Parli ora o taccia per sempre…

Quando non sai che l’amante si sta per sposare e ti ritrovi al suo matrimonio…

Durante la cerimonia ci pensai. Pensai che se il prete avesse usato la desueta formula del “parli ora o taccia per sempre” per dare modo a chi conoscesse qualche impedimento allo svolgimento del matrimonio di interromperlo, avrei potuto alzarmi e percorrere la navata, ancheggiando sugli altissimi tacchi, salire sul pulpito e dirlo davanti a tutti. Urlare che io lo sposo lo scopavo da mesi e che neanche una settimana prima ero con lui in una stanza di un motel, in ginocchio sul letto, con la faccia sul cuscino e le mani legate dietro la schiena mentre lui ripetutamente sbatteva il suo sesso dentro e fuori dalle mie viscere.

Mi immaginai la reazione di lui, della sposa, del prete, di tutti gli invitati al sentire quelle parole. In realtà no, non riuscii ad immaginarla, come mai avrebbe potuto reagire la gente ad una profanazione simile di un momento così sacro? Però solo l’idea mi fece sorridere e il pensiero delle scopate mi fece bagnare.

Il mio fidanzato, al mio fianco, si accorse del sorriso e volle sapere per cosa ridevo.

“Niente, niente.” lo tranquillizzai.

Mentre la messa del matrimonio continuava la mia immaginazione galoppava. In fondo ero ancora un po’ sotto shock per la sorpresa che avevo avuto pochi minuti al nostro arrivo presso il luogo della cerimonia.

Infatti, in quel caldo pomeriggio estivo, tutto ciò che mi aspettavo era di andare a delle noiose nozze di una collega del mio fidanzato, che io a malapena conoscevo. Arrivammo sul sagrato della chiesa, già affollato dagli invitati alla cerimonia. Salutammo alcuni colleghi, che io conoscevo di vista, e poi il mio fidanzato propose di andare a salutare lo sposo. In quel momento era attorniato da numerose persone attraverso le quali ci facemmo largo. Appena giungemmo davanti a lui io mi sentii morire ed ebbi l’impulso di scappare. Mi voltai un attimo per non farmi vedere ma poi mi fermai pensando: “che cazzo sto facendo”. Sentii il mio ragazzo presentarsi a lui spiegandogli che era un collega della sposa e poi lo sentii dire: “E questa è la mia fidanzata, Martina.”

Solo in quel momento, evidentemente, lo sposo si girò verso di me e mi notò. Ebbe un improvviso attacco di tosse che a tutti sembrò come se gli fosse andato di storto qualcosa mentre solo io capii che fu l’unica cosa con la quale riuscì a dissimulare la sorpresa di trovarsi di fronte a me. Ci salutammo gelidamente. Lui per un attimo mi fissò terrorizzato, temendo che io fossi lì per rovinare qualcosa. Cercai, solo con un accenno di espressione, di più non potevo, di tranquillizzarlo.

La sorpresa comunque aveva sconvolto anche me e, fingendo di soffrire il caldo, chiesi al mio fidanzato se mi potevo allontanare. Lui si fermò a parlare con i colleghi.

Mi sentivo in colpa, temevo di avergli rovinato questa giornata però, pensavo poi, quello stronzo neanche mi aveva detto che si doveva sposare. In effetti non parlavamo molto di noi nei momenti in cui ci incontravamo. Di lui non sapevo molto più del nome di battesimo se non che scopava bene, maledettamente bene ed io adoravo il suo cazzo.

Pensai alla sposa, a quel poco che sapevo di lei da quello che avevo sentito dal mio fidanzato. Non mi sembrava una tipa per lui, o per lo meno non per lui per come era con me, ma forse era proprio quello il motivo per cui eravamo amanti.

Dopo l’incontro prima della cerimonia cercai di evitarlo il più possibile, cercando anche di non farmi vedere. Fu imbarazzante dover andare a congratularsi con gli sposi, cercai di evitarlo ma non ci riuscii. Lui era teso e preoccupato mentre io mi presentavo alla sposa e la baciavo sulle guance.

Durante la cena non ebbi con lui contatti. Il nostro tavolo era quello dei colleghi di lei e lui lo evitò durante il giro dei tavoli. Nessuno ci fece molto caso, in fondo pochi di noi lo conoscevano, tranne me.

Nonostante tutto però qualcosa volevo dirgli, soprattutto nel momento in cui era chiaro che non ero lì per fare casini. Non potevo, però, farmi vedere che parlavo con lui, sarebbe stato molto sospetto dato che a malapena conoscevo la sposa.

L’occasione si presentò in tarda serata, mentre era già in fase inoltrata il momento dei balli. Ero fuori dal bagno delle donne, aspettando che la signora che era dentro lo liberasse, quando arrivò lui. Mi vide. Si guardò attorno. Non c’era nessuno in vista. Il bagno degli uomini era libero. Mi prese per un braccio e mi strattonò dentro. Chiusi dentro iniziammo a parlare, a bassa voce.

“Mi è preso un colpo quando ti ho visto.”

“Me ne sono accorta.”

“Ho pensato: che cazzo ci fai lei qui? È venuta a rovinarmi il matrimonio? Si è innamorata di me?”

“Ahahaha, che scemo che sei. Però sei stronzo, mica me lo avevi detto che ti dovevi sposare.”

“E che cazzo c’entrava il mio matrimonio nei nostri… discorsi. Discorsi, poi… non è che abbiamo mai parlato molto tra noi.”

“Eh, no, hai ragione. E quindi… ora?” gli chiesi prendendogli la mano e indicandogli la fede che teneva al dito.

“Cosa?”

“Cosa significa questa? Che non scoperemo più?”

“No… no, io ti voglio scopare ancora. Non cambia niente.” rispose dopo qualche istante di indecisione.

“Sei veramente stronzo, hai appena giurato fedeltà a lei davanti a Dio…”

“Fanculo, mica ci credo…”

“Però lei la ami…”

“Eh… certo che la amo, l’ho sposata…”

“Però ora sei chiuso in un cesso degli uomini insieme ad un’altra donna… è la tua notte di nozze e scommetto che ce l’hai duro…” dicendo questo lo tastai tra le gambe. Non mi sbagliavo.

“Girati.”

“Cosa?”

“Ho detto: girati.”

“Vuoi tradire tua moglie ancor prima di consumare la prima notte di nozze?”

“Non voglio tradire mia moglie, voglio scoparti.”

“Hai pure conosciuto il mio fidanzato…”

“E allora? Se vieni a farti scopare da me vuol dire che lui non ti basta, cazzi suoi.”

Intanto io mi girai appoggiando le mani al muro e arcuando la schiena per mettere in mostra il culo. Lui mi sollevò il vestito fino ai fianchi e mi strappò via letteralmente il perizoma. Poi si abbassò mutande e pantaloni sfoderando il suo magnifico cazzo. Mi sputai abbondantemente su una mano e poi la allungai all’indietro per cercare di spalmargli meglio possibile la saliva sul cazzo. Sapevo le sue intenzioni.

“Non urlare cazzo!” mi disse cercando di tapparmi la bocca con una mano mentre spingeva e usciva dal mio culo.

“Fanculo, è il giorno del tuo matrimonio e stai inculando una che non è tua moglie…”

“Ci credo, mia moglie mica me lo dà il culo…”

“Stronzo, è per questo che mi scopi? È solo per il mio culo?”

“Perché sei troia, non solo per il culo… e tu? È solo per il mio cazzo?”

“Per il tuo cazzo, sì… e perché mi fai sentire troia…”

“Cazzo, vengo…”

Mi riempì di sborra mentre anche io, toccandomi, completavo l’orgasmo.

Rimanemmo un po’ lì a guardarci, ansimanti. Poi tirai fuori dalla borsa delle salviettine pulenti e, inginocchiandomi, mi misi a pulirgli il cazzo che ormai si stava sgonfiando.

“Dopo pulisciti bene, che se no lei lo sente e capisce…”

“Tanto non scoperemo stasera, saremo troppo stanchi… la notte di nozze secondo me pochi scopano veramente…”

“Magari invece lei proprio stasera vuole concederti il culo… o magari anche lei ha un amante e in questo momento è nel bagno delle donne a farsi scopare…”

“Dai, stronza, finisci di pulirmi il cazzo che devo tornare.”

Uscimmo molto furtivamente, prima lui poi io, dopo esserci assicurati che non ci vedesse nessuno. Io lasciai sulle piastrelle del bagno il perizoma strappato. Ridendo pensando alla reazione del prossimo che entrando, lo avrebbe trovato.

Tornai dove si ballava e mi scatenai. Ero eccitata e mi godevo il momento. Alla prima pausa presi fuori il telefono. Dalla rubrica selezionai “Estetista”, il nome sotto al quale avevo memorizzato il mio amante. Gli scrissi un messaggio.

“Appena torni dal viaggio di nozze, chiamami.”

 

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