Notte brava

Sorpresa notturna…

Ero già a letto quasi addormentato quando rientrò in casa. La sentii svestirsi e venire a letto.

Dopo poco capii che era un po’ agitata, si rigirava nel letto, non come una che cerca di prendere sonno. La sentii scivolare verso di me che ero girato con la schiena verso di lei.

Una mano mi sfiorò un fianco, passò sugli addominali e scese a cercare il mio cazzo, che in pochissimi istanti si indurì. Io feci un gemito di approvazione.

Si appoggiò col petto sulla mia schiena e iniziò a baciarmi una spalla e il collo. Con l’altra mano scese a palparmi un gluteo.

Il mio cazzo intanto aveva preso consistenza e lei lo stava segando lentamente. Spostò l’altra mano dal gluteo all’incavo fra essi e con un dito andò alla ricerca dell’ano.

Massaggiò un po’ i bordi con il polpastrello e poi mi infilò un dito dentro mentre continuava a stringermi il cazzo. Io emisi un sospiro di godimento.

Salì con la lingua per il collo fino ad arrivare al mio orecchio. Diede una leccata anche ad esso per poi sussurrarmi una frase:

“Non ho fatto la brava, stasera…”

A quelle parole il mio cazzo si indurì ulteriormente ma io mi divincolai dalla sua stretta. Mi girai ribaltandola e afferrandola per i polsi. Le salii sopra e con le ginocchia le aprii le gambe.

Puntai il cazzo contro l’apertura della sua fica. Le diedi qualche istante per capire cosa avrei fatto e poi mi spinsi dentro inesorabile. Era morbida, era aperta, era bagnata, era forse ancora sporca di un altro.

La sbattei con violenza, scopandola badando solo a muovere velocemente il mio cazzo dentro e fuori. Con una mano le tenevo i polsi bloccati sopra la testa, con l’altra le strizzavo una tetta.

Lei urlò di sorpresa, urlò di piacere, urlò di paura. La baciai in bocca, scopandola anche con la lingua.

Le sborrai dentro e poi rotolai a letto, stendendomi a pancia in su. Lei forse aveva goduto, forse no, di sicuro ci era andata molto vicino.

Poco dopo lei scivolò con il corpo sopra al mio. Ci baciammo dolcemente. Lei strusciava il monte di venere contro il mio cazzo ora semirigido, cercando di risvegliarlo.

“Non sono stata per niente brava, stasera…” mi ripetè nuovamente all’orecchio.

Nel giro di poco sentì il mio cazzo risvegliarsi e, per questo, rise di gusto. Io le diedi una sculacciata, lei urlò.

“Per niente brava…”

Altra sculacciata, altro urletto.

“Per niente…”

Le assestai un altro colpo su una natica e poi lasciai lì la mano per palpargliela per bene. Con un dito scivolai tra i glutei alla ricerca del buco del culo. Lo toccai e lo sentii diverso. Era più morbido, più sporgente, come se fosse stato usato a lungo. Lei sentì la mia esitazione.

“Te l’ho detto, non ho fatto la brava…” ridacchiò.

Io la ribaltai per la seconda volta nel giro di pochi minuti ma questa volta la bloccai a pancia in giù sul letto. Le spinsi la testa in giù con una mano sul collo e con l’altra le aprii le gambe, posizionandomi in mezzo in modo che non potesse richiuderle. Poi con la stessa mano indirizzai il mio cazzo verso il suo ano. Glielo appoggiai contro e cominciai a spingere.

Lei si aprì facilmente, segno che era già ben allenato e che gradiva quella penetrazione. La sodomizzai con intensità e molto a lungo dato che ero appena venuto.

“Sì, sì, sì, così…” urlò lei fra un orgasmo e l’altro.

***

Il mattino dopo mi alzai e la trovai che preparava la colazione. Era scalza e indossava soltanto una t-shirt che le arrivava a metà chiappa.

Ci salutammo e la baciai su una guancia. Le diedi anche una palpatina al culo che lei respinse scherzosamente.

“Allora, come è andata ieri sera?” mormorai io dopo un po’.

“Bene, sono uscita con la mia amica, come ti avevo detto.”

“E… nient’altro?”

“No, perché?” rispose lei fingendo stupore e innocenza.

“Mi pareva di aver capito che non avevi fatto la brava…”

“Mmh, no… devi essertelo sognato…” rise, si alzò e mi diede le spalle mentre rimetteva a posto le cose della colazione.

La guardai e mi sembrò che accentuasse fin troppo l’inarcare la schiena in modo che la maglietta le lasciasse scoperto il culetto.

Mi ci fiondai contro, inginocchiandomi e infilando la faccia fra le sue chiappe. Le leccai avidamente buco del culo e fica, in modo alternato. Lei con un piede venne in cerca del mio cazzo, sfregandoglielo sopra. Glielo afferrai con una mano per tenerglielo bloccato contro il cazzo che intanto muovevo velocemente. Arrivammo in breve entrambi ad un altro orgasmo.

Subito dopo lei corse via verso il bagno, per andare a prepararsi. Appena girato l’angolo del corridoio, però, si fermò e tornò indietro affacciandosi sorridente.

“Allora, sono stata brava?” mi chiese prima di sparire ridendo.

2 commenti su “Notte brava”

  1. Bello mi piace quando arrivi subito al sodo. Penso che sia meglio saltare l’introduzione come hai fatto qui. Trovo eccitante la descrizione dei pensieri, ecco troverei ancora più eccitante lasciare qualcosa al non detto o al non compiuto. Mi piacerebbe sentire che c’e ancora qualcosa da consumare al termine del racconto. Personalmente penso che potrebbe essere eccitante prolungare un po’ i preliminari.. Ma chiaro, é il classico parere da donna. Mi piacciono le situazioni normali, momenti che abbiamo tutti in cui ci eccitiamo di fianco ad un amico o ad un estraneo, Mi piacerebbe se descrivessi a volte qualche momento un po’ più indirettamente, personalmente trovo più sexy parlare di capezzoli duri che sfregano sotto i vestiti mentre cammini piuttosto che di sesso anale. Cioè è più eccitante parlare della voglia di scopare piuttosto che descrivere la meccanica della penetrazione. Girarci un po’ intorno.. così che ci sia qualcosa da aggiungere con la testa.. cosa ne pensi?

    1. Grazie per i suggerimenti, sono sempre ben accetti, soprattutto se vengono da una donna. Sono d’accordo con te, la mia volontà è quella di lasciare sempre spazio alla fantasia del lettore e cerco di non soffermarmi troppo solo sull’atto sessuale in sé. Solo che forse, da uomo, a volte non riesco a non compiere la “penetrazione”, narrativamente parlando.

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