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Ero in ufficio ma tutti erano andati via. Volevo rilassarmi prima di tornare a casa. Aprii un sito porno.
Feci click col mouse distrattamente come avevo fatto migliaia di altre volte prima di quella per far partire la riproduzione di un video. Lo avevo scelto quasi per caso, in una lista di un sito che li raggruppava per genere. A giudicare dal titolo era un video amatoriale con dialoghi in italiano. Non che fossi un appassionato in particolare del genere amatoriale, ma quelli in cui si parlava in italiano spesso mi incuriosivano perché a volte sentire e capire le porcate che venivano dette era più eccitante delle immagini, spesso di scarsa qualità.
Le immagini iniziavano con una breve panoramica di una strada in mezzo alla boscaglia, per poi inquadrare la portiera aperta di un’auto. Dentro l’auto c’era una donna a pecorina, nuda dalla cintola in giù, il cui culo era rivolto verso l’esterno e sporgeva un po’ fuori. Si vedeva poi brevemente il corpo di un uomo, ripreso quasi dal suo stesso punto di vista, con mutande e pantaloni abbassati che si menava un cazzo di discrete dimensioni e si avvicinava alla donna.
“Eccolo, troia.” lo si sentiva dire mentre appoggiava il cazzo tra le gambe di lei e lo spingeva dentro.
Era una scopata abbastanza irruenta e rapida. Si vedeva lui che afferrava i fianchi di lei per sbatterle meglio il cazzo dentro. Lei aveva un gran bel culo abbondante, come piacciono a me.
Dopo poco si vedeva lui che estraeva del tutto il cazzo di lei e si poteva notare, pur nella non altissima qualità delle immagini, come fosse lucido dei suoi umori. A quel punto si udì nuovamente la voce dell’uomo.
“Lo vuoi nel culo ora, troia?”
Meno udibile si percepiva un “Sì!” convinto di lei, al che lui puntava il cazzo un po’ più in alto aprendo le chiappe di lei con le mani. In quel momento ebbi una sorta di déjà-vu, nel video c’era qualcosa di familiare, forse lo avevo già visto anche se non mi pareva di ricordarmelo.
Il cazzo dell’uomo penetrò con apparente facilità nel culo della donna e mentre ciò accadeva le immagini zoommavano per riprendere ancor meglio l’atto sodomitico. Si sentiva l’uomo grugnire e apostrofare con degli epiteti volgari la donna che rispondeva mugulando forte di piacere.
Il video continuava per qualche minuto a mostrare l’inculata ed io ne saltai alcune parti per vedere subito come si concludeva.
Verso la fine lui giungeva all’orgasmo sfilandosi da lei dopo qualche schizzo per completarli sborrandole sul culo e sporcandola abbondantemente. In quel momento l’inquadratura girava e riprendeva per un brevissimo istante verso l’interno dell’auto. Per qualche veloce fotogramma si intravedeva il volto di lei, girato proprio verso la telecamera. In quel momento il video finiva improvvisamente.
Io rimasi impietrito. Non ero sicuro di quello che avevo appena visto. Non era possibile ciò che mi era parso di vedere. Però in certi momenti ti rendi conto di come il cervello è veloce nel collegare tutte le sensazioni e renderti chiaro quello che fino a pochi istanti prima non lo era.
Il volto della donna, nella penombra dell’auto e nell’immagine mossa e sgranata del video digitale, sembrava proprio il volto della mia fidanzata. Ma la scena era poco chiara e avrebbe potuto benissimo essere anche una che le somigliava solo vagamente. Se non fosse che capii che quella sensazione non era stata un déjà-vu, ma soltanto un riconoscere nell’inconscio tanti particolari. Il culo era uguale al culo della mia donna, e non potevo non riconoscerlo visto quanto lo adoravo. Non solo la sua forma, quando lui le aveva aperto le chiappe anche il buco era proprio come il suo. Per non dire di quel poco di voce di lei che si sentiva, uguale come uguale era il modo di godere, di mugolare. Non c’era un dettaglio che non fosse coincidente, anche il vestito che poco si intravedeva poteva benissimo essere uno dei suoi vestitini estivi leggeri.
Ero già giunto ad una conclusione ma lo volli riguardare e riguardare e riguardare ancora una volta. Nella vana ricerca di qualcosa che negasse la mia ipotesi.
Ciò che non sapevo e che le ripetute visioni non mi aiutarono a chiarire era dove e quando fosse stato girato e soprattutto chi fosse quell’uomo che la inculava e la chiamava troia.
Sulle prime due potevo fare delle ipotesi. La strada poteva essere in una delle nostre zone di campagna fuori città. Il tempo era sicuramente estivo e sembrava recente, per come era lei. Il che significava anche, inequivocabilmente, che quelle che avevo appena visto erano delle corna che mi aveva messo.
Un’altra cosa che non riuscivo a capire era perché avessi eiaculato così improvvisamente nel momento in cui l’avevo riconosciuta e perché il mio cazzo non ne volesse sapere di ammosciarsi.
Lo riguardavo in loop, non riuscivo a smettere. Lo esaminavo e cercavo sempre più dettagli. Ad un certo punto ebbi una illuminazione su una cosa di cui non mi ero reso conto nonostante fosse molto palese. Per lunghi tratti il video poteva sembrare girato dal punto di vista dell’uomo che la stava scopando, come se lo girasse lui stesso tenendo la telecamera in mano. Ma così non era dato che in diverse inquadrature si vedevano chiaramente entrambe le sue mani. Il video dunque era girato da una terza persona, cioè la mia fidanzata non solo mi aveva messo le corna, non solo si era fatta trattare da troia e si era fatta inculare, non solo si era fatta riprendere mentre lo faceva, ma aveva fatto tutto ciò davanti anche a qualcun altro.
Quella consapevolezza generò una mia nuova sborrata incontrollata.
Mi ci volle del tempo per riprendermi. Smisi di guardare il video.
Improvvisamente suonò il mio telefono ed era la mia fidanzata. Andai assurdamente quasi nel panico, come se fossi stato scoperto, io, a far qualcosa di male. Le risposi con una voce strana.
“Ciao, amore, tutto bene? Che fine hai fatto?” sembrava agitata, io guardai l’ora ed in effetti sarei dovuto essere a casa da un po’.
“Ah, scusa, ho avuto un casino qui al lavoro e non mi ero accorto che era così tardi.” mi inventai sul momento.
Lei si tranquillizzò e chiacchierammo un po’. Mentre lei mi parlava io azzerai il volume del computer e rifeci partire il video. La ascoltavo e intanto la guardavo mentre veniva scopata da uno sconosciuto. E con la mano libera mi stavo segando.
Quella sera, tornato a casa, fui piuttosto di poche parole e un po’ scontroso. Lei si preoccupò che ci fossero problemi grossi sul lavoro, ma io le dissi che non era niente. Non so se per quel motivo o per altro quando andammo a letto fu particolarmente affettuosa e dopo poco stavamo scopando. Io ripensai al video e sentii dentro di me un insolito vigore.
“Dai, mettiti a pecorina, ti voglio così stasera.” le sussurrai. Lei mi guardò compiaciuta dalla mia intraprendenza e si mise in posizione.
La scopai un po’. Era uguale, identica, a quella del video. Se avessi avuto ancora qualche dubbio me lo ero tolto del tutto.
Con il pollice le massaggiai il buco del culo.
“Mm, da quant’è che non lo facciamo? Ne avrei voglia.”
“Cosa, amore?”
“Dai, vorrei scoparti qui.” dissi infilando un po’ il dito nell’ano.
“Uhm, non lo so, amore…”
“Dai… fai un po’ la troia per me…”
“Mm, cos’hai stasera? Va bene, fai attenzione però… prendi il lubrificante, fai piano.”
Come poteva essere lo stesso culo quello che in quel momento faticavo a forzare e nel quale dovevo procedere con dolcezza e delicatezza e quello che nel video prendeva dentro con facilità e golosità quel cazzo apparentemente anche più grosso del mio?
Come poteva appartenere alla stessa donna che sotto di me dava l’impressione di concedermelo solo per farmi un favore e che nel video sembrava essere una pornostar?
I miei dubbi si interruppero con un orgasmo quasi istantaneo, tanto che probabilmente lei neanche si era abituata alla mia presenza dentro di lei.
Lei poi si addormentò accoccolata fra le mie braccia. Io avevo troppi pensieri per la testa per riuscire a dormire.
Ciao, bellissimo incipit, non lo finisci?!
Avevo iniziato a scrivere il secondo capitolo ma è rimasto lì incompiuto, dovrei riprenderlo in mano. Grazie