suo cazzo che penzolava tra le sue cosce muscolose.

Alzai lo sguardo verso il suo viso. Colsi un suo sorriso.

“Ti piace?” mi chiese.

Io deglutii nervosamente. Era grosso, lungo. A occhio più di quello del mio fidanzato nonostante il suo fosse ancora moscio. Ma soprattutto, pur nella luce scarsa, sembrava bellissimo, con le proporzioni perfette.

“Puoi toccarlo, se vuoi.” aggiunse.

Io ero ancora più eccitata. Pensavo a cosa poteva fermarmi dal fare ciò che avevo voglia di fare. Pensai al mio fidanzato che stava dormendo e anche alla moglie di lui. Pensavo ad altro mentre intanto la mia mano, quasi inconsciamente si allungava per afferrarlo.

Pochi istanti dopo ero sgusciata tra le sue gambe e gli tenevo in mano il cazzo che si stava indurendo. Usandolo quasi come appiglio mi tirai un po’ fuori dall’acqua per arrivare con la mia bocca all’altezza della sua cappella, che ormai puntava dritta verso l’alto, al termine della possente e rigida asta. Lo baciai sulla punta ed iniziai un lento pompino.

“Sei bravissima.” mi sussurro. “E scommetto che stai godendo ancor di più a succhiare il cazzo a pochi metri dal tuo uomo che dorme.”

Lo odiai per questa frase, ma soltanto perché aveva colto nel segno. Stavo godendo a leccare quel bellissimo cazzo ma stavo godendo ancor di più per la situazione clandestina, pericolosa, intrigante e adultera.

Lui si lasciò andare stendendosi sulla schiena. Lasciò fare tutto a me. Lo leccai e succhiai a lungo. Fu molto resistente, forse anche perché aveva scopato con sua moglie poco prima. Fino a quando capii che stava per venire. Ebbi l’istinto di spostarmi ma solo per un attimo. Tornai quindi a prenderlo in bocca mentre lui iniziava a schizzare. Mi riempì la bocca di sborra, tanta sborra.

Sentirne il sapore era la certificazione dell’avvenuto tradimento. Con una mano mi sfiorai il clitoride, provocandomi un immediato orgasmo. Mi lasciai andare all’indietro in acqua, nella posizione del morto, godendomi i postumi dell’orgasmo.

Non feci altro, quella sera, con quell’uomo. E non ci pensai più fino a sera quando, mentre facevo l’amore col mio fidanzato, fui più rumorosa del solito, sperando che quella volta fossero loro, soprattutto lui, a sentire noi.

Era più fresco la sera dopo, ma per qualche motivo faticai di nuovo ad addormentarmi. Mi alzai ed uscii nella notte. Andai verso la piscina, senza ammettere a me stessa le mie intenzioni. Speravo di trovarlo di nuovo in acqua, ma non c’era. Mi appoggiai al muretto che delimitava la proprietà guardando il paesaggio notturno delle colline. Pensai a quello che avevo fatto, a quello che avrei voluto rifare e me ne pentii, mi sentii colpevole.

Poco dopo sentii dei passi avvicinarsi dal vialetto che portava dalla casa alla piscina. Scorsi la sua figura ma vidi che non era solo. Con lui c’era la moglie. Mi sentii come se fossi stata scoperta da lei, anche se non c’era motivo. Si avvicinarono, salutarono amichevolmente. Parlammo un po’ e lui, appoggiato al muretto fra me e la moglie, traduceva da e per lei.

Ad un certo punto la moglie mi prese una mano e mi guardò sorridente. Poi me la spinse in mezzo alle gambe di lui, per tastare insieme il suo pacco che si induriva. Mi tirò giù insieme a lei, facendomi inginocchiare mentre intanto gli abbassava i pantaloncini. Ci trovammo faccia a faccia, divise solo dal suo cazzo. Me lo porse ed io lo assaggiai di nuovo. Poi lei mi baciò in bocca.

Finimmo sul prato a fianco della piscina. Io completamente nuda a quattro zampe, lui dietro che mi faceva provare il suo maestoso sesso nei due orifizi che la sera prima non lo avevano provato e la moglie che ci girava attorno, si faceva leccare da me, si infilava sotto per leccarmi, andava da lui a baciarlo o a leccarlo fra le chiappe.

Tornata in camera, stendendomi a fianco del mio fidanzato dormiente, mi sentii immensamente colpevole e immensamente soddisfatta. E più mi sentivo soddisfatta e più mi sentivo colpevole.

Purtroppo, o per fortuna, quella vacanza era finita.

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