Una lunga notte

Finalmente la giusta occasione per una coppia per sperimentare quelle che erano fino ad allora fantasie di letto. Ma con una sorpresa che la fantasia non aveva previsto…

La prima volta che Elena, la mia ragazza, mi parlò di quell’uomo fu un giorno che rientrò molto tardi dal lavoro. Era stata ad una conferenza alla quale partecipava come relatrice per conto della sua azienda.

“Scusami se ho fatto tardi, ma dopo la conferenza mi sono fermata a parlare con questo professore che non la finiva più. Mi ha voluto conoscere, dice che era rimasto colpito dal mio intervento, ma secondo me era rimasto più colpito da me in generale…”

“In che senso?”

“Nel senso che secondo me gli piacevo, cioè un po’ ci provava. In modo molto elegante, eh. È uno molto distinto, molto acculturato, quindi lo ha fatto in modo discreto ma, da come mi guardava, da quello che diceva secondo me gli interessavo. Mi faceva molti complimenti.”

“E tu? Gli hai dato corda?”

“Beh… non sono stata scortese… in fondo è un uomo molto affascinante, era molto piacevole discutere con lui.”

“Ti piaceva?”

“In che senso?”

“Nel senso… fisico. Che età ha? È sposato?”

“Mah… indubbiamente è anche un bell’uomo. Età sui 50, forse meno. È sposato, avevo visto subito la fede al dito e nel discorso ha anche nominato sua moglie.”

“Ti è piaciuto che ci provasse con te?”

“Sicuramente mi ha fatto piacere essere corteggiata da lui. È un problema?”

“No, non è un problema. Però alla fine non ci ha provato veramente?”

“Diciamo di no… però gli ho dato il mio numero.”

“Perché?”

“Non so. Così. Ho fatto male? Sei geloso?”

“No. Lo sai. Lo sai che non sono geloso. Però dimmelo se si fa risentire.”

“Ok.”

Quella sera stessa Elena ricevette dal Professore alcuni messaggi. Lui si dichiarava contento di averla conosciuta e le faceva ancora molti complimenti. Lei rispose, cortese senza scoprirsi troppo ma senza neanche chiudere in maniera netta il rapporto.

La settimana successiva la invitò ad un aperitivo, senza una vera motivazione se non quella di conoscersi meglio. Elena mi chiese il permesso prima di acconsentire ed io glieli diedi senza problemi.

Passò da casa prima di andare da lui ed io la osservai mentre si preparava. Ciò che notai è che si vesti in maniera piuttosto sexy, senza essere volgare e senza essere troppo provocante. Il giusto mix per far colpo senza farlo capire troppo. Le dissi che era bellissima e che sicuramente il Professore avrebbe apprezzato molto. Venne verso di me ancheggiando sensualmente e mi baciò in bocca. La strinsi a me, facendole sentire contro la pancia il mio sesso che era diventato duro.

“Mmh, ti piace che mi sia fatta bella per incontrare un uomo, eh, porcellino?”

“Oh, sì. Lo sai che mi piacciono queste cose…”

“Lo so, lo so… chissà, magari stasera torno tardi… la serata si potrebbe fare lunga…”

Mentre lei era via io mi masturbai più volte, fermandomi sempre prima di raggiungere l’orgasmo, immaginandola mentre veniva sedotta e mentre lei, a sua volta, flirtava con quell’uomo.

Rientrò, non tanto tardi e cercai subito di cogliere dal suo umore qualche indizio su come era andata la serata.

“Allora, ci ha provato esplicitamente questa volta?”

“Mah… no, non direi. È stato come l’altra. Molto sottile, nulla di esplicito. Però c’era tensione… quasi erotica direi… nell’aria. Non so come spiegarmi. Sicuramente è molto bravo a flirtare. Ma non so se vuole veramente andare a fondo… d’altronde è sposato… forse è solo un gioco per lui.”

“E se non lo fosse? Tu ci staresti?”

“Beh… con uno come lui non mi dispiacerebbe… però, non lo so… sì, abbiamo fatto molte volte questa fantasia fra noi, ma nella realtà non ti tradirei, non andrei con un altro…”

“Perché no?”

“Perché un conto sono le fantasie e un conto… ma perché a te andrebbe bene? Veramente? Sei sicuro?”

“Se a te piace, se tu vuoi… sì, credo di sì.”

Quella sera, dopo quella conversazione, scopammo in maniera intensa e romantica. Eravamo entrambi molto eccitati, forse Elena ancor più di me.

Un mattino, pochi giorni dopo, Elena mi mandò un messaggio informandomi che aveva ricevuto dal Professore un invito a pranzo e lei aveva accettato. Questa volta, diceva, voleva approfondire alcuni discorsi sui temi della conferenza per i quali, le aveva detto, avrebbero potuto anche continuare nell’ufficio di lui dopo pranzo, se lei poteva. Le chiesi se aveva intenzione di fermarsi da lui dopo pranzo, ma non mi rispose e non ebbi più notizie di lei per tutto il pomeriggio.

Quando rientrai a casa la trovai lì. Non sembrava di ottimo umore. Le chiesi lumi su come fosse andata la giornata, se aveva poi pranzato con il Professore e come era andata. Fu un po’ evasiva. Disse che avevano discusso di lavoro, niente di particolare.

Più tardi quella sera, mentre eravamo sul divano davanti al televisore, Elena ad un certo punto mi accarezzò sul petto con la mano e poi scese fino ad infilarla nei miei pantaloni. Ci baciammo e poi iniziò a farmi un pompino che però interruppe rialzando la testa per sussurrarmi nelle orecchie.

“Ma allora ti piace veramente se la tua ragazza viene corteggiata da altri?”

“Sì, mi piace. Lo sai. Ti amo così tanto.”

“E non sei geloso se la tua ragazza esce con altri uomini?”

“Sono geloso ma mi eccita. Se piace a te piace anche a me. Mi fido di te, so che la cosa non rovina il nostro rapporto.”

“E se oltre a uscirci ci facessi sesso con un altro? Davvero lo accetteresti?”

“Sì. Lo accetterei. Senti che ho il cazzo duro mentre mi dici queste cose? È il segno che mi piace, che lo penso veramente.”

“Quindi se io un giorno torno a casa e ti dico che ho fatto un pompino a uno? Tu cosa dici?”

“Ti chiederei di raccontarmi tutto… poi ne vorrei uno anche io…”

“Cosa vorresti sapere? Cosa dovrei raccontarti?”

“Cosa gli hai fatto… come era lui… come era il suo cazzo… se ti è piaciuto…”

Elena non mi disse altro e abbassò nuovamente la testa prendendo in bocca il mio cazzo. Mi godetti il pompino accarezzandole la nuca. Ad un certo punto, non so da cosa scaturì, ma ebbi una illuminazione e capii. La tirai per i capelli facendole interrompere la fellatio.

“Oggi non è il primo pompino che fai, vero?”

“…”

“Ti sei vista con il Professore, vero?”

“…”

“Sei andata anche nel suo ufficio, vero?”

“…”

“Cosa gli hai fatto?”

Lei non rispose, si divincolò dalla mia presa e ricominciò a succhiarmi il cazzo. Quella era la sua risposta e ne fui così contento che le schizzai immediatamente un fiume di sborra in bocca.

Per una settimana non parlammo più dell’accaduto e lei non ebbe più contatti con lui, fino a quando, una sera, mi informò:

“Mi ha invitato a cena.”

“Ah. E cosa pensi di fare?”

“Non lo so. Anche perché… c’è una novità un po’ strana…”

“Cioè?”

“Mi ha invitato a casa sua… e… ha detto esplicitamente che mi farà conoscere sua moglie.”

“Sua moglie? Ma…? Quindi è una cena… normale?”

“E questo il punto. Da come si è espresso sembrava intendere una cena, diciamo, romantica… cioè ha fatto capire che voleva proseguire il discorso da dove eravamo rimasti…”

“Dal pompino.”

“Dal pompino, sì. Io gli ho fatto capire che mi andava bene… e poi lui ha tirato fuori la moglie.”

“Mi sembra ci sia un’unica spiegazione…”

“Credo anche io… quindi gli dico di no.”

“E perché mai?”

“Beh, io non sono mai stata con una donna…”

“E quindi? Non vorresti provare? A volte mi hai detto che eri un po’ curiosa, che con quella giusta avresti potuto farlo…”

“Hai ragione, ma non so…”

La decisione non la prese durante quel dialogo, ma lo fece più tardi, mentre facevamo sesso nel nostro letto. Io la stuzzicai, le descrissi come me la immaginavo con una donna, le dissi che avrei invidiato tantissimo chi avrebbe potuto godersi quello spettacolo. Evitai di scoparla quella sera, limitandomi a leccarla e ad usare le dita, come se a farlo fosse una donna e così le dicevo mentre lo facevo.

Giunse finalmente la sera della cena. Osservai Elena che si preparava fino a diventare estremamente sexy. Era nervosa ed agitata. Ma anche eccitata. Io avevo lo stesso stato d’animo, condito da un cazzo in perenne erezione.

Le diedi un bacio sulla porta, prima che uscisse.

“Non so quando torno… se torno… forse dormo da loro…”

Quando era a metà delle scale la chiamai.

“Senti, non ti ho mai chiesto una cosa.”

“Cosa?”

“Lui come ce l’ha?”

Lei allargò le mani per indicare una lunghezza. Le mani si fermarono parecchio distanti fra loro. Lei sorrise e alzò le spalle.

Dalla finestra la guardai sculettare sui tacchi verso l’auto. Con la mano già mi stavo segando. Pensavo a lei, a 69 con una donna e fottuta da dietro da un uomo.

Sarebbe stata una lunga notte.

 

 

2 commenti su “Una lunga notte”

  1. parlo ora! A mia moglie è successo qualcosa di simile. è durata due o tre anni, durante i quali non silimaronoa passare delle notti insieme, ma fecero anche delle vacanze insieme. Pensare a quel che potevano fare lor tre, per me fu sempre molto eccitante.

    1. Grazie per la testimonianza…
      e forse anche in questo racconto non si limitano a passare una notte insieme… non è detto che sia finito qui…

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