C’è di mezzo il mare (tra il dire e il fare)

Una coppia è abituata a raccontarsi fantasie durante il sesso, ma non è abituata a metterle in pratica, fino a quando lei prende l’iniziativa.

Mi risvegliai da un pisolino pomeridiano. Mia moglie non c’era, probabilmente era già scesa in spiaggia. Mi preparai e la raggiunsi. Arrivando notai che era seduta sul lettino sotto l’ombrellone e a fianco a lei c’era un uomo. Stavano parlando. Non avevo idea di chi fosse.

“Ciao.” dissi arrivando e sedendomi sull’altro lettino. Guardai lui e lei con aria interrogativa.

“Ah, ciao amore.” mi rispose lei.

Ci fu un attimo di silenzio e smarrimento mentre noi tre ci scambiavamo sguardi.

“Ah, lui è Giacomo e lui è mio marito.” disse poi lei ed io allungai verso di lui la mano per stringerla. Pur conoscendone il nome, però, ancora non capivo chi fosse, perché fosse seduto vicino a lei sul nostro lettino. All’apparenza era più giovane di noi ed aveva un fisico quasi da palestrato. Era un bel ragazzo.

“Ok. Giacomo che è…” mi rivolsi a mia moglie lasciando in sospeso la frase in modo che lei la completasse.

“Ehm… è anche lui italiano, è qui in vacanza con degli amici.” rispose non dandomi però spiegazioni su cosa ci facesse lì.

“Mh. Ok.” risposi non troppo convinto. Mi sedetti sull’altro lettino e mi spogliai rimanendo in costume.

Lui e mia moglie ricominciarono a chiacchierare, evidentemente da dove li avevo interrotti. Ascoltai i primi scambi di battute e parlavano di se stessi, di informazioni personali. In pratica la conversazione di due persone che si stavano conoscendo.

Mia moglie appariva strana. Sembrava un po’ nervosa e un po’ euforica. Rideva spesso, faceva gesti insoliti. L’impressione è che stesse flirtando, che stesse mandando segnali di disponibilità. Quello che poteva essere un mio dubbio ed una mia errata interpretazione della situazione diventò una certezza quando la vidi toccare e mettere, più volte, in modo apparentemente casuale e distratto, la sua mano sopra la coscia muscolosa del ragazzo.

Mi domandai che intenzioni avesse, cosa stesse facendo con quello sconosciuto, e perché sembrasse indifferente alla mia presenza.

Dopo qualche minuto di conversazione lei si girò verso di me. La sua mano si era definitivamente appoggiata alla coscia di lui, tra l’altro molto più vicina all’inguine che al ginocchio. Lui sorrideva soddisfatto.

“Amore, hai visto che carino che è Giacomo?”

A questa domanda io corrucciai la fronte, stupito e anche un po’ infastidito dalla situazione.

“Dai, amore, ne abbiamo parlato tante volte…” continuò lei guardandomi in modo tenero e malizioso. Io scossi la testa, come per intendere che non stessi capendo, anche se probabilmente stavo solo rifiutando ciò che in realtà avevo già compreso.

“Ne abbiamo parlato anche ieri sera… mentre facevamo l’amore…”

Se avevo ancora qualche dubbio quel riferimento me lo fece svanire. Mi colpì il termine che usò (fare l’amore) che in realtà fra noi non usavamo da anni, preferendo terminologie più grevi. Ma tutto aveva un senso in quel momento. E il senso era il contrasto tra il rapporto fra di noi, di amore, e le cose che ci eravamo detti, come facevamo spesso, durante l’amplesso.

Ero stato io, la sera prima, a tirare fuori il discorso. A parlarle mentre la scopavo evocando una delle nostre fantasie ricorrenti, quella in cui lo facevamo in tre. Mia moglie mi era sembrata particolarmente partecipe della cosa, più coinvolta del solito, più eccitata dalla prospettiva. Evidentemente l’aria della vacanza la spingeva ad osare di più e le era venuta la folle idea di mettere in pratica la fantasia erotica.

Non sapevo cosa risponderle. Sinceramente non sapevo cosa fare, cosa dire, come muovermi. Era una mia grande fantasia ma l’essere improvvisamente di fronte alla prospettiva concreta che si realizzasse mi stava bloccando. Poi vidi la mano di lei che lentamente scivolò sopra al costume di lui, palpandolo in modo discreto. Notai che il suo rigonfiamento aumentò e di rimando sentii che anche dentro al mio costume c’era qualcosa che premeva per liberarsi.

“Non vi sembra ancora troppo caldo in spiaggia? Nel nostro appartamentino si sta più freschi. Magari tornerei più tardi in spiaggia.” mia moglie si alzò, trasformando quel suo suggerimento in un ordine per noi due.

Avevamo un appartamentino a pochi metri dalla spiaggia. Si trattava solo di risalire un po’ la scogliera lungo il sentiero. Mia moglie mi precedette tenendo per mano il ragazzo. Salimmo su in costume, senza rivestirci. In quel momento io pensai alle persone in spiaggia che, seppur non conoscendoci ma avendoci visto lì già da qualche giorno, stavano assistendo alla scena. Ragionai su come poteva essere interpretata da un osservatore esterno e non mi vennero in mente tante possibilità diverse da quella dell’apparire come una coppia che si stava portando a letto un ragazzo sconosciuto. Questa considerazione contribuì alla mia eccitazione. Feci tutta la strada verso casa con il cazzo duro tenuto faticosamente a bada dal costume mentre guardavo mia moglie sculettare davanti a me avvinghiata a quel bel ragazzo.

Entrati in casa ci fu un altro momento un po’ di imbarazzo. Nessuno sapeva come comportarsi. Io ero paralizzato dall’emozione, Giacomo probabilmente non osava fare mosse che magari non avremmo gradito e mia moglie, spigliata fino a quel momento, forse ebbe un attimo di esitazione anche lei. Ma poi la risolse, brillantemente.

“Hai sete, Giacomo?” gli chiese.

“Ah, sì, grazie.”

“Amore,” disse rivolta a me “ci prepari da bere?”

Andai nel cucinotto e aprii il frigo per vedere se avevamo qualcosa che non fosse semplice acqua. Tirai fuori un paio di birre. Le versai in tre bicchieri che misi su un vassoio e poi tornai di là. Mia moglie e il ragazzo non c’erano più ma sentii rumori provenire dalla camera da letto. Ci andai e per poco non mi cadde di mano il vassoio per la visione che avevo davanti.

Il ragazzo era seduto sul letto, a gambe larghe. Mia moglie era inginocchiata per terra fra le sue gambe. Erano entrambi completamente nudi. La testa di mia moglie faceva su e giù lungo il cazzo.

Imbambolato mi avvicinai. Allungai il vassoio verso di lui che, ringraziando con un cenno, prese un bicchiere e diede un sorso, restituendomelo subito dopo. Io stupidamente avvicinai il vassoio verso mia moglie che, con un gesto rapido della mano mi scacciò via. Andai così ad appoggiare il vassoio sul comodino. Diedi un lungo sorso alla mia birra, mi feci coraggio, e tornai verso i due, spogliandomi.

Aveva un bel cazzo e mia moglie si stava impegnando in un pompino magistrale. Quando fui a fianco a lei mi venne spontaneo accarezzarle la testa. Lei si sollevò e interruppe il pompino, continuando a stimolarlo con la mano.

“Prendi i preservativi.” mi ordinò indicando il comodino.

Giacomo intanto si era parzialmente steso sul letto, rimanendo appoggiato sui gomiti. Il suo cazzo svettava tenuto verso l’alto dalla mano di mia moglie che intanto si stava sgrillettando con l’altra.

“Mettiglielo.” mi intimò.

Io la guardai sorpresa. Io avrei dovuto mettere il preservativo a lui? Non poteva farlo da solo? O non poteva farlo lei? Ma non ammise repliche e insistette.

Fu strano toccare un cazzo che non fosse il mio e fargli indossare un preservativo. Lo feci guardando mia moglie che appariva eccitata come non mai e questo mi convinse a non obiettare su nulla che lei potesse proporre di fare.

Appena il preservativo fu a posto lei salì sul letto e si mise a cavalcioni di lui per poi subito impalarsi sul suo cazzo. La guardai mentre lo cavalcava. E godeva. E si scatenava. Raramente l’avevo vista così coinvolta e l’osservarla dall’esterno era una cosa particolare e molto eccitante. Che si stesse scopando uno sconosciuto non aveva nessuna importanza. Anzi era veramente coinvolgente come lo immaginavo nella fantasia.

Ad un certo punto lei si afferrò entrambe le chiappe con le mani e se le allargò, mettendo in mostra il solco fra di esse. Si girò verso di me e con uno sguardo assatanato mi pregò:

“Leccami. Leccami qui dietro mentre lui mi scopa.”

Obbedii e le infilai la lingua fra le chiappe, umettando il suo buco del culo. Non era una zona a cui sempre mi dava accesso, doveva essere veramente eccitata per avermelo addirittura chiesto. Ogni tanto mi spinse la testa un po’ verso il basso ed io mi ritrovai a leccarle la zona tra la figa e l’ano e arrivando sulla figa fu inevitabile entrare in contatto con il cazzo e con le palle del ragazzo.

Dopo un po’ cambiarono posizione. Mia moglie si stese sulla schiena e spalancò le gambe portandosi le ginocchia contro il petto e lasciando i piedi in alto. Giacomo la teneva per le caviglie e intanto continuava a stantuffarla nella figa. Io a quel punto mi misi a cavalcioni di lei, con le ginocchia ai lati della sua testa, per infilarle il cazzo in bocca.

Aveva due cazzi dentro di lei, come nelle nostre fantasie, e mugolava e godeva come una ossessa. Ad un certo punto mollò il mio cazzo e cacciò un urlo che poteva sembrare sia di piacere che di dolore.

“Che c’è?” dissi io un po’ preoccupato.

“Oddio mi sta… mi sta… mi sta inculando…” farfugliò.

Io mi girai minaccioso verso di lui.

“Ehi, stronzo, smettila sub…” gli stavo intimando ma venni interrotto.

“No. No. Lascialo fare… Oddio sì… Oddio che bello…”

Da anni mia moglie non mi concedeva il suo culo. Le nostre esperienze con il sesso anale non erano mai state un granché. Lei non sufficientemente eccitata o io che sbagliavo tempi e modi. Invece quella situazione le aveva permesso di prenderlo senza difficoltà e addirittura senza tanta preparazione e se lo stava godendo alla grande.

Io rimasi girato ad osservare da vicino la penetrazione anale. Lei non mi stava più succhiando il cazzo ma si limitava a segarmelo lievemente tenendosi aggrappata ad esso con una mano. Poi quella mano scese, giocò un po’ con le mie palle e poi scese ancora. Improvvisamente sentii il suo dito intrufolarsi tra le piegoline dell’ano. Non so perché le venne di farlo, ma lo intesi come un momento di condivisione fra noi, entrambi con qualcosa infilato su per il culo.

Quando finalmente, dimostrando notevole resistenza, Giacomo venne sborrando su di lei dopo essersi sfilato il preservativo venne il mio momento per scoparla. Non feci caso al fatto che ad ogni spinta che le davo, quando le nostre pance entravano in contatto, la sborra di lui si spalmava sempre di più un po’ su di me e un po’ su di lei. Ero troppo eccitato e dopo poco venni dentro di lei. Rimasi poi steso su di lei, baciandola in modo romantico, senza essere uscito da dentro alla sua figa.

“Oddio amore, sei contento?” mi sussurrò.

“Sì.”

“È bellissimo, vero?”

“Sì.”

Rimanemmo abbracciati per un po’, io sempre col cazzo, ormai molle, dentro di lei. Poi lei si rivolse a lui, seduto sul letto al nostro fianco.

“Sei di nuovo pronto, Giacomo? Mettiti un preservativo.”

Non sapevo cosa volesse fare. Io ancora non mi ero spostato da sopra di lei. Poi senza preavviso sentii le mani di lei sulle mie chiappe. Me le allargò e col dito giocò di nuovo col mio buchetto.

“Ti va di farlo, Giacomo?” disse rivolgendosi a lui che annuì.

“No, aspetta.” dissi io con tono allarmato. “Cosa vuoi che faccia?”

“Dai amore, ti prego.” mi implorò lei.

“No, ma cosa.. no, no.” farfugliai.

“Dai amore, non te l’ho mai detta questa cosa nelle nostre fantasie ma mi eccita troppo.”

“Ma cosa ti eccita?”

“Che tu lo faccia con un uomo…”

“Ma sei pazza? Non sono mica bisex, lo sai bene…”

“Proprio per questo mi eccita…”

“Cosa vorresti dire?”

“Ti rendi conto di cosa vorrebbe dire? Il farti fare una cosa del genere solo perché mi eccita. Mentalmente mi fa impazzire l’idea che tu lo faccia per farmi contenta.”

“Ma… io…” stavo già cedendo, come potevo resistere ad una donna così eccitata che mi chiedeva di fare cose per il suo piacere. Non le resistevo mai, non lo avrei fatto neanche in quel momento. Il mio cazzo si stava indurendo.

“Dai, che bello, lo sento che al tuo cazzo piace l’idea. Dai, ti prego, fallo per me.”

Mi girai e vidi il ragazzo che si stava smanettando per tenersi duro e mi guardava con un sorriso beffardo. Baciai mia moglie e mi abbandonai su di lei. Lei capì e mi allargò ancora meglio le chiappe. Sentii il peso di lui salire sul letto. Poi sentii il suo calore alle mie spalle, il suo fiato sulla mia schiena, le sue cosce che aderivano alle mie, la sua durezza appoggiarsi nel solco fra i glutei, la punta del suo cazzo premere sul buco, allargare lo sfintere e infilarsi dentro di me.

Mia moglie mi baciava e mi rassicurava, dandomi indicazioni su come accettare l’intrusione. Le spinte di lui mi facevano spingere il mio cazzo dentro di lei. Quando sentii che lei stava avendo altri orgasmi le sborrai di nuovo dentro, poco prima di lui dentro di me.

Dopo ci spostammo dentro la doccia, fortunamente abbastanza grande da farci stare tutti e tre. Io e lui lavammo mia moglie, poi io e lei lavammo lui. Ci fu tempo per un’altra scopata di lui e mia moglie in piedi, lei con la schiena contro il muro. In quel frangente io mi inginocchio, aprii con le mani le chiappe sode e muscolose di lui e mi misi a leccargli il culo quando lui retrocedeva dalle spinte che dava su di lei.

Dopo lo salutammo, con il proposito di vederci il giorno dopo e la promessa da parte di lui che avrebbe portato anche gli amici con cui era in vacanza. Mia moglie sembrava impazzita di desiderio. Non vedeva l’ora di trovarsi in mezzo a quattro uomini, me compreso. Io già immaginavo, visto cosa mi aveva fatto fare, che non sempre avrei dovuto svolgere il ruolo che pensavo.

“Andiamo in spiaggia?” chiesi dopo che ci eravamo asciugati e ripresi dall’attività pomeridiana.

Mia moglie mi guardò. Io la guardai. Non ci dicemmo niente.

Iniziammo di nuovo a scopare e a fantasticare raccontandoci una situazione immaginaria, di noi due insieme a tre ragazzi…

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