X

Una coppia di amanti ad un club privé, in un gioco insolito e non previsto.

Quando mi sono trovato l’amante pensavo di aver trovato una donna con cui semplicemente divertirmi un po’ e, perché no, fare anche qualche gioco che con la propria moglie non si fa, un po’ per pudore un po’ per sua ritrosia.

Invece ho trovato una donna, Laura, che addirittura si diverte a sfidare le mie voglie e mi propone sempre qualcosa di nuovo, di più audace e di più trasgressivo.

Di esperienze ne abbiamo fatte tante ma quella sera che avevamo deciso di andare al club privé ancora non sapevo cosa mi aspettava. Non lo sapeva neanche Laura, in realtà, perché è una a cui piace improvvisare.

Laura ha più di cinquant’anni e un matrimonio ormai solo di convenienza e una sessualità in esplosione da qualche anno.

Io ho più di dieci anni in meno di lei. Sono un tipo che si tiene in forma e ho un corpo atletico che Laura non smette mai di adulare e apprezzare.

Eravamo dunque dentro al club. Già avevamo fatto una scopata in mezzo a tanta altra gente. Lei aveva succhiato il cazzo a uno mentre mi cavalcava, io avevo dato il cambio ad un uomo che scopava la sua compagna a pecorina. Poi avevamo deciso di cambiare ambiente, di cercare qualcos’altro.

Siamo passati in un corridoio dove c’era una nicchia e in fondo ad essa una struttura ad X con delle cinghie. Era un attrezzo per il BDSM o qualcosa del genere, a cui uno poteva essere legato. Laura si fermò e lo guardò. Pensai che volesse essere legata, l’idea non mi sarebbe dispiaciuta anche se non ero pratico di quei giochi.

Invece mi sorprese, come sempre.

“Ti va se ti lego a quell’affare?” mi chiese con la sua solita aria perversa.

“In che senso?” domandai io con una domanda che di suo di senso ne aveva poco.

“Così. Ti lego e gioco un po’ con te.”

Io ero titubante. Sinceramente non era una cosa che mi attirava particolarmente, in generale preferivo sempre che tutti avessero le mani libere, mi sembrava più divertente. Al massimo si poteva giocare dicendo all’altro di stare fermo e di non far niente e in quel caso parte del divertimento era il dover resistere pur potendo fare tutto quello che si voleva. Se uno era legato mancava il brivido del doversi controllare.

Però ormai avevo capito che se Laura mi proponeva qualcosa facevo bene ad accettare, ne avrei come sempre goduto.

Andai allora verso la grande X e mi posizionai in modo che mi potesse bloccare polsi e caviglie.

“No aspetta. Spogliati nudo.”

“Ma… non puoi semplicemente abbassarmi i pantaloni?”

“No.” disse perentoria ed io dovevo obbedire per cui mi denudai.

“Non così. Girati.” mi ordinò poi.

Io la guardai strano. Pensavo che volesse farmi un pompino o volesse scoparmi mentre io ero bloccato, ma se mi voleva girato…

“Che intenzioni hai?” chiesi sospettoso.

“Tu fallo e basta. Fidati.” non ammetteva repliche.

Mi ritrovai così nudo, ammanettato ai polsi e alle caviglie, in un posto in cui poteva passare chiunque. Un po’ provavo imbarazzo ad essere così esposto e così indifeso. Ma questo imbarazzo, grazie al fatto che era guidato da Laura, mi stava eccitando. Probabilmente cominciai a capire il suo gioco.

Lei cominciò ad accarezzarmi il culo. Andava pazza per il mio culo, mi diceva sempre che per essere un uomo avevo un culo bellissimo. Poi si inginocchio per leccarmelo e intanto giocava con il mio cazzo.

L’imbarazzo salì, e con esso l’eccitazione, nel momento in cui mi accorsi che si stava formando un piccolo pubblico che osservava i nostri giochi.

Anche Laura se ne accorse e tolse la faccia dalle mie chiappe.

“Vi piace? È bello vero? Avete visto che culo che ha?” chiese ad alta voce dandomi una piccola sculacciata.

“C’è qualcuna che lo vuole toccare? Che glielo vuole leccare?” domandò poi subito dopo.

“Oddio…” mormorai io ma non credo mi sentì.

“Dai, cara, perché non vai?” sentii un uomo sussurrare e poco dopo senti un’altra mano che mi accarezzava la schiena e le chiappe.

Io provavo a girare la testa ma non avevo un gran visuale. Vedevo un po’ Laura e capii che si stava baciando con quest’altra donna.

“Brava. Toccalo. Hai sentito che chiappe che ha? Perché non glielo lecchi? Gli piace un sacco.” le suggerì.

Immediatamente dopo sentii una lingua giocare col mio ano e lascia andare un mugolio di approvazione. Dalla gente attorno udii qualche parola di approvazione per lei.

“Sai chi è?” mi venne a dire Laura nell’orecchio. “È quella signora di quella coppia distinta che abbiamo visto prima all’ingresso. L’avresti mai detto che una così ti avrebbe leccato il culo? È brava? Ti piace?”

Poi si rivolse di nuovo agli astanti:

“Tua moglie deve essere bravissima a infilare la lingua nel culo. Dovreste sentire quanto gli è venuto duro il cazzo! Volete sentirlo?”

Poco dopo comparve una figura al mio fianco. Una ragazza un po’ in carne che mi guardò con un sorriso a trentadue denti e allungò la mano per sentirmi il cazzo.

“Che bel cazzo che hai.” commentò.

Poi la donna smise di leccarmi il culo e tornò dal marito che la elogiò con epiteti volgari.

“Qualcun’altra vuole giocare un po’ col suo culo?” esclamò Laura mentre me lo palpava vigorosamente.

“Possiamo sculacciarlo?” disse una voce femminile.

“Certo, venite avanti.” fece Laura col suo fare da conduttrice.

Cominciai a ricevere delle sculacciate, forti ma non troppo. Da un lato provenivano da una mano femminile mentre dall’altro indubitabilmente da una maschile. Erano dunque una coppia. Ridevano e si divertivano. La gente commentava. Io sprofondavo in un imbarazzo sempre più arrapante.

Fino a quando dall’imbarazzo passai alla paura sentendo l’ultima trovata di Laura.

“Bene, ora il gran finale. Per questo mi serve un ometto. Su qualcuno si faccia avanti. Nessuno vuole infilare il suo cazzo in questo bel culetto?” sottolineò l’ultima parola dandomi l’ennesimo schiaffo sulle chiappe e poi infilandomi a sorpresa un dito ben lubrificato nel culo.

“No, aspetta, che cazzo dici?” provai a protestare io.

“Sssh.” mi zittì. “Dai, che problema c’è. Ti piace quando ti infilo i miei cazzi finti.”

“Sì ma quelli sono finti…”

“E allora? Veri sono ancora meglio, fidati.”

“Ok ma… qui davanti a tutti?”

“Ah, è quello il problema? Ti vergogni di farti inculare davanti a tutti? Ti vergogni perché vedranno che ti piace?”

Non seppi cosa rispondere. Non riuscivo mai a tenere testa a Laura.

“Su, forza, un volontario? Dopo se vedo che è bravo a inculare mi faccio inculare da lui anche io… Ecco! Ci voleva tanto? Bravo.”

Dopo poco sentii un corpo aderire al mio. Il suo cazzo duro si appoggiò all’incavo delle mie natiche e il suo petto alla mia schiena. Mi prese la faccia con una mano e me la tirò all’indietro.

“Adesso ti inculo, frocetto.” mi disse nell’orecchio. Era un ragazzo abbastanza giovane. Il suo corpo era glabro e muscoloso. Il suo cazzo durissimo e apparentemente di più che discrete dimensioni.

Mi inculò, senza tanti preamboli, facendomi un po’ male all’inizio ma poi, quando prese il ritmo ed io mi abituai alla sua presenza mi fece godere. Urlai il mio piacere davanti a tutti, sentendomi posseduto. Laura mi parlava nell’orecchio. Capivo la metà delle cose che diceva ma erano tutti complimenti su quanto fossi bello e porco a farmi inculare davanti a tutti.

Quando io sborrai Laura gli fece i complimenti e disse che si era guadagnato una scopata con lei.

“Ehi, aspetta dove vai? E io?” le dissi mentre sembrava che lei si allontanasse con lui.

“Tu resti qua. Torno dopo a prenderti.” mi rispose con tutta la naturalezza del mondo. “E voi, se volete continuate pure a giocare con lui, usatelo come volete.” aggiunse rivolgendosi a tutti gli altri.

“Ehi, no! Aspetta!” gridai io invano.

I primi a rompere il ghiaccio fu la coppia con la signora distinta che già mi aveva leccato il culo. Lei si mise a segarmi, risvegliando subito il cazzo che aveva appena sborrato, mentre il marito prese il posto del ragazzo, inculandomi a sua volta.

Poi anche la ragazza in carne tornò alla carica. Mi segò con una mano e mi infilò le dita nel culo con l’altra. Mi disse che ero bello. Voleva scopare con me. Mi avrebbe anche liberato, ma era troppo bello vedere che tutti mi usavano.

Poi ci fu qualcun altro ma dopo un po’ l’interesse per me scemò e la gente andò altrove. A fine serata Laura mi venne a prendere. Era tutta spettinata e sconvolta.

“Non sai con quanti ho scopato!” disse mentre mi liberava.

Tornammo verso casa. Io guidavo in silenzio. All’apparenza sembravo contrariato.

“Dai puoi dirmelo.” disse lei con il suo solito tono canzonatorio.

“Cosa?”

“Puoi dirmi ‘grazie’ per la serata fantastica che ti ho fatto fare.”

Io restai con lo sguardo fisso sulla strada. Con espressione seria.

“Non è così?” chiese lei stuzzicandomi.

Arrivai sotto casa sua, lei scese, si incamminò verso la porta.

“Ah, Laura!” le urlai io fermandola. Lei tornò indietro ancheggiando, si chinò dentro al finestrino come fosse una prostituta di strada e disse, con tono sornione:

“Siiiiì?”

“Grazie.” bofonchiai io.

Lei mi mandò un bacio e sculettando andò verso casa.

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