Una storia a tre voci.
Lui
“Ecco, fermati a quel distributore.” mi disse lei, impaziente. Io obbedii meccanicamente.
“Ci ha visto?” chiesi mentre svoltavo nell’area illuminata della pompa di benzina. Lei era già voltata indietro per controllare e me lo confermò.
Mi fermai sotto la tettoia. Ci fu un attimo di silenzio. Ci guardammo.
“Allora io vado.” disse. Io annuii.
Fece per aprire la portiera ma si bloccò. Si voltò verso di me, ebbe un attimo di riflessione e poi allungò una mano verso le mie parti basse. Mi toccò il pacco, percependo la mia erezione inequivocabile. Sorrise.
“Volevo essere sicura.” aggiunse.
Si protese verso di me e mi baciò. Fu un bacio lungo e appassionato, con intreccio di lingue. Si interruppe per un mio gemito. Lei mi guardò interdetta.
“Sei venuto?” mi chiese. Non risposi ma la verità era evidente. Lei rise.
“Grazie.” mormorò uscendo dall’auto.
Guardai nello specchietto retrovisore la sua sagoma che sculettando sui tacchi si dirigeva verso l’auto ferma alcuni metri dietro di noi. Non riuscii a vedere bene l’interno ma ebbi l’impressione che appena entrata avesse baciato l’uomo al posto di guida.
L’altra auto ripartì passandomi a fianco. Io guardai verso di loro, ma loro non fecero altrettanto con me.
L’altro
Interruppi momentaneamente il ballo per andare a bere qualcosa al bar. La festa di matrimonio era entrata nel vivo. Chi aveva voglia di divertirsi e di lasciarsi un po’ andare si stava facendo trascinare dalla musica nella sala della villa. Era il momento di provare a rimorchiare qualche invitata.
La vidi ai margini del gruppo di persone impegnate nel ballo, si muoveva leggermente a tempo di musica senza però lanciarsi nella bolgia. Sembrava sola. Non l’avevo notata prima eppure era un soggetto decisamente interessante. Qualche anno più di me, molto bella e molto elegante. Il vestito ne esaltava le curve del corpo e i tacchi alti ne slanciavano le gambe perfette e un culo da lode.
Mi avvicinai deciso.
Mi presentai allungando la mano e dicendo il mio nome. Lei me la strinse ma fece chiaramente cenno di non aver sentito. D’altronde la musica sovrastava tutto. Le chiesi se voleva ballare, ma anche quella frase passò inascoltata. Le feci allora cenno di buttarci in mezzo alla gente danzante e lei accolse con favore la proposta.
Iniziammo a ballare in mezzo agli altri ma sempre rivolti l’uno verso l’altra. E il ballo fu subito molto sensuale, da parte di entrambi. Ci guardavamo, lei si muoveva sinuosa, mi provocava, io rispondevo. Fu un intesa istantanea e quasi eccessiva visto che non ci conoscevamo e vista la situazione.
Era come se fossimo soli in mezzo alla folla. Avevamo attenzioni solo per l’altro.
Il culmine di tutto ciò fu raggiunto quando lei, rivolgendo la schiena verso di me, ancheggiò fino ad aderire al mio corpo. Muoveva il culo contro il mio bacino in maniera estremamente sexy. La mia reazione fu inevitabile, visto che già un po’ di eccitazione c’era. Lei premette il culo contro di me in maniera ancora più decisa. Non poteva non aver percepito la mia erezione contro di lei.
Quando la musica si interruppe per un attimo la trascinai verso il bar. Ordinammo da bere. Poi, volendo parlare un po’ cercammo un posto più tranquillo. Le proposi di salire al piano superiore della villa che, in quel momento della festa, era presumibilmente vuoto.
La seguii per le scale, rimanendole dietro per ammirarle il culo. Le cose sembravano mettersi molto bene.
Facemmo le presentazioni e chiacchierammo un po’, con tono malizioso e flirtando entrambi in modo evidente, fin quando una sua risposta mi stupì:
“Sei qui da sola?”
“No.” mi disse mostrandomi la mano a cui portava alcuni anelli tra cui uno che sembrava una fede.
“Sposata?” chiesi meravigliato.
“Sì.”
“E il marito dov’è?”
“Sarà di sotto, perché? Perché mi sembri stupito?”
“Beh, perché… perché hai ballato con me e non con lui. Perché sei venuta qua di sopra da sola con me, senza di lui. Perché mi sembra che non ti dia fastidio che io ci sto provando con te…”
“Ah, ci stai provando con me?” disse provocante.
“…e per il modo con cui hai ballato con me, soprattutto.”
Mi guardò maliziosa. Bevve un sorso dal bicchiere e poi spiegò:
“Mio marito non balla… e non è geloso.”
Il tono erotico con cui disse quell’ultima cosa non è descrivibile.
Lei
Mi svegliai nuda in un letto vuoto, sfatto, in una stanza di una casa sconosciuta. Mi alzai. Cercai qualcosa da mettermi ma l’unica cosa mia in quella stanza erano le scarpe col tacco. In effetti ricordavo di non essermi tolta lì vestiti e lingerie la sera prima. Sentendomi un po’ in un film cercai una camicia del mio ospite e la indossai. Indossai anche i tacchi e, così, uscii dalla stanza dirigendomi verso da dove proveniva odore di caffè.
“Ben alzata.” mi accolse il giovane uomo con cui avevo passato la notte. Lui era nudo ad eccezione di un asciugamano legato in vita. Doveva aver appena fatto la doccia. Ne ammirai il corpo ben fatto di cui avevo goduto le ore appena passate.
Sul tavolo vidi il mio telefono. Lo presi e trovai un sacco di messaggi. Erano di mio marito. Durante la notte aveva tentato invano varie volte di avere aggiornamenti da me. In alcuni mostrava frustrazione per il fatto di essere tenuto all’oscuro, in altri si scusava, in altri ancora fantasticava su quello che forse io stavo facendo in quel momento. Riuscivo a capire, dal contenuto di ciascun messaggio, se lo aveva scritto appena dopo essersi masturbato o nel pieno dell’eccitazione.
Mi avvicinai al mio ospite e lo abbracciai da dietro, baciandolo sul collo. Gli slacciai l’asciugamano facendoglielo cadere ai piedi. Abbassai una mano per afferrargli il cazzo.
“Cosa dici, ci facciamo un altro giro prima che io dica a mio marito di venirmi a prendere?”
Lui si girò. Mi baciò e aprì la sua camicia che indossavo esponendo i miei seni per poi scendere a succhiarne uno.
“Io non ho impegni oggi.” mi rispose.
“Davvero?” chiesi pregustando di passare l’intera domenica con lui. Poi mi venne una idea.
“Non hai… non hai qualche amico?”
“Amico?” mi guardò sornione.
Mentre lui prendeva il cellulare per cercare qualche suo compare, io scrissi a mio marito, informandolo che doveva aspettare fino al pomeriggio per rivedermi.
Appena dopo averlo inviato mi chiamò subito. Scambiammo qualche parola, gli accennai qualcosa riguardo alla notte trascorsa, senza entrare nei dettagli. Mentre parlavo l’altro mi fece un cenno con il pollice alzato: aveva trovato qualcuno. Informai mio marito che avrei avuto ulteriore compagnia maschile. Mi sembrò eccitato al riguardo, anche se non quanto meno. Prima del termine della telefonata ebbi modo di informarlo che un altro amico era stato trovato e gli uomini con cui avrei avuto a che fare sarebbero stati tre, un bel numero direi.
Lui
L’avevo vista ballare insieme ad un tipo. L’avevo vista scatenarsi come fa quando è eccitata. Evidentemente lui le piaceva. Poi mi ero distratto e li avevo persi di vista. Tra la gente che ballava non li vedevo più. Mi misi a cercarla all’inizio in modo tranquillo, poi, man mano che non la trovavo, cominciai ad eccitarmi pensando che si fosse appartata con lui anche se non la consideravo capace di fare questo ad una festa in cui erano presenti tante persone che conoscevamo.
Dopo aver perlustrato varie e stanze ed il giardino fuori mi diressi al piano superiore dove sembrava non esserci nessuno. Girai un po’ finché non li vidi attraverso una finestra. Erano in una piccola stanza di fronte, di cui vedevo una parte dalla finestra della stanza in cui ero. Stavano parlando, anche se non li vedevo interamente. Poi lei sparì alla mia vista. Continuavo a vedere solo lui, di fianco. Poi, per un attimo, vidi la testa di lei all’altezza del suo inguine. Si doveva essere inginocchiata.
In preda all’eccitazione uscii dalla stanza, ma purtroppo incontrai altri amici che erano saliti e dovetti dissimulare.
Dopo alcuni minuti la incontrai di nuovo al piano di sotto. La baciai in bocca.
“Andiamo via?” mi disse.
Salutammo gli sposi, gli altri amici e andammo verso il parcheggio delle auto. Uscimmo dal parcheggio con un’auto che era partita subito dopo di noi e ci seguiva.
Fu in quel momento che mi spiegò la situazione, che mi spiegò che non voleva che qualcuno della festa vedesse che lei andava via con un altro e non con suo marito. Però lei, quella notte, voleva passarla con lui e non con me. Se ero d’accordo dovevo fermarmi e lei avrebbe cambiato auto. Poi la mattina dopo avrei dovuto andarla a prendere a casa di lui.
Era eccitata mentre me lo diceva. Ed io ero eccitato mentre la ascoltavo.
L’altro
Al matrimonio lo avevo intravisto solo mentre si dirigeva a braccetto di lei verso l’auto per lasciare la festa. Trovandomelo davanti mentre gli aprivo la porta di casa mia provai una sensazione strana. Avevo passato l’intera giornata e parte della notte precedente a scopare sua moglie, e per parte di questo tempo in compagnia di due miei amici.
Fu cordiale, sembrava quasi riconoscente.
Lei era sotto la doccia quando lui arrivò. Si stava ripulendo dalle fatiche della giornata, forse si stava pulendo anche la mente per poter riaccogliere suo marito. I miei due amici erano già andati via.
Mi fece varie domande. All’inizio rimasi sul vago, ma quando capii che più gli dicevo più lui era contento entrai nei dettagli. Volle sapere se l’avevo scopata nel culo. Se l’avevamo tutti scopata nel culo. Se l’avevamo scopata insieme, nel senso di contemporaneamente, nel senso di tutti e tre. Volle sapere se avevamo fatto tante altre cose e le risposte erano quasi sempre affermative.
Ad un certo punto mentre parlavamo si copri il pacco con le mani. Lo vidi tremare e cercare di trattenersi. Ma evidentemente era appena venuto nelle mutande, senza neanche toccarsi.
Volle vedere il mio fisico ed il mio cazzo.
“Capisco perché le sei piaciuto.” commentò.
Mi chiese se poteva toccarlo. Si inginocchiò e me lo baciò. Mi tornò duro, nonostante il super lavoro a cui si era dedicato.
Continuammo a parlare, stavolta riguardo al rapporto che c’era fra loro. Conclusi e glielo dissi a voce che erano una gran bella coppia. E che lui era un grande. E che sua moglie era una grande.
“Sì, una grande puttana. Ahaha” chiosò lei entrando nella stanza e ridendo. Andò ad abbracciare suo marito. Era nuda, ancora un po’ umida dalla doccia.
“Ce la fai, ancora una volta?” mi chiese lui aprendole le chiappe mentre lei stava abbracciata a lui.
Ce la feci, prendendola da dietro mentre loro si baciavano.
Lei
Stesi a letto nel buio della nostra stanza. Lui non poteva scoparmi, non ce la facevo più, ne avevo preso troppi durante la giornata. Poteva solo leccarmi, con delicatezza. Non volevo neanche che mi facesse venire, non ne sentivo il bisogno.
Anche mio marito evitava di toccarsi. Già troppo eccitato per quello che gli stavo raccontando non voleva rovinare tutto con un orgasmo inaspettato.
Ogni tanto interrompevo il racconto e gli mostravo una foto dal mio telefono. Doveva mantenere tutto il suo self-control per non sborrare davanti a quelle immagini.
“E poi… noooo! Cazzo!” esclamai improvvisamente mentre scorrevo le foto.
“Che c’è amore?” mi chiese.
“Mi sono appena resa conto di una cosa.”
“Cosa?”
“Non c’era nessuno che poteva fotografarci in quel momento! Mi manca quella foto!”
“Quale momento? Quale foto?”
“Quella in cui erano tutti e tre dentro di me…”
“Cazzo…” mormorò mio marito trattenendo invano l’ennesima venuta.