In un hotel c’è una cameriera ammirata da tutti gli uomini e anche da qualche donna, come la moglie del narratore che ha una idea per vivacizzare la vacanza.
La afferrai per le spalle e, usando quella finta forza di sopraffazione che ogni tanto usavo durante i nostri amplessi, la obbligai a girarsi in modo che fosse stesa a pancia in giù sul letto. Insinuai le ginocchia fra le sue gambe obbligandola ad allargarle. Con una mano le afferrai i capelli, tirandole la testa all’indietro. Il suo gemito e l’espressione a bocca aperta mi fece capire che stava gradendo il mio vigore. Con l’altra mano guidai il mio cazzo fra le sue gambe, intingendolo nella figa già abbondantemente umida e ancora sporca della mia venuta precedente. Dopo essermi assicurato di aver un minimo lubrificato il cazzo con i nostri umori, lo spostai un po’ più in alto, appoggiandone la punta all’entrata dell’ano. Le diedi un attimo per darmi modo di farmi capire se non avrebbe gradito quell’intrusione, ma percepii invece subito il suo rilassare i muscoli. Spinsi e la penetrai nel culo. Emise un lungo lamento di piacere. Entrai tutto e poi uscii quasi tutto. E poi di nuovo. E poi non mi trattenni più, cominciai a fotterla forte nel culo. Mia moglie ogni tanto gridava un sì, ogni tanto si rivolgeva ad un qualche dio.
Le schizzai nel culo una quantità di sborra inaspettata per essere già la seconda venuta della sera. Poi mi sfilai e rotolai al suo fianco nel letto, ansimante. Rimasi così per diversi minuti. Gli unici rumori nella stanza erano i nostri respiri. Poi riaprii gli occhi e girai la testa. Lei mi stava guardando. Stava sorridendo. Era la cosa più bella vedere che le era piaciuto. Però mi sorprese con la frase che disse:
“Pensavi a me o pensavi alla cameriera, mentre mi inculavi?”
Io feci un’espressione stupita, forse troppo stupita. Ed ero così stupito non tanto per la domanda che mi aveva fatto, ma perché ci aveva proprio azzeccato. Era vero che avevo per qualche istante pensato a quella a cui lei si riferiva. E lei lo aveva capito, tanto bene mi conosceva. E lei aveva anche sicuramente capito che il mio eccesivo stupore era dovuto al fatto che mi aveva letto nella mente.
La cameriera a cui faceva riferimento era quella che ci serviva le cene nell’hotel in cui stavamo passando una settimana in montagna. Era una ragazza molto bella, con un viso raffinato e perfetto ed un corpo voluttuoso, in particolare con un culo fantastico che si riusciva a notare nonostante l’abbigliamento di servizio non fosse particolarmente rivelatore. Io l’avevo notata subito ed evidentemente avevo fatto così fatica a staccare gli occhi di dosso dal suo culo che se ne era accorta anche mia moglie. Così come io mi ero accorto subito che tanti degli uomini della sala da pranzo dell’hotel erano rapiti da lei al mio stesso modo.
“Ho notato come la guardavi. Ho notato cosa le guardavi, soprattutto. Ti conosco. E il modo in cui mi hai preso è quello di quando ti dimentichi che sono tua moglie… o quello di quando stai pensando ad un’altra.”
“Scusami.”
“No, no. Mi piace quando fai così. Mi piace che ogni tanto mi tratti in maniera diversa. E poi sei giustificato. Ho visto anche io quanto fosse bella. Anzi ne ero rimasta quasi rapita anche io prima di accorgermi dell’effetto che aveva su di te.”
“Davvero?”
“Sì. Non so cos’ha quella ragazza. Non è solo bella, ma ha una forza attrattiva particolare e in modo totalmente naturale. Senza atteggiamenti o vestiti provocanti. L’ho visto, tutti gli uomini ne erano affascinati. E anche qualche donna.”
“Anche tu, quindi?”
“Anche io.”
“Ma nel senso…”
“Sì, in quel senso. Mi dici sempre quanto ti piacerebbe vedermi insieme ad una donna. Ecco, con una come lei forse potrei anche farlo…”
“Davvero?”
“Chi lo sa? Forse…” rise e fece un’espressione maliziosa.
Mi era tornato duro all’istante ad immaginare la scena. Scivolai in basso per andare a leccarle la figa. Venimmo di nuovo, lei grazie al mio cunnilingus ed io segandomi pensando che a farglielo fosse la cameriera, con me dietro che la inculavo.
***
Pensavo che quel discorso si sarebbe esaurito lì, o al massimo sarebbe risaltato fuori di nuovo durante il sesso fra noi, che in quei giorni, complice il clima di vacanza e il tempo a disposizione, era sicuramente molto più frequente del solito.
Invece notai con mia grande sorpresa che mia moglie tentò per lo meno di stabilire un rapporto con la cameriera. Sembrò cercare di farsela un po’ amica, parlandole durante le cene, ma fermandosi a chiacchierare con lei anche al di fuori di quei momenti, ogni volta che la incontrava nell’hotel.
Provai a capire che intenzioni avesse ma con me rimaneva sul vago. Diceva che non lo sapeva neanche lei, che probabilmente non sarebbe successo nulla.
***
L’ultima sera della vacanza ormai quasi non ci pensavo più. O meglio se anche ci pensavo la vedevo come una fantasia, dando per scontato che nulla sarebbe successo. Per cui anche quando mia moglie mi disse, tornati in stanza, che per quella sera aveva in mente di fare un gioco ero sicuro che riguardasse solo noi due.
Ben volentieri feci ciò che mi chiedeva. Mi fece spogliare e poi sedere su una poltroncina. Poi mi prese i polsi e me li legò insieme e alla poltrona usando il cordone dell’accappatoio. Ero così immobilizzato. Quindi lei iniziò un sensuale spogliarello con mio grande e ben visibile apprezzamento. Rimase in reggiseno, reggicalze, perizoma e scarpe col tacco. A quel punto, però, volle bendarmi. Non vedevo più nulla. Sentivo solo lei che mi sfiorava e mi parlava per mantenermi eccitato.
“Esprimi un desiderio.” mi sussurrò.
“Mmh… vorrei… vorrei farlo in tre. Io, te e la cameriera.”
“Quanto sei banale nei tuoi desideri.” disse in tono canzonatorio mentre mi slacciava la benda.
Quando tornai a vederci fui sorpreso nel vedere una terza persona nella stanza. Proprio lei, la cameriera, stesa già nuda sul nostro letto. Un corpo stupendo, formoso e curvilineo. Mi colpì anche il folto pelo nero che aveva fra le gambe. Lo trovai molto erotico, in contrasto con la figa depilata di mia moglie.
“Sono brava ad esaudire i tuoi desideri?” mi chiese mia moglie.
“Sì. Bravissima.”
“Però non è come tu ti aspetti. Non potrai fare quello che vuoi.”
“Farò tutto quello che volete.” dissi speranzoso.
“Ecco, bravo. Allora ti limiterai a guardare. Non voglio che tu vada con lei. Sono gelosa.”
“E… e quindi?”
“E quindi mi vedrai insieme ad una donna, come hai sempre voluto.”
Fu quasi una tortura di piacere assistere al rapporto lesbico tra mia moglie e quell’altra donna essendo immobilizzato sulla sedia. Non potevo neanche toccarmi e sfogare l’eccitazione che mi provocava quella visione.
Loro due iniziarono baciandosi, toccandosi, leccandosi ovunque. Poi pian piano aumentarono le stimolazioni reciproche e iniziarono ad usare, l’una sull’altra, i vari giocattoli erotici che ci eravamo portati dietro. Fu uno spettacolo incredibile. Non avrei mai immaginato di vedere mia moglie godere in quel modo fra le braccia di un’altra donna.
“Vi prego, non ce la faccio più.” dissi mentre loro ormai si stavano semplicemente coccolando dopo numerosi orgasmi.
“Va bene…” sospirò mia moglie dopo uno sguardo di intesa fra loro.
La cameriera mi slegò da dietro e mia moglie mi fece alzare in piedi e mi prese subito il cazzo in bocca. Subito dopo sentii il corpo dell’altra aderire alla mia schiena. Era morbido e caldo. Allungai le mai dietro per palparla un po’ ma lei subito si staccò. Poi sentii la sua lingua che scendeva lungo la mia spina dorsale, andando giù in fondo senza fermarsi.
“Oddio…” esclamai.
“Che c’è?” chiese mia moglie interrompendo il pompino.
“Mi sta… mi sta leccando il culo, il buco del culo…”
“È brava, vero? Hai visto prima che lo ha fatto anche a me.”
“Oh, sì… tu non me lo fai mai…”
“Ehi, non farmi essere gelosa di lei, eh? Che smettiamo subito.” disse minacciosa.
“No, no, scusa. Però ti prego, lasciamela toccare. Voglio almeno leccarla. Voglio quella figa pelosa.”
“Uhm… ok. Te lo concedo.”
La cameriera si stese sul letto a gambe aperte. Io tuffai il viso fra le sue cosce, restando appoggiato sulle ginocchia. Aveva una figa morbida, dolce e succosa.
Mia moglie intanto, punta forse sull’orgoglio, aveva iniziato a leccarmi lei il buco del culo, pratica che in effetti non mi aveva quasi mai fatto. Poco dopo però la cameriera mentre ansimava sotto i miei colpi di lingua prese in mano uno dei vibratori che avevano usato prima fra loro e lo passò a mia moglie.
“Usa questo.” le disse.
Io ero troppo concentrato su altro per chiedermi cosa intendesse ma un istante dopo sentii la punta fredda del sextoy premere contro il mio sfintere.
Fu così che spruzzai fuori tutta la sborra accumulata nella serata: con un cazzo vibrante piantato nel culo manovrato da mia moglie mentre leccavo la figa di una donna sensuale quasi sconosciuta.
Non so se fu per il ruolo non proprio da protagonista che avevo avuto nella serata, ma il mattino dopo, durante la colazione, ero sicuramente quello più in imbarazzo mentre lei e mia moglie si scambiavano occhiate complici come fossero amiche di lunga data.
Però mi sentivo superiore a tutti gli altri uomini presenti. Io almeno quella donna dietro cui tutti sbavavano l’avevo vista nuda, l’avevo vista e fatta godere. E nelle settimane successive avrei fatto di tutto per convincere mia moglie a tornare lì e a lasciare che me la scopassi anche io, nonostante la sua gelosia.