I’m dreaming of a black Christmas…

Un pacco regalo particolarmente gradito…

Le uniche luci erano quelle dell’albero di Natale e del fuoco del camino. Lei mi aspettava seduta per terra, sul tappeto, con indosso soltanto un paio di calzettoni grossi che le arrivavano sopra al ginocchio e un lungo e morbido maglione col collo alto e che le faceva anche da minigonna.

Entrai nella stanza provocando qualche suo gridolino di giubilo nel vedermi. In testa avevo un cappello da Babbo Natale e sotto solo un perizoma rosso con i lustrini.

“È questo il regalo che devo scartare?” chiese afferrando con la mano il mio pacco che intanto si stava ingrossando tenuto a stento dal tessuto elastico del perizoma.

“Dipende da quanto sei stata brava quest’anno…”

Si portò un dito sulla labbra e fece una smorfia maliziosa da finta ingenua. Io intanto mi inginocchiai, le divaricai le gambe e mi tuffai col viso sotto al suo maglione. Non portava biancheria intima per cui la mia lingua trovò subito il suo sesso. Emise un mugolio e si lasciò andare stendendosi sulla schiena. Mi mise le mani sulla testa spingendomi contro di lei.

“Allora? Sei stata brava?” mi interruppi un attimo.

“Forse non tanto…” mormorò cercando di spingermi di nuovo la testa fra le sue gambe.

“Davvero? E perchè?”

“Perché ho fatto spesso pensieri che non dovevo fare…”

“Quali pensieri?”

“Quelli che mi fai venire tu… con le tue parole… mentre scopiamo…”

“Ah, allora mi sa che non sei stata proprio brava…”

“Dai, continua a leccarmi…”

“Eh, no, se non sei stata brava… ti meriti qualcos’altro. Cosa si regala alle ragazze che sono state cattive?”

“Non so… il carbone?”

“Uhm, hai ragione, il carbone… o magari qualcosa dello stesso colore… dai scarta il tuo regalo.”

Le indicai il pacchetto sotto l’albero e lei si girò mettendosi sulle ginocchia, piegata in avanti con il culo in alto. Le alzai il maglione che scivolò in avanti lasciandola mezza nuda. Mentre cominciava a togliere il nasto e a rompere la carta del pacchetto io tornai a leccarla partendo dalla figa umida fino a salire intorno al buco del culo. Questo fece rallentare l’apertura del regalo, ma poi finalmente la sentii esclamare di sorpresa.

“Oddio…”

“Allora? Che cos’è?” chiesi io come se non lo sapessi.

“È… è… un cazzo di gomma…”

“E com’è?”

“È… è nero e… enorme…”

“Aprilo.” la sentii aprire la scatola mentre con la lingua le stimolavo l’ano.

“Oddio, sembra vero.”

“Provalo.”

Si tolse del tutto il maglione, restando solo con le calze e si mise a gambe aperte sul tappeto, di fronte al camino. La osservai mentre si strusciava contro il clitoride il grosso cazzo finto e poi timidamente provava ad infilarne dentro la punta. Quando lo fece entrare per metà ci guardammo negli occhi. Io mi stavo segando. Mi avvicinai a lei che cominciò a muoverlo dentro e fuori velocemente. La imitai nel ritmo ponendo il cazzo vicino al suo volto. Non smettemmo neanche un istante di fissarci negli occhi, neanche mentre lei aveva il suo orgasmo o mentre io schizzavo nella sua bocca.

Più tardi eravamo accoccolati davanti al fuoco. Avevamo a lungo scopato e giocato con il cazzo finto. Lo aveva provato manovrandolo con le mani, facendolo manovrare da me oppure attaccandolo al pavimento tramite la ventosa di cui disponeva in modo che rimanesse bloccato e fosse lei a muoversi. Dopo averlo opportunamente lubrificato me lo aveva poi consegnato, si era messa di nuovo in posizione con il culo in alto e mi aveva chiesto di infilarglielo nel culo.

“Allora ti è piaciuto il regalo?”

“Sì…”

“Mi prometti che continuerai a non fare la brava, allora?”

“Uhm… forse… solo se…”

“Se, cosa?”

“Solo se mi prometti che il prossimo anno me ne regali uno vero…”

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