Sotto sotto

Sotto al vestito non nasconde nulla, ma sotto sotto conserva alcuni segreti.

La sento che rientra in casa. Scendo dal piano di sopra e la cerco. La trovo in bagno. È bellissima: sandali con tacco a spillo, gambe nude e un vestitino leggero, fermato in vita da una cintura e tirato un po’ su, in modo che la gonna sia più corta del normale.

“Sei bellissima.” glielo dico.

La bacio e la abbraccio. Con una mano scendo, come sempre, a palparle il culo. Lo faccio prima da sopra la gonna, poi passo sotto. Trovo una chiappa nuda. Sposto le dita verso il centro, alla ricerca vana di un perizoma. Interrompo il bacio e la guardo. Lei sorride.

Porto la mano sul davanti per controllare che anche lì non ci sia traccia di biancheria intima, come se fosse possibile averla davanti e non dietro. Trovo ovviamente la figa nuda. La tocco, la trovo un po’ bagnata. La masturbo dolcemente. Intanto ci fissiamo negli occhi. Lei sorride. Io dentro i pantaloni ho una erezione prepotente.

“Sei uscita così?” le sussurro.

Lei non mi risponde. Si limita a fissarmi con una espressione maliziosa.

“Eri in giro senza mutande?”

Lei si morde il labbro inferiore.

“O te le sei appena tolte qui in casa?”

Guardo in basso per vedere se sono per terra. Non vedo nulla.

Aumento leggermente l’intensità della masturbazione. Lei mi guarda con aria di sfida. Il mio cazzo è durissimo. Lei lo sa.

“Ti prego, dimmi, che sei uscita così.” la imploro.

Lei alza gli occhi e accenna un sorrisetto. Non è un sì, ma l’impressione che mi dà è quella. Non ha tempo per darmi una vera risposta perché io mi piego in due, porto le mani istintivamente sul mio pacco, mentre sotto e pantaloni e mutande sto sborrando copiosamente.

“Oh, cazzo.” dico cercando di contenere la fuoriuscita che mi sta sporcando.

Lei ride. Poi esce dal bagno mentre io cerco di pulirmi meglio che posso.

***

La ritrovo in cucina, che prepara la cena. È a piedi nudi e indossa soltanto una t-shirt un po’ lunga che le arriva appena sotto al culo. Mi avvicino a lei e mi appoggio spingendola contro il mobile. Mi stacco e le alzo la maglietta. È ancora senza nulla sotto.

Le accarezzo il culo e poi insinuo le dita in mezzo al solco fra le chiappe. Con un dito vado a massaggiarle i contorni dell’ano. Lei lascia andare un leggero mugolio. Apre le gambe, spinge il culo all’indietro e si puntella con le mani contro il ripiano della cucina.

Io mi abbasso, mi siedo per terra e, senza smettere di titillarle il buco del culo con un dito, mi posiziono con la testa fra le sue gambe per leccarle la figa. La trovo zuppa di umori.

Mi interrompo solo un attimo, per farle una domanda:

“Allora? Eri in giro senza mutande e con quella gonnellina corta?”

“Sta zitto.” mi intima lei appoggiandomi una mano sulla nuca e spingendomela verso di lei in modo da farmi continuare il cunnilingus.

La sento godere. I suoi succhi mi bagnano il mento. La punta del mio dito sente il suo ano pulsarle attorno.

***

“Sì, ero in giro senza.” mi dice di punto in bianco mentre stiamo cenando.

“Come?” fingo di non aver capito e intanto mi sistemo sulla sedia. Il mio cazzo si risveglia immediatamente.

“Ero senza mutande quando sono rientrata a casa.”

“E qualcuno se ne è accorto prima di me?”

Lei guarda in basso, sposta del cibo con la forchetta. Sembra pensarci su o sembra cercare la giusta risposta.

“Sì.” dice poi lapidaria.

“Qualcuno che ha sbirciato e se ne è accorto o… qualcuno a cui lo hai fatto vedere?”

“Qualcuno… a cui l’ho fatto vedere.”

“Chi? Chi era?”

“Era… uno.”

“Uno… uno sconosciuto?”

“No.”

“E chi era allora?”

“Uno che sono andata a trovare.”

“Dove?”

“Nel suo ufficio.”

“E…?”

“E mi sono seduta… e ho accavallato le gambe… e ha visto che ero nuda…” mentre parla con la mano scende fra le gambe e inizia a toccarsi. La imito.

“E ti ha guardato? E basta?”

“No.”

“No cosa? Cosa hai fatto con lui?”

“Gli ho fatto un pompino.”

“Un pompino? Cazzo! E basta?”

“No.”

“Cos’altro.”

“Mi ha scopata.”

“Come?”

“Sbattendomi sulla scrivania.”

Un attimo di silenzio. Tolgo le mani del mio cazzo per evitare di sborrare. Lei continua a masturbarsi. Io rifletto. Penso a cosa voglio sapere ancora. Poi mi viene un dubbio.

“Ti sei lavata quando sei arrivata a casa? Ti sei lavata fra le gambe prima di cucinare?”

Sembra rifletterci un attimo. Alza lo sguardo come per ricordare, ma dal sorrisetto capisco che sa già la risposta.

“No.”

“Quindi ti ho leccata dove eri ancora sporca del suo cazzo, troia?”

Si porta un dito alle labbra, aprendo la bocca fingendo di essere sopresa. Poi ride.

“No.”

“Come no?”

“Il tuo dito era dove ero sporca del suo cazzo.”

“Ti ha inculata?”

“Sei perspicace.” e ride di nuovo.

Mi porto le mani sul cazzo, coprendolo, per limitare gli schizzi di sborra.

***

Scivolo al suo fianco e la abbraccio da dietro. Lei è stesa su un fianco. Le appoggio il cazzo sul culo per farle sentire che è duro.

“Non stavi già dormendo, vero?” le sussurro nel buio.

“No.”

“Chi era?” le chiedo.

“Era uno. Non importa chi. Non te lo dico.” mi risponde capendo subito a chi mi riferivo.

“Perché?”

“Perché sì.”

“Lo conosco.”

“Forse.”

“Era la prima volta?”

“Cosa?”

“Che… andavi nel suo ufficio.”

“No.”

“Che gli facevi un pompino?”

“No.”

“Che ti scopava?”

“No.”

“Che ti…” deglutisco. “Che ti inculava?”

“No.”

Mi posiziono meglio e insinuo il cazzo fra le sue gambe. Spingo un po’ in avanti e la punta trova l’apertura della sua figa, già bagnata.

“Ci ritornerai?”

“Sicuramente.”

“Perché?”

“Perché mi piace scopare con lui.”

“Solo per questo?”

“Perché mi piace metterti le corna.”

“Perché proprio con lui?”

“Perché lui ci ha provato. A differenza di altri.”

“E ti piace?”

“Per certi versi, sì.”

“Ha un bel cazzo?” le chiedo mentre infilo il mio dentro di lei.

“Sì.”

“Se non mi accorgevo che sei rientrata senza mutande me lo avresti detto? Mi avresti raccontato di lui?”

“Non lo so.”

“Perché finora non mi avevi detto niente?”

“Perché mi piaceva farlo di nascosto.”

“Ci sono altri di cui non so nulla?”

“Uhm.. sì.”

“Sono più quelli di cui mi hai detto o quelli che ti sei scopata di nascosto.”

“Più quelli di cui sai tutto.”

Smetto di scoparla. Mi fermo. Cerco di controllare l’orgasmo imminente. Sono indeciso su quale risposta volevo sentire, quale mi avrebbe eccitato di più.

“In questo periodo ti stai scopando solo lui?”

“Ehm… sì.”

“Non mi sembri convinta.”

“No, solo lui… però…”

“Però?”

“Però ogni tanto lui invita un suo amico. Mi scopano in due.”

Rimango senza parole. Il mio cazzo scivola fuori e inizia a schizzare imbrattandole tutto il culo. Lei ride.

2 commenti su “Sotto sotto”

  1. Bel ritmo, mi piace come scrivi, ho scelto il tuo racconto per un progetto che sto portando avanti.
    Ti va se ci sentiamo?

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