In vacanza

Una coppia decide di provare una cosa nuova in vacanza…

Era una delle prime sere. Eravamo a cena in un posto carino sulla riviera dove eravamo in vacanza. La mia ragazza, Sara, indossava un vestitino leggero fatto a canottiera con spalline sottili. Il suo seno lo teneva alzato. Era abbronzata, bellissima. Aveva i capelli sciolti, mossi, quasi come fossero spettinati e ancora bagnati dopo la giornata di mare. In realtà erano fatti così ad arte. La guardavo e bastava il suo sorriso per eccitarmi.

Aveva un bicchiere in mano, con dentro ancora un po’ di vino bianco frizzante. Lo roteava e un po’ ci giocava. Mi guardava con aria maliziosa.

“Cosa stai pensando?” le chiesi sperando in una risposta intrigante da parte sua.

Alzò gli occhi al cielo, pensierosa, e fece una smorfia con la bocca.

“Ma… niente… pensavo a come rendere questa vacanza ancora più piccante.”

“Ah, interessante. E cosa avevi in mente?”

“Non so, potremmo fare qualcosa che non abbiamo mai fatto, qualcosa di trasgressivo…”

Il mio cazzo, già barzotto, si indurì del tutto.

“Sai, io pensavo dopo di fare una passeggiata in spiaggia e lì, nel buio, magari potremmo fare qualcosa…” provai a proporre l’idea che effettivamente già avevo.

Lei fece un broncio con la bocca.

“Uhm, no, io veramente pensavo a qualcosa di più.”

“Qualcosa di più? Cioè?”

Si guardò attorno. Sembrava sia imbarazzata che eccitata.

“Non so… un po’ mi vergogno a dirtelo… non vorrei che lo prendessi male…”

“Ma figurati! Lo sai che io per fare queste cose sono sempre disponibile…” ero stupito, sembrava avere in mente qualcosa di veramente trasgressivo.

“Sì, ma forse quello a cui stavo pensando è un po’ troppo…”

“Dai prova a dirmelo.”

“Hai presente quelle cose che ogni tanto capita di dirci mentre facciamo sesso… quelle fantasie che si dicono al culmine dell’eccitazione…”

“Sì, ma tipo quali?”

Sara abbassò lo sguardo. Aveva le mani sotto al tavolo, probabilmente stava giocando con l’orlo della gonnellina come faceva spesso. Disse qualcosa ad un tono di voce basso, tanto che glielo feci ripetere.

“Tipo farlo con un altro…”

Alzò lo sguardo per cogliere la mia espressione a questa sua proposta. Ero stupito, sicuramente, ma non l’avevo presa male. In fondo era una fantasia che le avevo detto qualche volta.

“Ma, cioè… intendi farlo in tre, io te e un altro?”

“Più o meno…”

“E come facciamo? Con chi?”

Lei mi prese la mano da sopra al tavolo. Sembrava sollevata dalla mia reazione e probabilmente aveva già fatto dei suoi ragionamenti.

“Ci ho pensato. Andare da uno a proporgli una cosa del genere è impossibile. Io non ce la farei, non so tu. E più che altro non sapremmo con chi abbiamo a che fare. Probabilmente, se è un uomo etero, accetterebbe anche ma magari non sa comportarsi… insomma è un casino.”

“Chiunque ti vede, se è etero, accetta di sicuro di fare sesso con te.” dissi io per farle un complimento ma anche per dire una ovvietà. “E quindi come possiamo fare? Non conosciamo nessuno qui. Possiamo provare a fare qualche amicizia ma ormai non mancano molti giorni alla fine della vacanza.”

“Ho pensato…” e dicendo così si piegò in avanti con aria cospiratoria, “… che potremmo provare a guardare su qualche sito di annunci.”

“Un sito di annunci? Ti fideresti di un sito di annunci?”

“Beh, così possiamo scremare subito scegliendo quelli che ci ispirano, sappiamo come sono e un po’ come si presentano. Poi se scegliamo qualcuno che ha un po’ di esperienza in queste cose saprà comportarsi in modo adeguato.”

La guardai un po’ dubbioso.

“Proviamo a guardare, al massimo non troviamo nessuno.” insistette lei per convincermi.

Finita la cena io le proposi la passeggiata in riva al mare. Speravo in un pompino tra i lettini o se la situazione l’avesse consentito anche qualcosa in più. Ma lei si rifiutò. Voleva tornare subito in camera, voleva prendere il computer e fare le ricerche sui siti di annunci. Era esaltata all’idea. Non potevo certo non sfruttare questa sua convinzione e rinunciai così al possibile pompino.

All’inizio la ricerca dei possibili candidati fu un po’ esilarante. Trovammo tipi improponibili e ridemmo alle loro spalle, anzi alle loro palle. Avevamo ovviamente ristretto la ricerca in un raggio di non troppi chilometri da dove eravamo in vacanza.

Sul quel sito gli uomini singoli che si proponevano alle coppie erano veramente tanti e dopo un po’ qualcuno di decente lo avevamo selezionato, ma nessuno che ci convincesse del tutto. Io proposi di scrivere ad alcuni per vedere che impressione ci facevano parlandoci, ma Sara non era convinta, diceva che nessuno a pelle la ispirava e per una cosa del genere doveva esserci già di partenza una forte attrazione.

“Prova questo.” mi disse ad un certo punto indicandomi una foto da cliccare. A differenza di molti altri come prima foto di presentazione era in giacca e cravatta mentre la gran parte si mostrava subito con una foto del cazzo in tiro.

La cosa che ci colpì aprendo il profilo di quest’uomo era che dentro aveva delle foto in cui si vedeva il suo cazzo e il suo fisico nudo ed era decisamente meglio di quasi tutti gli altri.

“Strano che questo con il corpo che ha si mostri vestito nella prima foto.” dissi io esprimendo la sorpresa di entrambi.

“Mi piace.” disse lei, “Significa che sa il fatto suo. Non ha bisogno di attirare con foto esplicite. È più raffinato degli altri.”

Leggemmo la sua presentazione. Poi Sara volle riguardare tutte le foto. Si soffermò molto sulla foto del suo cazzo. Era a fianco a me e sembrava un bambino di fronte ad una vetrina di una pasticceria. Stava sgolosando e sbavando davanti a quel membro maschile perfetto.

“È un po’ vecchio. Ha più di 40 anni.” dissi io per sminuirlo un po’, stavo percependo una certa gelosia, quest’uomo sembrava troppo bello per essere vero e mi sentivo un po’ in competizione con lui.

“Forse è meglio.” disse lei. “Ha più esperienza. Noi non ne abbiamo in queste cose. Uno che ci sa guidare forse è quello che ci serve. E poi se le foto sono vere direi che non ha nulla da invidiare a un ventenne.”

“Sei sicura? E se…” non sapevo bene come oppormi arrivati a quel punto. In realtà non volevo veramente oppormi ma mi era venuto un po’ di timore che stessimo facendo una cazzata.

“Dai, scriviamogli.”

Gli mandammo un messaggio spiegando che eravamo una coppia intorno ai 25 anni, senza esperienze di questo tipo ed eravamo in vacanza vicino a dove stava lui. Avevamo intenzione di sperimentare qualcosa di nuovo, coinvolgendo una terza persona insieme a noi.

Dopo aver inviato il messaggio Sara era euforica. Finimmo all’istante a letto a scopare. Raramente l’avevo vista così eccitata. La feci godere innumerevoli volte, mentre lei provava a immaginare cosa sarebbe potuto succedere con quell’uomo.

Ci rispose a notte fonda, e noi lo leggemmo il mattino dopo, scusandosi per il fatto che era stato impegnato con un’altra coppia quella sera. Ci propose un incontro conoscitivo, in un bar del viale principale, così, disse lui, avremmo capito sia noi che lui, se ciascuno faceva al caso degli altri.

Durante la giornata Sara era costantemente nervosa e impaziente. Tornati dalla spiaggia stette tanto tempo in bagno. Si ripassò il rasoio in tutto il corpo, assicurandosi di avere la figa completamente liscia, poi si spalmò varie creme, si profumò e si vesti in maniera super provocante.

“Guarda che non credo che stasera succederà qualcosa.” provai a placarla io, per evitarle una eventuale delusione. “Probabilmente ci conosceremo ma poi ci dovremo pensare, dovremo organizzare la cosa.”

“Non si sa mai.” mi rispose lei facendomi una linguaccia.

Si presentò puntualissimo. Noi, per l’agitazione, eravamo arrivati con mezz’ora di anticipo. Era un uomo elegante e galante. Ci mise a nostro agio. Ordinammo da bere.

“Innanzitutto complimenti. Siete una bellissima coppia e tu, Sara, sei meravigliosa.”

“Grazie.” rispondemmo in coro.

“Spiegatemi cosa avevate in mente.”

Noi, interrompendoci l’un l’altra, abbozzammo le nostre idee. Lui ci ascoltò senza tradire emozioni o reazioni. Ci fece varie domande, per capire che tipi eravamo e che rapporto c’era fra di noi. Quando finimmo prese lui la parola.

“Bene, se mi permettete vi dico quello che dovremmo fare secondo me.” noi annuimmo, pendendo quasi dalle sue labbra. “Non credo sia una buona idea fare quello che voi chiamate sesso a tre, cioè con Sara al centro delle attenzioni di noi due. O almeno non è quello che vi conviene fare con me.”

Percepii una espressione di delusione negli occhi di Sara.

“Siete troppo inesperti e tu…” disse rivolgendosi a me, “non sei compatibile con me per condividere la stessa donna.”

Qui Sara credo che ebbe un piccolo moto di rabbia nei miei confronti, sembrava che la colpa fosse mia.

“Invece se volete fare qualcosa con me ecco cosa dovremmo fare…”

Sara sorrise di nuovo.

“… io sono un tipo piuttosto deciso. Dominante mi definirebbe qualcuno. E per scopare una donna insieme ad un altro bisogna che quest’altro sia simile a me, altrimenti io prendo il sopravvento. E tu non mi sembri il tipo da quel che avete detto. Ma secondo me sei adatto a rimanere in disparte mentre io scopo Sara davanti a te. Come prima esperienza con un terzo secondo me vi sarebbe anche più congeniale.”

Rimasi un po’ senza parole. Ero partito con l’idea di fare sesso a tre con la mia ragazza, una fantasia che avevo da tempo e purtroppo l’occasione che sembravamo aver trovato stava svanendo.

“Pensateci. Non c’è bisogno che mi rispondiate subito. Il mio contatto ce l’avete. Se vi va mi chiamate e ci organizziamo.”

Io mi alzai facendo cenno a Sara di andare. Mi dispiaceva molto anche per lei che la cosa non era andata in porto. Stavo per salutare quando lei mi agguantò un braccio.

“Aspetta.” disse trafelata e poi subito aggiunse: “Io ci sto. Facciamolo. Stasera.”

La guardai stupito e anche un po’ contrariato. Avremmo dovuto comunque deciderlo insieme. Lei sorrideva e aveva una espressione implorante.

“Ti prego.” mi disse. L’uomo ci guardava entrambi e sorrideva sotto i baffi.

Ci allontanammo dal bar. Sara mano nella mano con lui. Io due passi dietro. Salimmo in camera nostra. Io alla reception dell’hotel mi vergognai pensando che potessero intuire il motivo per cui stavamo salendo in camera con un uomo.

“Tu siediti là.” fece con me indicandomi una sedia. “E tu spogliati.” ordinò a Sara che iniziò un sensuale spogliarello per noi due, ma rivolta soltanto verso di lui.

“Sei stupenda. Hai un corpo fantastico. I tacchi tienili.” commentò lui. “Vieni qui, inginocchiati e slacciami i pantaloni.”

La mia ragazza obbedì ad ogni suo ordine e tirò fuori un cazzo maestoso come quello che avevamo visto in foto. La vidi aprire la bocca e cominciare a leccarlo con golosità. Ad un certo punto sembrò ricordarsi di me e girò un po’ la testa per cercarmi con lo sguardo. Sembrava volermi far vedere quanto era troia. Il mio cazzo reagì indurendosi tanto da farmi male. La situazione mi stava piacendo.

La osservai mentre sembrava voler dimostrare tutte le sue abilità di pompinara. Stava dando il suo meglio per compiacere il suo amante che la ricompensava commentando ad alta voce le sue abilità e apostrofandola con parole volgari.

“La tua ragazza adora succhiare il cazzo. Lo sapevi?” disse rivolto a me, insinuando, e forse non sbagliando di molto, che un trattamento così accurato a me non lo riservasse tanto di frequente.

Sara era eccitata a sentire come parlavamo di lei. Si vedeva. Si stava toccando.

Dopo alcuni minuti lui la afferrò per i capelli tirandole indietro la testa.

“Basta. L’ha succhiato abbastanza. È ora di fare altro.” disse lui autoritario.

“Sì. Fammelo sentire dentro. Lo voglio dentro di me.” mormorò lei con voce arrapante.

“Adesso te lo faccio sentire, troietta. Ma prima dì al tuo ragazzo di farsi un po’ avanti.”

Io mi avvicinai.

“Avvicina il cazzo.” disse lui e mise a confronto i nostri membri. “Uhm. Credo sia il caso che io resti seduto sul letto e tu vienimi sopra. Non sei abituata ad un cazzo così grande. Se sei tu ad impalarti controlli meglio. Poi dopo quando hai preso le misure ti sbatto come si deve in tutte le posizioni.”

Si divertiva ad umiliarmi. E io, inaspettatamente, gradivo quella umiliazione. A quanto pare anche Sara ne era divertita.

La osservai scendere su quel cazzo e infilarselo dentro senza troppe difficoltà. Era molto eccitata e scivolosa. Ebbe alcuni orgasmi e li urlo tutti a piena voce.

“Era questo che volevi?” chiese lui. “Farti scopare da un vero uomo davanti al tuo ragazzo? Sentire un cazzo enorme dentro la tua figa?”

Lei urlò diversi sì, non so se come risposta alle sue provocazioni o semplicemente per il piacere che stava provando.

Poi fu il momento in cui lui prese il sopravvento. La rigirò, la sbattè sul letto e la penetrò in varie posizione senza darle tregua e senza risparmiare affondi vigorosi. In quel momento capii che sarebbe stato inutile scoparla in due insieme a lui. Io sarei stato estromesso subito, non avrei retto quel ritmo.

Ad un certo punto la stava scopando a pecorina da dietro e si fermò improvvisamente, con il cazzo fuori ma puntato su di lei.

“Dimmelo. Chiedimelo. Oppure resto fuori. Se non mi implori non mi muovo.” fece lui rivolto a lei.

“Dai. Mettimelo dentro. Ti prego.” piagnucolò Sara.

“No, chiedimelo come si deve. Fallo capire anche al tuo ragazzo cosa vuoi.”

“Me… mettimelo… nel… culo.”

“Cazzo…” mormorai io.

Fu diverso dalla sodomia che praticavamo saltuariamente. Io con lei ero dolce, mi assicuravo che fosse tutto a posto, entravo delicatamente e mi muovevo con accortezza. Lui invece fu tutto il contrario. L’esito però non sembrò diverso, anzi, e lei raggiunse diversi orgasmi anali.

Poi lui, senza toglierle il cazzo dal culo, le infilò due dita in figa e le mosse velocemente dentro e fuori. Improvvisamente da lei uscirono diversi schizzi liquidi. Aveva squirtato. Non glielo avevo mai visto fare.

Scoparono ancora a lungo. Lui se ne andò a notte inoltrata. Lei era stata esausta sul letto forse anche già mezza addormentata. Lui scambiò qualche parola con me. Mi disse di stare tranquillo, che il nostro rapporto aveva fatto quella sera un salto di qualità e da quel momento in avanti sarebbe andata sempre meglio. Io lo ringraziai anche se mi sentii un po’ patetico nel farlo. Poi lui uscì dalla camera e in quel momento lei si destò di colpo e, nuda com’era, lo rincorse fuori. Li seguii e la vidi che, in mezzo al corridoio dell’hotel, gli era saltata al collo e gli stava dicendo qualcosa. Lui come risposta le piantò di nuovo le dita nella figa e le provocò un veloce orgasmo, dopo il quale lei si accasciò e lui se ne andò definitivamente.

“Cosa gli hai detto?” le chiesi mentre rientrava in stanza.

“Gli ho chiesto se c’è anche le prossime sere.” mi rispose.

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