Due amiche fanno una scommessa, ma si dimenticano di averla fatta col fidanzato di una di loro presente…
“Ti piacciono quelle?”
Francesca, la mia fidanzata, indicò nella vetrina del negozio un paio di scarpe dal tacco alto, aperte sulla punta e con una cinghietta attorno alla caviglia.
“Sì…” risposi evasivo.
“Sì? Perché ti piacciono?” insistette lei.
“Perché… perché sono un po’ da troia…”
“Ah, e quindi ti piacciono? Vorresti che le comprassi?” io annuii e lei continuò, “Quindi vorresti che portassi scarpe da troia?”
Annuii nuovamente e lei aggrappandosi al mio braccio si avvicinò con la bocca al mio orecchio.
“Ti piace quando faccio un po’ la troia, eh?”
Io deglutii e mi infilai una mano in tasca per sistemarmi il cazzo che si stava indurendo ma era piegato male dentro le mutande. Stavo per dirle qualcosa quando una voce squillante alle nostre spalle ci interruppe.
“Ciao, Francy”
Era la sua amica Elisabetta, una delle sue migliori amiche, nonché collega. Simpatica e travolgente, come sempre. Salutò anche me e poi cominciarono a chiacchierare un po’ fra loro. Dopo poco decisero di entrare nel negozio di scarpe, dato che entrambe erano interessate ad un acquisto. Io speravo che Francesca optasse per un paio sexy come quelle che mi aveva indicato poco prima. Rimanemmo nel negozio parecchio, ne provarono diverse paia. Alla fine la mia fidanzata si decise, con mia delusione, per un paio di stivali bassi e comodi, dato che ne aveva bisogno mentre di scarpe alte ne aveva già diverse. Elisabetta, invece, ne scelse un paio ancor più sexy di quelle vetrina. Ammetto che non mi fu indifferente osservare l’amica che se le provava camminando sculettando nel negozio. Era in minigonna e calze e mi eccitai un po’ a guardarla.
Andarono alla cassa ed io feci il gesto galante di pagare per le scarpe della mia fidanzata. Fu a quel punto che lei, dopo avermi ringraziato, rivolgendosi a Elisabetta, disse sorridendo maliziosa:
“Senti, Ely, allora le tue le pago io. Devo ancora regalartene un paio per quella scommessa, e queste mi sembrano proprio adatte.”
Mi girai verso di loro, paonazzo, e guardai allibito Francesca che aveva l’aria di una che era appena stata beccata con le mani nella marmellata.
“Come sarebbe a dire, la scommessa?” dissi alterato.
Francesca cercò di calmarmi e poi mi trascinò fuori, Elisabetta si scusò con la commessa del negozio:
“Lo scusi, ha appena scoperto di avere un paio di corna.”
Eh, sì, ma per capire la mia reazione e questa frase di Elisabetta alla commessa bisogna conoscere un antefatto.
***
Era una sera di estate. Eravamo ad una festa in un locale sulla spiaggia. Io, Francesca e altri amici, tra cui ovviamente anche Elisabetta. Avevamo tutti dei mojito in mano e il tasso alcolico era già un po’ elevato. Ad un certo punto Elisabetta si rivolse a Francesca:
“Ma col tipo di ieri sera, poi?”
“Mah, niente, mi ha scritto ma non ho ancora risposto.” rispose lei con naturalezza.
“Che tipo?” intervenni io, insospettito.
“Ma niente, uno che ieri sera ci ha corteggiato, ci ha provato con noi.” disse Elisabetta.
(La sera prima erano uscite fra colleghe)
“Ci ha provato con tutte voi?”
“Sì, in realtà sembrava più interessato a Francesca, o forse lei è quella che gli ha dato più corda, ahahaha.”
“E’ vero?” chiesi alla mia ragazza un po’ innervosito.
“Ma no… abbiamo solo un po’ scherzato.” rispose lei.
“Sì, però lui ne voleva…” intervenne Elisabetta, con la lingua senza freni a causa dell’alcool.
“Ma no, dai, era solo così per fare un po’ il playboy con delle ragazze.” sminuì Francesca.
“Ma chi era? Lo conoscevate?” indagai io.
“Sì, lo conosciamo. Ci abbiamo avuto a che fare per lavoro, ha una azienda, è più vecchio di noi.”
“Ah, quindi anche uno coi soldi… è sposato?” commentai acido.
“No. Lo era. Si è appena separato.” rispose Elisabetta.
“Però ha già una fidanzata. Tra l’altro più giovane di noi e molto figa.” puntualizzò Francesca.
“Però ci prova con voi, anzi con te.” insistetti io.
“Ma sì, dai, ma è uno che ci prova con tutte, lo fa così per fare, per divertimento. Ma poi, scusa, mi hai sempre detto di non essere geloso.”
“Sì, è vero, però…” cercai di giustificarmi.
“Secondo me non stava facendo così per fare. Secondo me ne voleva.” intervenne inopportunamente Elisabetta che apparentemente si stava divertendo nel vederci litigare.
“Ma non è vero…” le rispose Francesca, “Secondo me parla parla ma se mi mostrassi disponibile si tirerebbe indietro, dai con la fidanzata che ha perché dovrebbe voler venire con me? E’ che è fatto così, è uno che deve sempre fare il galante con le donne.”
“Fidati di me.” replicò Elisabetta, “Lui con noi ha fatto un po’ il galante, ma a te ti voleva scopare, si vedeva.”
“Ma piantala!” provò a smentirla.
“Scommettiamo?” disse Elisabetta.
“Cosa vuol dire scommettiamo?”
“Se tu gli dici che ci stai e lui si tira indietro io ti regalo un paio di scarpe, se invece finite a letto insieme me lo regali tu.” propose la sua amica alla mia fidanzata.
“Scusate, io sono ancora qui, eh” provai ad interromperle visto che parlavano di un tradimento ai miei danni con me presente.
“Dai, lasciala perdere, è ubriaca.” provò a placarmi Francesca.
***
Fuori dal negozio stavo per dare in escandescenze. Francesca appariva mortificata, stava piangendo e non sapeva cosa dirmi. Elisabetta mi prese per un braccio e mi trascinò verso un bar.
“Vieni con me e calmati.” mi intimò.
Ci sedemmo ad un tavolino, io ero un po’ frastornato. Elisabetta mi prese la testa fra le mani.
“Allora. Fermati un attimo. Smetti di pensare e ascoltami. Io sono la sua amica, so tutto e quindi ti posso dire la verità. Ascoltami prima di reagire in un modo di cui potresti pentirti.”
“Ok.” dissi io rassegnato.
“Allora, sì, Francesca ti ha tradito. Lo ha fatto senza nessun motivo che coinvolge la vostra coppia. Ti ama, ti vuol bene e non le manca nulla nel vostro rapporto. E’ stato uno sfizio. Una cosa priva di significato. Mi ha sempre detto che tu non eri geloso, anche se ovviamente te lo ha tenuto nascosto. Ma lo ha fatto perché era una cosa poco importante. E’ stato solo un divertimento passeggero. Quindi se ora vuoi rovinare tutto tra voi trattala male e manda a fanculo la tua vita. Se invece vuoi continuare ad essere felice con lei perdonala e andate avanti.”
La fissai per qualche minuto. Lei intanto scriveva messaggi sul cellulare, probabilmente a Francesca per aggiornarla sulla situazione.
“Quante volte c’è stata con lui?” le chiesi.
Rifletté un attimo prima di rispondermi, ma poi credo scelse per essere sincera fino in fondo perché mentire avrebbe solo peggiorato le cose.
“Tre volte.”
“Perché?”
“Perché… lei si è sentita lusingata dal suo corteggiamento, si è sentita preferita ad una più giovane e bella, si è incuriosita, ha capito che lui non le interessava minimamente da nessun altro punto di vista, quindi non era uno che le avrebbe fatto sorgere qualche dubbio sul rapporto fra voi due. E quindi si è tolta uno sfizio. Invece di comprarsi un paio di scarpe…”
“Ha provato un altro cazzo…” conclusi io la frase, acidamente.
Elisabetta mi guardò con aria di rimprovero per la mia battuta, ma sotto sotto credo stesse sorridendo.
“Ora sei alterato, ma non fare cazzate. Riflettici. Lascia passare l’incazzatura e capirai che non è stato niente.”
Guardai fuori dalla vetrata del bar. Vidi Francesca dall’altro lato della strada con un’aria in pena e smarrita. Mi venne da sorridere. Avevo voglia di lei.
***
“No, quelle tienile.” le ordinai.
Si era spogliata davanti a me restando completamente nuda con soltanto un paio di scarpe addosso. Si muoveva sensuale ondeggiando i fianchi e roteando su se stessa. Io ero seduto sul letto con la schiena appoggiata al cuscino sulla testata.
Poi si mosse verso il letto concludendo l’avvicinamento a me camminando a gattoni sul materasso. Mi prese il cazzo in mano e se lo portò alla bocca. Era rimasta con il culo in alto e io glielo potevo ammirare riflesso nello specchio.
Mi fece un lungo pompino, bagnandomi il cazzo di saliva.
“Ce l’aveva più lungo del mio?” le chiesi.
Lei senza staccare la bocca dal cazzo mi guardò negli occhi e lentamente mosse la testa in un gesto che sembrava un annuire.
“Glielo hai succhiato così?”
Sembrò sorridere, pur avendo la bocca occupata.
“Ti sei fatta venire in bocca?”
Aumentò l’intensità del pompino, aiutandosi anche con le mani, una alla base dell’asta e l’altra a giocare con le palle. Mi fece schizzare, senza spostarsi. Poi si sollevò e tirò fuori la lingua, tutta impiastricciata di sborra. Sorrise e si sporse verso di me. Mi baciò in bocca. Sentii per la prima volta che gusto aveva lo sperma. Le nostre lingue si intrecciarono scambiandosi i nostri vari fluidi.
“Lo hai imparato da lui?”
Francesca si portò un dito sul labbro inferiore della bocca aperta e mi guardò inclinando lo sguardo, come chi viene colto nel fare qualcosa che non dovrebbe.
“Cos’altro ti ha insegnato?”
Si girò, allargò le gambe per metterle all’esterno delle mie e si sedette con il culo sul mio cazzo. Lo mosse su e giù, sfregando su di me e ondeggiando sensuale, e ben presto lo riportò alla sua durezza massima. Poi lo prese in mano e se le puntò tra le chiappe. Si abbassò ed io lo sentii insinuarsi in qualcosa di stretto, di caldo, di nuovo.
Cominciò a fare su e giù. Io guardai in basso, vidi il mio cazzo che usciva e rientrava nel suo buco del culo. Francesca iniziò a mugolare sempre più forte fino a gridare il suo orgasmo. Io schizzai dentro al suo culo mentre le afferravo i piedi per i tacchi di quel paio di scarpe da troia.