Buio

Nascoste alla vista certe cose diventano palesi.

La serata era carica di allusioni, ma tutto di fermava lì. Più uomini che donne, di un’età in cui non hai più la paura di rapportarti con l’altro sesso ma neanche la sfrontatezza. Ci si conosceva un po’ tutti, ci si frequentava anche in contesti meno rilassati della festa di quella sera. Molti sposati, compresa me, anche se in quell’occasione ad essere venuti accompagnati erano stati pochissimi. Si flirtava, ci si corteggiava, si creavano le basi per possibili rapporti extra-coniugali, ma non si andava oltre. Non lì davanti a tutti, perché tutti avrebbero visto, avrebbero parlato. Dunque ci si limitava a respire quell’aria di libertinaggio e ad immaginare eventuali sviluppi.

Alcuni di noi stavano ballando. Io soprattutto mi ero scatenata. Stavo dando spettacolo. Mi guardavano in diversi. Qualcuno mi ballava a fianco, altri si limitavano ad ammirarmi. Poi chi si stava occupando di mettere su la musica ebbe una idea, accolta da qualche applauso e grido di approvazione.

Vennero spente tutte le luci. Rimanemmo al buio completo. Per una mezz’ora aveva detto. Così potevamo lasciarci andare, aveva detto. Mise una musica più soft. Quello che qualcuno non aveva il coraggio di fare davanti a tutti poteva farlo nascosto nell’oscurità.

Io continuai a ballare muovendomi molto meno di prima, concentrandomi sulla privazione sensoriale. Trovavo eccitante la situazione. Mi sarebbe piaciuto essere nuda in quel momento. Nuda ma non visibile. Una bella fantasia. Mi venne una idea che da piccola tentazione si trasformò subito in azione. Mi alzai la gonna del tubino che indossavo e che aveva fatto girare tanti sguardi quella sera. Infilai i pollici nell’elastico del perizoma e lo abbassi e poi mi ricomposi. Il perizoma lo usai per legarmi i capelli. Sotto al vestito ero dunque nuda e anche quando le luci si sarebbero riaccese nessuno se ne sarebbe accorto.

Dopo un periodo di ambientamento si cominciarono a sentire le prime voci di qualcuno che approfittava dell’oscurità. Qualche scherzo, qualche allusione più spinta di prima. Un uomo esclamò un po’ divertito e un po’ inorridito che aveva per sbaglio palpato un suo amico fra le gambe invece che una di noi donne. Una mia amica reclamò attenzioni lamentandosi che nessuno stesse allungando le mani. Altri le risposero imprecando contro il buio che non consentiva di raggiungerla. L’atmosfera era elettrica e giocosa.

Poi una mano si stampò su una mia chiappa, palpandola vigorosamente e venne subito seguita dall’altra. Apprezzai il gesto e cercai di indovinare chi si stesse approfittando di me. Avevo un sospetto. Era prima lì vicino a me, ci aveva provato tutta la sera ed ora poteva sfogarsi. Le mani potevano essere le sue. L’odore che percepivo anche. Se era lui non mi dispiaceva affatto e glielo feci capire.

Continuai a ondeggiare ballando con le sue mani sul culo. Provai ad allungare la mia di mano all’indietro e trovai una grossa rigidità che tendeva la stoffa dei suoi pantaloni. Un grugnito di piacere accolse il mio gesto. Lui ebbe il coraggio di tirarmi in su il vestito che era aderente ed elastico e si arrotolò così intorno ai miei fianchi. Ero nuda dalla vita in giù. Non credo se lo aspettasse e colsi un suo esitare dovuto alla sopresa di non trovare altra stoffa a coprirmi. Palpava il mio culo nudo e mi faceva sentire la sua erezione che spingeva.

In quel momento sbattei contro qualcuno davanti a me. Il tempo di toccarsi e capire come eravamo messi e mi trovai con due mani sui seni. Lasciai andare un mugolio di piacere. Quattro mani su di me. Due che mi impastavano il culo e due che mi strizzavano le tette. Anzi no, una rimase su un seno e l’altra scese trovando la mia fichetta nuda. Mormorò un apprezzamento volgare su di me e dalla voce intuii chi fosse. Da lui non me lo aspettavo. A luci accese non appariva così intraprendente.

Cominciai a godere e non ebbi paura di farmi sentire. Era buio, nessuno mi vedeva, nessuno a parte quei due uomini sapeva cosa stavo facendo. Qualcuno avrebbe sentito la mia voce, ma non poteva neanche essere sicuro fossi io oppure potevo sempre dire che stavo fingendo per scherzo.

E invece avevo delle dita maschili che mi masturbavano il clitoride e si infilavano nella fica e altre dita che mi stringevano i glutei e mi sfioravano in mezzo. Anzi non si limitarono a sfiorarmi. L’uomo dietro di me trovò il mio buchetto ed iniziò a massaggiarlo con i suoi polpastrelli. Colse in me tutt’altro che ritrosia. Si accorse che rilassai i muscoli. Mi mise allora un dito in bocca per farmelo insalivare bene e poi me lo infilò su per il culo.

Iniziai a godere senza freni. Sbrodolai tutti i miei umori sulle loro mani. Mi sentii appellare con epiteti osceni.

Attorno a noi si sentivano rumori di altre persone impegnate in attività simili anche se ebbi l’impressione che pochi si fossero spinti così a fondo come noi. Soprattutto quando noi osammo ancora di più. Infatti io tirai fuori il cazzo di quello dietro di me. Lui mi prese per i fianchi, mi fece piegare in avanti ed io mi aggrappai all’uomo davanti a me, a cui dissi di abbassarsi a sua volta i pantaloni.

Presi un cazzo in bocca. Un cazzo grosso. Non me lo aspettavo così, soprattutto considerando chi avevo intuito che fosse lui. L’altro dietro invece lo sentii sputare in modo da insalivarsi il suo di cazzo per renderlo un minimo scivoloso perché la sua intenzione era quella di entrare in me per la via più stretta. Era di sicuro il suo obiettivo principale e forse pensò che col buio avrebbe potuto giustificarsi dicendo di aver sbagliato. Ma non ce ne fu bisogno. Era quello che desideravo anche io. Era quello che mi piaceva e tutta quella situazione l’aveva reso più facile.

La musica si abbassò di volume e una voce ci avvisò che a breve le luci sarebbero state riaccese. Io mi ricomposi e continuai a ballare. Quando dal buio si passò alla penombra stavo ancora ballando. Avevo dello sperma su per il culo e giù per la gola e dei miei umori che colavano lungo le cosce. Mi guardai attorno sorridente. Alcuni uomini mi guardavano, chi con sorriso soddisfatto e chi un po’ imbarazzato. Attorno c’erano altre situazioni simili e qualche altra donna appariva più spettinata rispetto a prima.

Continuammo a divertirci. A bere e a ballare. A flirtare e fare allusioni tra noi. Era più facile ora che grazie al buio certe cose erano venute alla luce.

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