Dopo un tradimento un ragazzo si consola da solo in vacanza e ha modo di ripensare a quello che gli è successo
Una settimana prima di partire per la nostra vacanza in Sicilia avevo sorpreso la mia ragazza nel retro del bar in cui lavorava in compagnia del suo titolare. Era in piedi, piegata a novanta, con le mani aggrappate a dei fusti di birra impilati. La gonna era tirata su e le mutande erano alle caviglie. L’uomo era dietro di lei e la fotteva con foga. Vidi il suo cazzo che entrava e usciva e sentii il rumore di lui che sbatteva contro le chiappe di lei.
“Quanto ti piace nel culo, eh, troia?” furono le parole che udii.
Poi in quel momento lei si girò e mi vide. Il suo volto era trasfigurato dallo spavento e dall’orgasmo contemporaneo. Ci fissammo per lunghi istanti mentre lei continuava ad essere scopata e a godere. Non sembrò neanche provare a fermare l’uomo che la scopava e che non si era accorto della mia presenza.
Me ne andai che loro non avevano ancora interrotto la scopata.
***
Io non rinunciai alla vacanza. Avevamo prenotato una stanza in una casa isolata a pochi metri dal mare.
Quando arrivai mi accolse la padrona di casa, una bella donna tra quaranta e cinquant’anni, dai lunghi capelli corvini mossi, un bel viso, una pelle molto abbronzata e un corpo formoso, con due seni straripanti stretti dal vestito e un bel culo largo.
Notai subito tutte queste caratteristiche non perché fossi particolarmente in cerca di una sostituta della mia fidanzata dopo la delusione subita (tra l’altro al massimo avrei guardato le ragazze della mia età, non quasi del doppio), ma perché era una donna naturalmente sensuale, di quelle che non puoi non notare e non esserne affascinato all’istante.
Si chiamava Tina, abbreviazione di qualche altro nome, e stupita del fatto che fossi arrivato lì non in coppia mi chiese con garbo il motivo della mia solitudine. Non so perché ma mi sentii subito invogliato ad aprirmi con lei. Le raccontai così, in breve, che avevo colto la mia ragazza con un altro pochi giorni prima.
Lei sembrò sinceramente dispiaciuta per l’accaduto ed assunse subito un atteggiamento protettivo, quasi materno, cercando di sorreggermi e di invitarmi a godermi la vacanza. Mi disse che per qualsiasi cosa avessi bisogno potevo chiedere a lei che abitava nella parte alta della casa, insieme al marito.
***
Il primo giorno lo passai a rilassarmi nella spiaggia adiacente alla casa, cercando, invano, di non pensare agli ultimi sviluppi della mia storia.
Dopo cena mi sedetti sotto la veranda appena fuori dalla mia stanza, a godermi il fresco della sera. Mentre ero lì passò Tina che, vedendomi, mi salutò e si fermo a scambiare quattro chiacchiere. Era una persona molto piacevole, molto aperta e con la quale era facile entrare in confidenza e parlare di cose personali.
Si era seduta su una sdraio, appoggiando i piedi nudi sul tavolino davanti a me. La gonna leggera le era scivolata verso l’alto per cui avevo una visuale a cui era difficile resistere sulle sue belle gambe abbronzate e tornite e sui piedi piccoli e curati.
Lei sembrò notare la mia difficoltà nel non fissarla e nel non sentirmi attratto dal suo corpo e ci fece su anche qualche battuta.
“Certo che un bel giovane come te qui da solo… è un peccato che tu non abbia qualche ragazza con cui divertirti… vedo che la voglia ce l’avresti…”
Con il volto fece cenno verso un punto fra le mie gambe dove era abbastanza evidente che i pantaloncini che indossavo erano tesi da qualcosa che sotto era cresciuto.
“Oh, scusa…” dissi imbarazzato muovendomi per nascondere la zona.
“E di cosa?” disse Tina, “è normale… anzi mi inorgoglisce se anche io ho contribuito un po’ a provocarti quella reazione…”
Nel dire ciò mosse sensualmente le gambe per accavallarle in maniera diversa e notando come io rimasi imbambolato si mise a ridere.
“Dai, ti lascio… avrai voglia di sfogarti… buonanotte.”
Se ne andò sorridendo maliziosa. Io, come da lei preventivato, andai in stanza e mi masturbai. I miei pensieri mentre mi segavo si concentrarono su di lei. Mi immaginai che scopavo Tina. Solo dopo essere venuto, nel periodo depressivo che seguiva l’orgasmo, mi resi conto di come mi ero immaginato la situazione: lei in piedi, a novanta, aggrappata a qualcosa, e io che la scopavo da dietro. Una scena che avevo ben stampata in testa.
***
La sera dopo Tina volle invitarmi a cena da loro. Provai a declinare ma lei insistette molto. Conobbi così anche il marito, un uomo più taciturno di lei che invece fu l’anima della cena. Oltre a servirci delle prelibatezze siciliane che lei aveva cucinato era vulcanica nel parlare, nel raccontare e nel coinvolgerci nella conversazione.
Tra Tina e Totò, il marito, c’era sicuramente un’ottima intesa. Lei più volte, durante la serata, ebbe atteggiamenti affettuosi nei suoi confronti, baciandolo, accarezzandolo, sedendocisi in braccio. Io l’ammiravo, strizzata in un abitino scollato e corto, e un po’ ero geloso, invidiavo molto lui che aveva quella donna al fianco. Lui con me fu cortese e cordiale, seppur meno espansivo di lei.
Li ringraziai molto al termine della serata, prima di tornare in stanza e, come la sera prima, segarmi pensando a lei. Questa volta nella mia immaginazione si formò una scena simile a quella della sera prima ma nella quale io ero spettatore di fronte a Tina che veniva scopata, nello stesso modo, da Totò.
***
Il giorno dopo rimasi in spiaggia fino a tardi, quando ormai si era svuotata. Amavo quel momento della giornata.
Dalla stradina che scendeva dalla casa vidi arrivare Tina. Mi salutò con trasporto quando mi vide in lontananza e venne verso di me.
“Adoro il mare a quest’ora.” mi disse ed io annuii.
Si spogliò per rimanere in costume ma non si limitò al bikini. Si tolse infatti anche il pezzo di sopra, rimanendo in topless. Vidi quindi il suo corpo seminudo e i soprattutto i suoi seni perfetti, abbondanti ma non troppo. Lei sembrò molto compiaciuta degli sguardi che le dedicavo.
Mi invitò a fare un bagno in mare. Io esitai fino a quando la osservai sculettare verso la riva con le sue chiappe semi coperte da un paio di slip brasiliani striminziti.
Quando arrivai sul bagnasciuga mi spruzzò ridendo e poi scappò buttandosi in acqua. La seguii nuotando verso di lei. Una volta raggiunta lei si avvinghiò a me, abbracciandomi. I nostri pubi erano a contatto e nel giro di pochissimo il mio cazzo si ingrossò cercando di uscire dal costume in cui era costretto.
“Ah, però, hai sempre bisogno di sfogarti tu… ti ci vorrebbe proprio una ragazza di compagnia… ahahah”
Si divincolò e torno verso riva. Mi aspettò stesa sul bagnasciuga. Quando arrivai l’erezione non se ne era andata ed era ben visibile nel costume.
“Vieni qui…” mi disse facendomi cenno di stendermi come lei dove arrivavano le onde.
Mi stesi al suo fianco, appoggiato sui gomiti. Tina non perse tempo e infilò una mano nell’elastico del costume.
“Cosa fai?” chiesi con poca convinzione.
“Lascia fare a me.” mi rispose mentre mi abbassava gli slip scoprendo il mio cazzo.
Lo afferrò con una mano e iniziò a farmi una sega. Io fissavo la sua mano che faceva su e giù sul mio cazzo. Non dicemmo una parola. Non durai molto, nel giro di poco feci diversi schizzi di sborra che finirono tutti sul mio petto e sulla mia pancia.
“Almeno stavolta non hai dovuto fare sempre da solo.” commentò lei. “Dai, vai a sciacquarti.”
Mentre io tornai in mare a lavarmi lei prese su le sue cose e tornò verso la casa. Quella sera non ebbi altri contatti con lei.
***
Il mattino dopo ero sveglio ma ancora nel letto quando sentii provenire da fuori una voce femminile che cantava. Aprii la porta e trovai Tina che stava stendendo i panni nella zona davanti alla mia camera, con indosso un vestito bianco svolazzante. Era bellissima.
“Buongiorno!” esclamò raggiante quando mi vide.
La salutai e poi tornai dentro per lavarmi, vestirmi e prepararmi per uscire. Poco dopo sentii bussare alla porta. Aprii e c’era lei con in mano un cesto con della biancheria.
“Scusa, posso venire a rifarti la stanza?”
La feci entrare e rimasi ad osservarla, in particolare quando metteva bene in mostra il culo piegandosi per rifare il letto. Ad un certo punto si fermò in quella posizione e si girò, beccandomi che la fissavo.
“Perché te ne stai lì impalato?” mi chiese sorridendo, forse con una punta di malizia o almeno così io la interpretai.
Mi avvicinai lentamente. Ero titubante ma l’eccitazione stava prendendo il sopravvento. Non ero sicuro che i messaggi che mi aveva lanciato portassero verso ciò che stavo per fare, ma improvvisamente lasciai perdere ogni remora. Lentamente ma con fermezza le misi una mano sul culo. Tina si girò e mi guardò ma non mi scacciò.
“Che fai?” mi chiese.
Io risposi alzandole la gonna fino a scoprire il culo coperto da un paio di mutande bianche. Lì mi fermai, era il momento di non ritorno. Aspettai una sua reazione, ma lei si limitò ad appoggiare le mani sul letto inarcando un po’ la schiena ponendola a novanta gradi con le gambe. Le strappai quasi le mutande, facendole scendere fino a piedi, mentre intanto mi abbassavo anche le mie.
La scopai con una certa foga, sbattendola letteralmente, senza nessun tipo di preliminare, così da dietro. Non durai molto, la situazione mi aveva eccitato troppo.
Al termine finimmo entrambi stesi sul letto. Lei mi abbracciò.
“Stavi scopando me o… un’altra?” mi chiese dopo alcuni minuti di silenzio.
Non seppi cosa rispondere, forse non capii neanche bene la domanda.
“Ti immaginavi che io fossi lei? È così che l’hai vista? È così che la stava scopando?” furono le successive insinuazioni di Tina dopo altri lunghi momenti di silenzio.
Io dapprima annuii leggermente. Poi dissi:
“No, non proprio.”
“Cioè, cosa intendi con non proprio?”
“La posizione era circa quella, ma la scopava in modo diverso.”
“Diverso in che senso?”
“Nel senso che… nel culo, la scopava nel culo.” intanto, nel fare questi discorsi con Tina il mio uccello si stava riprendendo.
“Ah. Alla tua ragazza piaceva farlo?”
“Non lo so. Con me non l’aveva mai fatto.”
“Perché a me non me l’hai fatto?”
“Non so, non pensavo volessi.”
“Però pensavi che volessi essere scopata?”
“Sì, mi sembrava di sì.”
Tina si alzò e si rivestì. Si fermò sulla porta.
“Ne avevo voglia, certo. E potevi anche osare di più. La prossima volta provaci, tesoro.”
Il mio cazzo si era ripreso del tutto e ripensando a ciò che avevo appena fatto con Tina e alla sua promessa di una prossima volta mi masturbai.
***
Mi invitarono nuovamente a cena ma questa volta ero molto più nervoso ed imbarazzo di incontrare Totò al quale la moglie aveva messo le corna con me. Lei invece sembrava del tutto tranquilla e naturale. Lui non diede segni di sospettare alcunché.
Dopo cena restammo sul loro terrazzo a bere e chiacchierare. Parlammo di tutto, mi raccontarono la loro vita, io la mia, sicuramente meno interessante. Fu molto piacevole e non ci fu nessun discorso ambiguo o ammiccante. Totò, ad un certo punto, annunciò che si sarebbe andato a stendere, stanco per la giornata trascorsa. Io feci per andarmene anche io ma Tina mi pregò di restare. Lei non aveva sonno e si stava divertendo. Continuammo così a parlare e, nonostante fossimo rimasti soli, non parlammo di quello che era successo né di argomenti ad esso collegati.
Ad un certo punto si assentò un attimo per andare in bagno. Quando tornò sobbalzai sul lettino su cui ero steso. Tina, infatti, si ripresentò da me completamente nuda.
Mi fece cenno di stare in silenzio e salì a cavalcioni del mio lettino iniziando a slacciarmi i pantaloni. Io, un po’ a cenni, un po’ a bassa voce le feci capire che doveva fermarsi, che c’era suo marito a poche stanze di distanza. Ma lei se ne disinteressò.
“Lui dorme, io ho voglia di scopare.” concluse mentre si impalava sul mio cazzo e cominciava a cavalcarmi.
Era bellissimo vedere nella penombra il suo seno ondeggiare al ritmo della scopata. Allungai le mani per palparglielo.
Mi stavo quasi dimenticando del rischio che stavamo correndo quando piegai leggermente di lato la testa e scorsi, nella finestra vicina, un ombra. Quasi urlai, ma mi trattenni, e cercai di fermarla, di sfilarmi da lei, di scappare. Tina a quel punto fece qualcosa che mi stupì: in tutti i modi mi bloccò e mi prese la testa, che io alternativamente muovevo per guardare lei e l’ombra nella finestra, fra le mani, costringendomi a guardare solo lei.
“È tutto a posto. Continua.” cerco di dirmi per calmarmi. Io però avevo ormai perso l’erezione.
Mi divincolai e, istintivamente, scappai verso la mia stanza, inciampando nei pantaloni a metà gamba.
Passarono alcuni minuti fin quando sentii bussare alla mia porta.
“Chi è?” chiesi timoroso che fosse Totò.
“Sono Tina, apri.”
La feci entrare, sembrava serena.
“Non c’era bisogno di scappare, era tutto a posto.”
“Ma… ma… sono sicuro di aver visto tuo marito alla finestra… ci ha visto!”
“Sì, era lui. Non ci ha visto, ci stava proprio guardando. Gli piace. Gli piace così, gli piace guardarmi mentre lo faccio con un altro. Sapeva già tutto, sapeva che avevamo già scopato, sapeva fin dal primo giorno che io volevo scopare con te. Anzi, fin dal primo giorno anche lui voleva che io scopassi con te.”
“Ma… perché?”
“Perché ci amiamo e il sesso è solo un gioco tra di noi. Ma mi stupisce che proprio tu mi faccia questa domanda.”
“In che senso? Perché?”
“Per come mi hai raccontato dell’esperienza che hai appena passato. Dimmi, non è forse vero che ti sei sentito un po’ eccitato per quello che hai visto? Forse ti sei spaventato anche per questo. E poi ho capito che ci ripensi a quello che hai visto, che ci ripensi mentre ti masturbi…”
“Ma lei mi ha tradito… io non sapevo nulla, l’ho colta sul fatto.”
“Anche Totò mi colse sul fatto la prima volta. C’era questo padre di famiglia tedesco, la moglie e i bambini erano andati al mare, lui era rimasto qui. I giorni precedente ci eravamo scambiati degli sguardi pieni di desiderio. Io ne ero attratta e non resistetti. Totò doveva essere via ma tornò prima. Mi trovò nel nostro letto con il tedesco. Non disse niente, non fece scenate e quel giorno tra noi ci fu la migliore scopata che avevamo mai fatto.”
“Cosa vuoi dire? Che non dovevo arrabbiarmi con la mia fidanzata? Non dovevo mollarla?”
“No, non voglio dirti cosa devi fare. Ti invito solo a capire cosa provi veramente. Cosa provi per lei. Di non lasciarti condizionare dalle convenzioni se non rispecchiano ciò che provi veramente dentro di te. Sei giovane, certe cose forse non ti sono ancora chiare.”
Andammo avanti a parlare quasi tutta la notte. Ogni tanto le parole erano interrotte da lunghi e dolci amplessi.
***
“Dai, fallo.” mi disse Tina appoggiata al piano della cucina con il corpo proteso all’indietro mentre scuoteva il suo bel culo per provocarmi.
Con la coda dell’occhio diedi un ultimo sguardo a Totò, che ci osservava appoggiato allo stipite della porta, poi mi avvicinai a lei. Le sollevai la gonna. Sotto indossava un sottile perizoma. Mi inginocchiai e glielo spostai di lato per leccarle figa e culo.
“Dai, prendimi. Non aspettare.” mormorò con voce roca.
Mi alzai, puntai il mio cazzo sul suo ano e spinsi. Entrò con facilità e lei mugolò di piacere.
“Dai, dai, fottimi nel culo.”
Mi misi a spingere e andare avanti e indietro. Era bellissimo e lei sembrava godere di questa penetrazione. Mi voltai per controllare il marito. Sembrava compiaciuto e si accarezzava lentamente il pacco.
“Dai, dillo.”
Ripensai alla scena che avevo visto prima di partire. L’eccitazione mi salì, sentii che stavo per venire. Lo feci pronunciando quelle parole:
“Quanto ti piace nel culo, eh, troia?”
“Ooooh, siiiiì…” urlò Tina mentre le schizzavo dentro.
***
Li avevo salutati con dispiacere. Avevo promesso che sarei tornato, magari non più da solo. Negli ultimi giorni della vacanza non mi ero più separato da Tina e non avevamo quasi mai smesso di compiere atti sessuali. Totò non era stato sempre presente.
In attesa dell’aereo che mi avrebbe riportato a casa riflettevo sulle mie sensazioni riguardo al tradimento che avevo subito. Non lo sopportavo, ma quando pensavo alla scena che avevo visto non riuscivo a non eccitarmi. Ero confuso.
Scrissi un messaggio alla mia ex ragazza, prima di imbarcarmi. Le chiedevo di incontrarci, per parlare. Ma ancora non sapevo cosa le avrei detto.