Le finestre sul cortile

Un momento di voyeurismo porta ad esiti inaspettati…

“Amore, vieni qui.” mi disse mia moglie a bassa voce, facendomi cenno con la mano di avvicinarmi a lei che stava sul balconcino della nostra camera.

“Guarda là.” aggiunse indicandomi un punto più in basso.

Aguzzai la vista nel buio cercando qualcosa di interessante da vedere.

“Lì. Vedi? Dove si vede quella piscina. Ci sono due che scopano.”

Si scorgevano in effetti, in una delle piscine private delle stanze più di lusso, due figure nella penombra.

“Lui si è seduto fuori dall’acqua e lei secondo me gli sta facendo un pompino.”

Io abbracciai mia moglie da dietro e mi misi a spiare i due insieme a lei. La scena, seppur non chiarissima da vedere, sembrava proprio quella descritta da mia moglie.

“Ti eccita spiare due che fanno sesso?” le sussurrai nell’orecchio.

“Sì.” mi rispose lei dopo qualche istante di esitazione.

Mi strinsi di più a lei premendole il cazzo in erezione contro il suo culo mentre con un mano le agguantai un seno e con l’altra la toccai in mezzo alle gambe. Lei lasciò andare un gemito e si inarcò leggermente spingendo indietro il culo e in avanti il petto.

“E se fossimo noi due a scopare in piscina, ti ecciterebbe che ci fosse qualcuno da qui che ci spia?”

“Ehm… sì.” mi rispose dopo averci pensato un attimo.

Lei ondeggiava il culo per massaggiarmi il pacco mentre io con le mani ero ormai andato sotto la maglietta e sotto le mutande per stimolarle seno e figa direttamente contro la pelle nuda.

“Aspetta. Lei ha finito il pompino.” mi disse indicando in basso.

Le due figure in effetti si stavano muovendo. Quella in acqua si tirò su sul bordo della piscina e ne uscì, mentre quella seduta con i piedi in acqua si spostò andandosi a stendere nella zona con i materassini poco distante. Per fortuna nostra e di eventuali altri voyeur, i due finirono in una zona un po’ più illuminata dalla luce che proveniva probabilmente da dentro alla loro camera.

“Mah…?” dicemmo io e mia moglie quasi all’unisono sorpresi da come si erano posizionati i due.

“Si sono scambiati di posto?” chiesi io sapendo già la risposta.

“No…” rispose lei.

“Quindi…?”

“Eh sì… evidentemente…”

La figura che fino a poco prima si stava facendo fare un pompino si era posizionata a pecorina e quella che prima glielo succhiava, quella che noi pensavamo fosse la sua donna, si era messa dietro di lui e lo stava inequivocabilmente scopando.

Erano dunque due uomini.

“Sono due gay.” conclusi io, quasi deluso.

Restammo qualche istante in silenzio, senza comunque distogliere lo sguardo dai due. Alle nostre orecchie ci giunse anche qualche gemito e grugnito da parte loro, pur essendo distanti.

“Perché ti sei fermato?” mi chiese mia moglie riferendosi al fatto che una mia mano non le palpava più il seno e l’altra non giocava più con le dita sul suo clitoride.

“Ma… ti eccita lo stesso?” feci io un po’ sorpreso.

“Certo che mi eccita, perché non dovrebbe?”

“Ma… sono due uomini…”

“E allora?”

“Non pensavo che ti eccitasse vedere due uomini che scopano.”

“A te eccita vedere due lesbiche che se la leccano?”

“Sì, certo… ma non è la stessa cosa.”

“Perché no?”

“Ma… non lo so. Cosa ti eccita di due uomini insieme?”

“È difficile spiegarlo. Non so bene perché sia eccitante, ma lo è. Forse perché tra voi siete più… animaleschi… non so… vi fottete in maniera più istintiva… come dovreste fare più spesso con noi, ma non lo fate.”

“Tra voi? Parli come se io lo facessi con altri uomini…”

“Beh, che c’è di male?”

“Io non sono gay! Non lo faccio con altri uomini!”

“Non c’è bisogno di essere gay per farlo con altri uomini, può essere una trasgressione dalla normalità, ogni tanto. E comunque…” lasciò in sospeso la frase.

“Comunque cosa?”

“E comunque nelle mie fantasie tu lo fai anche con altri uomini.”

“Cosa stai dicendo?”

“Sto dicendo che a volte ti immagino con altri uomini…”

“In che senso?”

Mia moglie ruotò la testa e mi guardò negli occhi con un’aria molto perversa. Poi si divincolò dal mio abbraccio e mi scivolò a fianco ponendosi alle mie spalle. Ora ero io appoggiato alla balaustra del balconcino e lei dietro di me, con una mano sul mio petto ed una fra le mie gambe.

“Hai presente ad esempio quelle volte che tu mi scopi…” iniziò a parlarmi nell’orecchio con voce sexy. “Ed io sono a gambe aperte e tu mi sbatti e io ti afferro i glutei per spingerti ancora di più dentro di me?”

“Sì…”

“E a volte con un dito mi insinuo fino al tuo buchetto e inizio a toccartelo e mi accorgo che ti piace? Perché è vero che ti piace, no? Si sente che ti viene ancora più duro. E lo sento che il tuo buchetto un po’ si allarga per sentire meglio la punta del mio dito. Vero?”

“Beh… sì.”

“Ecco, in quei momenti io di solito mi immagino che dietro di te ci sia un altro uomo, uno con cui lo stiamo facendo in tre e che rapito dall’ondeggiare del tuo culo si posiziona dietro di te e punta il suo cazzone sul tuo buco e poi… ti incula… e tu cadi sopra di me ed io sento il peso di entrambi e sento che mi scopi a causa delle sue spinte e ci baciamo e ti guardo negli occhi mentre godi…”

“Basta.” dissi io bloccandole la mano che mi stava segando il cazzo, durissimo.

“Ahaha.” ridacchiò. “Perché?”

“Sto per venire.”

“Lo sento. Sei durissimo. E non vuoi venire?”

Le strinsi il polso per non farle fare nessun movimento. Sotto di noi, intanto, seppur avessimo smesso di prestar loro attenzione, i due uomini stavano continuando a scopare, in una posizione diversa da prima.

“Resta qui.” mi disse e sparì dentro la stanza. La sentii armeggiare con delle robe in valigia e dopo poco tornare.

“Se hai paura di veder minacciata la tua virilità, non ti girare e lasciami fare.” mi disse sibillina.

Mi abbassò i boxer lasciandoli cadere alle caviglie, poi si inginocchiò e con le mani mi divaricò le chiappe. Sentii la sua faccia contro il mio culo e qualcosa di umido sul buco.

“Oh mio dio.” mormorai.

“Ti piace? Sognavo da tempo di farlo, ma non avevo il coraggio.”

La sua lingua mi provocò piacevoli sensazioni sull’ano. Io non ebbi il coraggio, neanche in quel momento, di dirle che io sognavo da tempo che lo facesse, ma non mi ero mai azzardato a chiederglielo, per paura che mi giudicasse male. Così come mai le avevo confessato che mi piaceva tanto quando mi toccava col dito e che sì, qualche volta anche io mi ero immaginato che qualcosa entrasse in me mentre la scopavo.

Dopo qualche minuto la sua lingua venne sostituita da qualcosa di più rigido e più freddo. Capii che aveva preso dalla valigia il suo vibratore e lo aveva ricoperto di lubrificante.

Sotto di noi sentimmo i due raggiungere un orgasmo.

Mia moglie si alzò in piedi e si mise al mio fianco. Con lentezza, ma con decisione e costanza, spinse l’oggetto dentro di me. Quando capì che era entrato a sufficienza mi baciò in bocca e iniziò a muoverlo dentro e fuori. Con l’altra mano mi segava il cazzo che era tornato duro, o forse mai aveva smesso di esserlo.

“Un giorno mi piacerebbe vederti che ne prendi uno vero.” mi sussurrò mentre io sborravo felice di aver scoperto un nuovo lato perverso di mia moglie.

Appoggiato alla balaustra del balcone inarcai la schiena buttando la testa all’indietro, sconvolto dall’orgasmo. Guardando in alto, con la coda dell’occhio, vidi due figure in un balcone nell’ala dell’hotel a fianco della nostra un po’ più in alto di noi.

La luce della nostra camera ci illuminava attraverso la porta a vetri ed eravamo quindi presumibilmente ben visibili per loro.

“Cazzo…” mormorai.

“Che c’è?”

“Avevamo anche noi degli spettatori… ci hanno visto mentre…”

“Mentre ti inculavo?”

“Sì…”

“Lo so, li avevo notati.” disse tranquilla mentre mi sfilava il vibratore dal culo, causandomi un gemito di piacere misto a fastidio. “Come sapevo fin da subito che i due di sotto erano due uomini…”

 

 

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