Sbattuta

Una donna si eccita per la presenza dei muratori fuori dalla sua finestra. Inizia ad immaginare e poi…

Stamattina avevo i muratori sulle impalcature fuori dalla finestra del bagno. Ho sentito i primi rumori mentre ero sotto la doccia. All’inizio non ci ho fatto molto caso, poi ho sentito anche le loro voci, proprio al di là del vetro, mentre io ero in accappatoio che mi asciugavo.

Sono rimasta nuda a parte le mutandine che ho indossato e intanto vedevo le loro ombre passare fuori dalla finestra. Ho iniziato ad eccitarmi, io ero lì, quasi nuda, a pochi metri da uomini sconosciuti. Ho iniziato a pensare se potessero vedermi se avessero guardato dentro. Probabilmente no. Dentro era buio, fuori c’era luce, e poi c’erano le tendine. Però anche solo l’idea era eccitante.

Ho iniziato a bagnarmi e a toccarmi. Mi sono tolta le mutandine per essere di nuovo completamente nuda. Li sentivo parlare e li sentivo battere. Quei colpi ritmati mi facevano immaginare di essere scopata, di essere sbattuta.

Ho spiato fuori, scostando appena la tenda. Ne ho visto uno pochi metri più in là. Era bello, giovane, con una maglietta sporca tesa dai suoi muscoli. Con due dita sul clitoride mi sono provocata il primo orgasmo.

Ma non è bastato. Continuavo ad essere eccitata. Ho tirato fuori tutti i miei sextoy, i cazzi finti, i vibratori. Mi sono masturbata immaginando di uscire dalla finestra così com’ero, nuda, e di presentarmi a loro. Ho pensato di essere scopata lì sull’impalcatura, in vista per chiunque.

Non ce la facevo più. Più mi toccavo e più ci pensavo e più mi eccitavo. Più sentivo la presenza dei muratori e più godevo.

Ero tentata di aprire le tende. Ero tentata di aprire la finestra. L’idea di farlo mi faceva impazzire e il godimento mi convinceva che avrei potuto. Mi sono infilata un cazzo finto nella figa. Poi mi sono infilata due dita in culo mentre con la faccia ero appoggiata al vetro della finestra, a bocca aperta mentre sbavavo.

Mi sono messa per terra, in ginocchio. Avevo un cazzo finto con la base a ventosa. L’ho attaccato al muro, proprio sotto la finestra, poi me lo sono infilata nel culo. Ad ogni colpo che veniva da fuori arretravo i fianchi per penetrarmi. Urlavo e gemevo e mi chiedevo se mi sentissero. Forse sì e questo mi faceva aumentare ancora il volume.

Ho perso il conto degli orgasmi. Sono finita stesa per terra. È stato quasi come se per un attimo io abbia perso i sensi. Poi sono stata risvegliata improvvisamente. Ho sentito suonare il campanello e bussare alla porta.

Senza ragionare troppo ho indossato al volo la vestaglietta di seta corta da casa e sono corsa alla porta. Ho guardato dallo spioncino. Erano due dei muratori. Ho sentito caldo tra le gambe. Senza pensarci ho aperto la porta. Ho notato le loro espressioni piacevolmente colpite dalla visione che avevano di fronte a loro. Ero scalza, con le gambe nude e mi tenevo con una mano la vestaglia chiusa. I loro sguardi mi hanno fatta sciogliere. Uno dei due era quello giovane che avevo visto prima.

“Ehm, scusi signorina, siamo i muratori che stanno lavorando qua fuori. Avremmo bisogno di verificare una cosa. È lei che ha le stanze che danno sull’esterno da quella parte?”

Io, imbambolata, ancora poco lucida, li feci entrare, risposi sì a tutte le loro domande non capendo che cosa mi stessero chiedendo. Li condussi dentro casa, si diressero proprio verso il bagno.

Vidi che si bloccarono appena entrati e in quel momento mi resi conto che sul pavimento del bagno c’erano le mie mutandine, l’accappatoio e soprattutto una serie di cazzi finti, vibratori, palline, plug, senza contare quel grosso cazzo con la ventosa che ancora faceva bella mostra di sé sotto la finestra.

Si girarono a guardarmi. Io sorrisi. Mi portai una mano alla bocca e l’altra la misi dietro la schiena. Così facendo non pensai che la vestaglietta si sarebbe aperta, lasciando intravedere la mia fichetta. O forse lo pensai e lo feci apposta.

“Allora le urla che sentivamo non erano uno che guardava un porno…” commentò il giovane.

Mi spogliai del tutto e sentire la vestaglia che scivolava lungo la mia schiena mi provocò un lieve orgasmo, coadiuvato dal vedere che loro si stavano slacciando la cintura e aprendo le patte dei pantaloni.

Mi sono inginocchiata. Mentre succhiavo il cazzo di uno segavo con la mano quell’altro. Il giovane ce l’aveva più lungo, il vecchio era più largo. Erano sporchi e io mi sentivo sporca ed eccitata.

Poi mi hanno preso a turno, da dietro, girata contro lo specchio del bagno, appoggiata al lavandino. Ad un certo punto uno dei due si spingeva dentro di me sincronizzato ai colpi dati da un suo collega la fuori. Dovette tapparmi la bocca con la mano per non farmi urlare troppo.

***

“E dove ti avrebbero scopata?” mi chiede mio marito interrompendo le spinte che mi sta dando.

“Qui, in bagno, esattamente come siamo noi ora.” gli rispondo.

“No. Dove, intendo, figa o culo?”

“Ah… figa, il giovane… il vecchio anche culo…”

“Porco! E tu l’hai preso?” mi chiede mentre esce dalla mia fichetta e, dopo essersi sputato sulla mano, mi stimola con le dita il buco del culo.

“Siiii….” mormoro io in risposta.

“Sei una troia…” mi dice spingendo la punta del cazzo nel mio ano.

“Sì, sono una gran puttana. La tua puttana.”

Mio marito mi sodomizza per qualche minuto. Io mi tocco la figa e mi reggo al lavandino. Poi il nostro sguardo si incrocia nello specchio.

“Quanto c’è di vero in questa storia e quanto ti sei inventata? Eh, troia?”

“Tu cosa preferisci?”

“Dimmi la verità, puttanella.”

Ci fissiamo negli occhi. Io sostengo il suo sguardo a lungo. Lui cerca di leggermi dentro. Io sorrido. Sembro un diavoletto malizioso. Lui capisce la verità e mi sborra in culo.

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