Fingere di essere amanti invece che una coppia fissa può portare a esiti inaspettati.
“Bellissimo, vero?”
Le dissi baciandola in bocca sporgendomi verso di lei e uscendo un po’ dalla vasca idromassaggio in cui eravamo immersi. Era una occasione speciale e avevo prenotato una camera in un hotel di lusso che aveva anche un grande terrazza con vista sulla città impreziosita da una vasca idromassaggio in cui rilassarsi. Era sera e tutto era molto romantico.
Prolungammo il bacio e io ne approfittai anche per insinuare una mano tra le sue gambe per massaggiarle la fica. Sentivo che la stavo eccitando quando lei improvvisamente si staccò da me.
“Arriva qualcuno.” sussurrò nervosa.
Infatti un’altra coppia di ospiti dell’hotel aveva deciso di trascorrere la serata come noi e si stava avvicinando alla vasca che in effetti era sufficientemente grande da ospitare anche più di quattro persone.
Un po’ seccato dall’interruzione osservai i due che si stavano togliendo l’accappatoio per fare una veloce doccia ed entrare poi nella mini piscina.
Lui era un uomo robusto, un po’ più vecchio di noi, mentre lei sembrava più giovane, molto carina con un bel corpo e un caschetto di capelli neri.
Ci scambiammo un freddo cenno di saluto nel momento in cui fecero l’ingresso in acqua e per alcuni minuti ci ignorammo. Ogni coppia confabulava per conto suo e faceva come se gli altri non ci fossero. Poi pian piano l’atmosfera si rilassò. Qualche incrocio di sguardi, qualche scambio di sorrisi.
“È molto bello qui, è la prima volta che venite?” chiese l’uomo per rompere il ghiaccio.
Noi confermammo e lui ci informò che invece loro frequentavano spesso quell’hotel.
“È per un’occasione speciale che siete qui? Non so, il vostro anniversario di nozze?” ci chiese la donna un po’ indiscreta.
“No, non siamo sposati.” rispose Lucia, la mia compagna. La risposta in effetti era tecnicamente vera, pur essendo noi una coppia fissa e stabile da anni, ma quella sua precisazione, non so perché, mi fece venire voglia di scherzare un po’ con quegli sconosciuti per cui aggiunsi:
“In realtà siamo amanti.” guardai Lucia con un sorriso sornione e lei ricambiò con uno sguardo interrogativo.
“Ah, complimenti, vi trattate bene come amanti clandestini.” commentò l’uomo che poi guardò la sua compagna e dopo qualche istante di esitazione si rivolse di nuovo a noi. “È bizzarra come coincidenza, ma anche il nostro è un rapporto adultero.”
Ci fu una risata generale. Noi avevamo mentito, ma loro non lo sapevano e noi non sapevamo se loro avessero mentito. Fatto sta che ufficialmente, gli uni per gli altri erano due coppie clandestine.
La conversazione proseguì su cose di scarsa importanza. Ogni tanto sia noi che loro ci scambiavamo qualche effusione, qualche bacio, qualche carezza e qualche toccatina più decisa sotto al pelo dell’acqua.
Ad un certo punto fu l’uomo a cambiare discorso.
“Visto che siamo tutti qua per divertirci e visto che siamo entrambi all’interno di un contesto di trasgressione che ne dite di continuare la serata in modo alternativo?”
Io e la mia compagna ci guardammo un po’ per capire se avevamo compreso le sue parole entrambi allo stesso modo e un po’ per vedere la reazione dell’altro.
Vedendo che non ci fu da parte nostra un immediato e secco rifiuto, più per la sorpresa che per altro, in realtà, lui prese coraggio e spiegò meglio le sue intenzioni per la serata.
Ci propose, senza usare mezzi termini, di andare nella loro stanza, anzi nella loro grande suite e di proseguire la serata facendo sesso insieme, senza limiti che non fossero dettati da ciò che a ciascuno andava di fare.
“Orsù, sono sicuro che avevate già in mente di passare una bella serata di sesso senza i vostri rispettivi consorti, rendetela più piccante, fate qualcosa che con loro non avreste il coraggio di fare.”
Da sotto l’acqua sentii la mano di Lucia che cercava il mio cazzo e lo tastava, trovandolo duro. Mi guardò ed io alzai le spalle come per discolparmi del fatto che la proposta dell’uomo in fondo mi attizzava.
“Perché no?” esclamò lei rivolgendosi a lui ma parlando forse più con me.
Dopo qualche istante stavamo uscendo tutti e quattro dall’acqua e correndo verso gli accappatoio nella fredda aria serale.
“Sei sicura?” le sussurrai mentre mi legavo in vita l’accappatoio ed inforcavo le ciabatte.
“In fondo sono solo la tua amante, no?” mi rispose lei apparentemente con un po’ di astio, ma probabilmente solo simulato per farmi capire che ero stato io a dare il via a tutto.
L’altra coppia aveva decisamente una stanza molto più spaziosa e lussuosa della nostra. Il loro letto era tondo, quasi fatto apposta per incontri come quello che stava per avvenire.
Fu subito chiaro che a condurre il gioco era l’uomo, il più intraprendente del gruppo. Noi eravamo un po’ titubanti e incerti sul da farsi. Lui ci suggerì di metterci a nostro agio e poi, ignorandoci, cominciò a baciare la sua amante e a spogliarsi. Dopo poco erano entrambi nudi, lui si era seduto sul bordo del letto e lei si era inginocchiata per succhiargli un cazzo che avevo intravisto di discrete dimensioni. Anche noi cominciammo a baciarci e finimmo nudi sul letto.
Per diversi minuti quello che doveva essere uno scambio di coppia o del sesso di gruppo andò avanti senza interazioni fra le due coppie che non fossero qualche fugace occhiata. Poi, mentre Lucia era stesa sulla schiena a gambe aperte ed io la stavo scopando, l’altra donna si insinuò tra di noi, avvicinò il suo viso a quello di lei e la baciò.
Io da anni sognavo di vedere la mia femmina in un rapporto lesbico. Lei non aveva mai escluso del tutto la cosa ma neanche mai fatto nulla perché accadesse. Quella breve visione, unita al fatto che comunque già da un po’ la stavo scopando, mi fecero eiaculare all’istante inondandole la fica.
Mi lascia andare all’indietro, sconvolto dalla situazione e rimasi ad osservare le due donne. L’uomo invece non era ancora venuto come me e ne approfittò per prendere il mio posto. Cercò brevemente un mio cenno di approvazione o meglio l’assenza di un cenno di rifiuto e poi fece lo stesso con la mia donna, prima di penetrarla.
“Cazzo che bello scopare una vulva appena sborrata!” esclamò trionfante.
Lucia cominciò a godere. Non l’aveva fatto con me ma lo stava facendo mentre quello sconosciuto le infilava il grosso cazzo in fica e la sua compagna la baciava e le torturava i capezzoli con le dita.
Io sentii che stavo già tornando duro e cominciai a segarmi. Lui mi notò e mi fece un cenno.
“Dai, che fai lì, non segarti, fottiti la mia troia!”
La donna a sentire il proprio amante invitarmi a prenderla mi guardò sorridente sotto a quel suo caschetto nero e ondeggiò sensualmente il culetto. Mi posizionai dietro di lei e la afferrai per i fianchi. Provai a controllare se Lucia avesse qualcosa in contrario riguardo a ciò che stavo per fare ma in fondo lei in quel momento veniva scopata da un altro e non avrebbe potuto obiettare molto. Inoltre non era decisamente concentrata su cosa stavo facendo io.
Posizionai il mio cazzo all’ingresso della sua fica e stavo per spingermi dentro quando lei mormorò un flebile “no” e mi prese in mano il cazzo spostandolo. Io mi fermai, non capendo. L’uomo si accorse ed intervenne.
“È già troppo eccitata, lo vuole nel culo, adora prenderlo in culo.”
“Ah, va bene.” dissi io un po’ sorpreso un po’ entusiasta della sua preferenza. Mai mi sarei rifiutato di fronte ad una richiesta di sodomia, tanto più che non avevo spesso l’occasione di compierla. E così mi infilai, con discreta facilità, nel retto della donna, che parve subito apprezzare molto.
“Oh, se le piace. Quanto le piace nel culo alla mia troia, eh?” continuò l’uomo che poi si rivolse a Lucia, sotto di lui. “E a te piace? Ti piace prenderlo nel culo?”
Io prevedendo quale sarebbe stata la risposta della mia compagna sperai che lui non ci rimanesse troppo male e che questo non avrebbe rotto l’atmosfera che si era creata.
“Sì.” rispose invece Lucia, non facendomi credere alle mie orecchie.
Qualche volta capitava che lei mi concedesse il culo, ma non era certo una sua passione e si limitava perciò ad occasioni speciali o a momenti in cui era troppo eccitata o un po’ troppo brilla. Sentirla rispondere in quel modo a quello sconosciuto mi sconvolse ma mi eccitò anche molto.
“Dai, allora mettiti come lei.” disse lui sollevandola e posizionandola a quattro zampe. Lei lo lasciò fare.
A quel punto le due donne erano appoggiate sulle mani e sulle ginocchia ed avevano il volto l’uno contro l’altra. Noi due uomini eravamo ciascuno alle spalle della donna dell’altro e le tenevamo per i fianchi. Loro iniziarono a baciarsi in bocca con la lingua. A me sembrò di impazzire, ma non fu nulla rispetto al momento in cui l’uomo pose il suo cazzo sull’ano di Lucia e spinse per entrare. In quell’esatto istante lei alzò lo sguardo, senza staccarsi dall’altra donna, e mi fissò negli occhi con uno sguardo quasi di sfida e pieno di lussuria.
Per me fu troppo, venni per la seconda volta e poi rotolai stremato sul letto. Lui invece continuò a lungo a sodomizzarla. La osservai mentre godeva per quella pratica oscena come poche volte l’avevo vista fare.
“Dimmi un po’…” disse lui, “il culo lo dai solo al tuo amante, vero? A tuo marito non lo concedi mai, vero?”
Lui ovviamente pensava che l’amante fossi io.
“Sì, sì, è così…” rispose lei non andando troppo lontana dalla verità.
“Brava, le troie fanno così, sei come la mia… anche lei lo dà solo a me.”
La serata proseguì per lungo tempo. Io mi stupii piacevolmente per la resistenza che dimostrò di avere il mio cazzo, quasi sempre duro grazie alla situazione estremamente eccitante, nonostante diversi orgasmi. Sperimentammo tante combinazioni diverse: dalla doppia penetrazione sull’altra donna ad io che approfittai della strada aperta da lui per inculare Lucia mentre lei lo succhiava a lui, dalle donne che si lasciarono andare ripetutamente ad un rapporto lesbico per la gioia dei nostri occhi, fino a noi due uomini che ci masturbammo strusciando i cazzi l’uno sull’altro.
Era ormai quasi mattina quando li salutammo e ci ritrovammo io e Lucia in ascensore per andare nella nostra stanza, per la prima volta da soli dopo molte ore.
“È dunque questo che fai con la tua amante?” mi domandò lei, scherzando. “Sai, forse dovremmo esserlo più spesso, amanti.”
La baciai. Ero esausto ma ebbi ancora l’ennesima erezione, che lei percepì.
“Se sono il tuo amante, me lo dai il culo?”
Lei mi spinse via e mi guardò con aria altezzosa.
“Non so, forse.”
Ci saremmo rivisti con quella coppia. Loro non avrebbero mai saputo che noi non eravamo amanti. A noi rimase il dubbio che anche loro non lo fossero.
Coppia già mentalmente predisposta all’esperienza….ha colto l’attimo giusto per concretizzarla….piaciuta e desiderosi di ripeterla!